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Torna ad Ischia la Festa di Sant’Anna. Riti e folklore sul mare da 92 anni

18/06/2024 16:56

Tra tradizione e riti la Festa a mare agli scogli di Sant’Anna ad Ischia ogni anno rinnova la magia, incantando migliaia di turisti da tutto il mondo.

Un’isola in festa, una baia in fermento. Tra sacro e profano, leggende e rituali. Per un evento senza tempo che celebra il rapporto con il mare, che qui è profondamente radicato, e con la vita, che si rigenera (anche) per merito della santa. E poi: un canto all’estate e alla bellezza, ai piedi del Castello Aragonese che fa da cornice, e poi da attore principale, di una serata che Ischia aspetta per un anno.

La Festa a mare agli scogli di Sant’Anna va in scena il 26 luglio nello specchio d’acqua della baia di Cartaromana, che diventa un grande palcoscenico. A sfilare sono le grandi barche allegoriche costruite in settimane di appassionato lavoro creativo dalle associazioni del territorio, eredi di una lunga tradizione artigianale e artistica.

Una giuria di esperti seleziona la più bella, insieme a premi collaterali che omaggiano grandi personaggi del passato e, ovviamente, a un premio basato sulle preferenze del pubblico. Un pubblico formato da migliaia di persone accalcate sul pontile di Ischia Ponte e sugli scogli: sono gli spettatori entusiasti di ciò che si svolge sul mare, una scenografica e colorata danza di barche e figuranti, narrata con una conduzione quasi radiofonica, con sketch musicali e grandi ospiti in successione.

Ma non è tutto: gli spettatori sanno che il culmine della serata riguarda il Castello, che improvvisamente diventa una fiamma, nella notte. Richiama così – grazie a una simulazione spettacolare – gli antichi roghi degli invasori saraceni. Forte e pendii dell’isolotto si tingono di rosso fuoco, sulle note inconfondibili di “Blue Dolphin” del compositore Stephen Schlaks, diventata – per acclamazione popolare – colonna sonora per eccellenza dell’evento. Il tutto prima dello spettacolo piromusicale, splendida conclusione della Festa: lo ammirano il popolo delle barche e dei gozzi, lo ammirano isolani e turisti lungo le strade o, ancora, chi trova un posto sulle terrazze di alberghi e ristoranti, fino alla collina di Campagnano. Da lassù, la festa è un’emozione.

Questo evento è innanzitutto il frutto di una profonda fede popolare. Le sue origini sono nel 1932: fu allora che la tradizione diventò Festa. E la processione dei pescatori, che portavano mogli e figli in procinto di partorire alla chiesa di Sant’Anna, situata nella baia, invocando la grazia di un parto tranquillo e felice si trasformò in un momento di creatività, un rito collettivo che avrebbe dato vita alle estati di Ischia. I gozzetti cominciarono a decorarsi, con ghirlande colorate e piccoli ex voto: poi diventarono barche allegoriche e, oggi, zattere enormi con cui gli artisti ischitani vogliono rappresentare, con fantasia e abilità, storie grandi e piccole, arricchendole con la scenografia.

Tutto intorno l’allegria della gente dell’estate, che mangia parmigiane di melanzane e angurie, in una festa di sapori e profumi che coinvolgono diverse generazioni e che iniziano nei giorni che precedono la Festa, quando il borgo di Ischia Ponte vive la sua vigilia tra bagni e aperitivi, preghiere e processioni, compresa quella in barca, con le partorienti che assistono alla messa nella chiesetta, il 25 luglio, nel pomeriggio. Con le mani in preghiera, si chiede alla santa di proteggere la vita che nascerà, chiedere una pausa ai dolori del parto, pregare perché la gravidanza si concluda bene o perché arrivi la dolce attesa, quando tarda a venire. Poi arriva la Festa, e il mare si illumina di bellezza.

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Photo Credit: Enzo Rando