Oggi Marco Pantani avrebbe compiuto 50 anni. Ma è un ricordo, quello del Pirata, che non si riesce mai a distaccare da quel tragico 14 febbraio del 2004. Almeno fino a quando non sarà accertata la verità sulla sua tragica fine. Quel giorno il grande campione di ciclismo fu trovato senza vita in uno squallido residence alla periferia di Rimini. La versione ufficiale della morte per overdose non ha mai convinto i familiari del Pirata e non solo loro.
Marco Pantani, la pista dell’omicidio nelle parole del pusher Fabio Miradossa
E proprio nel giorno del suo compleanno desta scalpore il silenzio nel cui sono passate le dichiarazioni di Antonio De Renzis, avvocato della famiglia Pantani. Intervistato da Radio Cusano Campus, il legale è tornato sulle parole di Fabio Miradossa, il pusher che avrebbe fornito al droga a Marco Pantani. Dichiarazioni pesanti, finora non prese in considerazione dalla Magistratura: quello di Marco Pantani è stato un omicidio.
De Renzis attacca i magistrati che si sono occupati del caso ed ha buoni motivi per farlo dopo le parole di Miradossa, pronunciate davanti alla Commissione antimafia e ripetute in Tv. «Miradossa è tutto fuorchè un mitomane – dice il legale dei Pantani – A Rimini tutti dicono che Pantani è stato ammazzato, lo dicono perché Rimini è un ambiente molto piccolo e si sanno le debolezze e le virtù di tutti. L’alterazione della stanza è un fatto acclarato. I 7 testimoni, che non si conoscono tra loro, credo abbiano detto la verità. Chi poteva eventualmente alterare la stanza prima del filmato della scientifica? Come mai non è stato fatto alcun approfondimento in tal senso?»
Il pusher di Pantani Fabio Miradossa ha dichiarato in Commissione antimafia che il ciclista è stato ucciso. «Quando Miradossa – spiega l’avvocato De Renzis – napoletano che all’epoca aveva legami con la malavita a Napoli ed era uno dei più grossi spacciatori di Rimini, dice di aver patteggiato perché si è reso conto il procuratore non voleva la verità e che Pantani è stato ucciso, dice una balla o forse sa tutto? In un Paese normale mi aspetto che la Procura lo chiami e gli chieda spiegazioni. Ma se questo non accade non è un problema per la famiglia Pantani. Lo è per tutti noi che abbiamo il diritto di pretendere dai magistrati che venga fatto l’impossibile per cercare la verità».
Inchiesta sulla morte di Pantani, il legale: «Chiederò avocazione alla Procura di Bologna»
Qualunque persona di buonsenso dovrebbe dire: come mai Miradossa dice queste cose in tv e davanti alla Commissione antimafia e non succede niente? E’ la tesi di De Renzis che si chiede: quale motivo avrebbe Miradossa di andare a dire queste cose in tv se non corrispondessero alla verità conosciuta in prima persona? «Quando emergeranno elementi dirompenti non andrò alla procura di Rimini ma a quella generale di Bologna chiedendo l’avocazione», afferma De Renzis.
De Renzis ricorda anche l’inchiesta iniziata dal programma Tv “Le Iene”, che, dice il legale, sta «lavorando con grande tenacia a questo caso, potranno aiutare noi e la famiglia a trovare qualche elemento dirompente». Poi aggiunge: «Io mi sono reso conto che noi e la stragrande maggioranza dei cittadini italiani siamo convinti che la vicenda Pantani non sia andata come dicono loro. Pantani è amato da tutti, ma non dobbiamo fare l’indagine per questo. Dobbiamo farla perché un ragazzo di 34 anni è stato picchiato, ammazzato e la scena è stata alterata».
«Sono convinto che Miradossa sappia perfettamente che Pantani è stato ucciso»
«Questi sono fatti gravissimi. Qualunque persona di buonsenso – aggiunge De Renzis – dovrebbe dire: come mai Miradossa dice queste cose in tv e davanti alla Commissione antimafia e non succede niente? Che motivo aveva Miradossa di andare a dire queste cose in tv? Io sono convinto che Miradossa sappia perfettamente che Pantani è stato ucciso. Sa che Pantani fumava la droga non la sniffava e chi ha alterato la scena non conosceva le abitudini di Pantani. Io se fossi il ministro di Giustizia manderei gli ispettori».
Come mai non è stato fatto alcun approfondimento in tal senso? Conclude il legale della famiglia del Pirata: «Io credo che se Pantani fosse stato ammazzato da un minorato mentale probabilmente la verità a quest’ora la sapremmo già. Evidentemente potrebbe esserci uno scenario faticoso da gestire. Noi stiamo continuando ad andare avanti, non ci fermeremo e siamo convinti che riusciremo ad aprire una crepa talmente grande che non si potrà richiudere». >> Leggi anche: Morte Marco Pantani, il legale della famiglia: «La prima indagine del 2004 è l’antologia di tutto quello che non si deve fare»