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Milano delitto podere Ronchetto, la confessione choc del nipote omicida

09/01/2020 18:02 - Aggiornamento 09/01/2020 19:08

Le ha detto “ciao nonna”, e poi l’ha uccisa. Il puzzle sulla storia della 92enne trovata morta la scorsa domenica mattina con una grossa ferita al cranio al Podere Ronchetto, un agriturismo nella periferia di Milano, incomincia a comporsi: il delitto è avvenuto per mano del nipote. Ventiduenne, di origini bulgare, Dobrev Damian Borisov quando ancora era minorenne era stato affidato al figlio di Carla Quattri Bossi, la donna uccisa nella sua stessa casa per non aver dato “10 o 15 euro” al nipote. “Le ho detto “Ciao nonna, mi presti 10 o 15 euro?” Lei non mi ha risposto e io a quel punto ho perso il controllo e l’ho spinta…”

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Delitto al Podere Ronchetto, la confessione choc del nipote

Presi i soldi sono scappato e mi sono recato in un locale, esattamente la discoteca Just Cavalli (…) spendendo i soldi con delle ragazze, ha detto il nipote nell’anziana davanti agli agenti della Squadra mobile e al pm di Milano Gianluca Prisco. Una confessione, quella di Dobrev Damian Borisov, che fa gelare il sangue nelle vene per la freddezza in cui racconta quanto accaduto quella notte. E infatti la sua azione, chiarisce il gip, “denota una lucida volontà criminale e una personalità subdola, prima di freni inibitori, violenta e spregiudicata”. Le dichiarazioni sono contenute nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Alessandra Cecchelli, la quale ha spiegato che il ragazzo prima di uscire di casa ha rubato alla nonna 200 euro, dei gioielli e “un blocchetto di biglietti Atm”. Dopodiché è andato, “non curante”, a ballare con degli amici. Il giudice nell’ordinanza con cui ha convalidato il fermo e disposto il carcere, ha sottolineato inoltre che l’anziana da tempo avesse “offerto” al giovane “sincera e generosa ospitalità”. Non c’erano motivazioni per arrivare a un gesto tanto violento. La donna invece è stata uccisa “brutalmente”, dopo essere stata legata e “imbavagliata”; il 22enne poi ha cercato anche di “occultare il cadavere nella cantina adiacente” e di “cancellare le tracce di sangue sugli abiti e sulle scarpe”, tutto prima di andare al Just Cavalli a divertirsi e a “intrattenere rapporti con delle ragazze”, accompagnando la serata con alcol e droghe.

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Omicidio nella periferia di Milano, uccide la nonna e poi va a ballare

Il giovane, difeso dall’avvocato Angelo Morreale, ha confessato inoltre che quel giorno, prima dell’omicidio, aveva trascorso il pomeriggio “da solo in alcuni bar del centro città a bere varie birre, amari e altri alcolici“, tanto da renderlo “molto ubriaco” al rientro in cascina. Ma non solo, perché a detta del ragazzo aveva anche “fumato delle canne”. Non era un ragazzo tranquillo, e a sottolinearlo sono stati anche gli altri ospiti dell’agriturismo noto per i progetti di integrazione per immigrati. Dobrev Damian Borisov è stato descritto come una persona dal “carattere abitualmente arrogante”, “più volte sospettato di furto”. E a confermarlo è stato anche il figlio dell’anziana, che a verbale a dichiarato: “Mia figlia mi riferì al telefono che era sparita dalla mia abitazione la cassetta di metallo dove conservavamo l’incasso dell’intera settimana che ammontava a circa mille euro, più una ventina di biglietti dell’Atm”. Infatti “Damian era stato notato nel tentativo di rivendere dei biglietti” e dopo quell’episodio, ha raccontato l’uomo, è stato immediatamente contattato “il suo assistente sociale” e lui “non ha avuto nessuna reazione scomposta”. Un dipendente dell’azienda agricola lo ha descritto poi come un ragazzo che aveva “spesso atteggiamenti prepotenti” e che “pretendeva denaro”. “Sono dispiaciuto per quello che è successo, non volevo fare quello che ho fatto, sono pentito e chiedo perdono a Dio”, ha infine detto il ragazzo, ma questo non basta per convincere il giudice alla versione della “morte accidentale da caduta”: l’anziana potrebbe essere stata colpita più volte alla testa con un barattolo di vetro da marmellata.

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