«Se fosse una sua decisione lo rispetterò» anche se «mi dispiacerà sul piano personale. Di Maio è stato tirato per la giacchetta, dunque aspettiamo che assuma lui un’iniziativa», con queste poche battute il premier Giuseppe Conte, ai microfoni di Nonstopnews”, su Rtl, ha commentato le voci delle ormai quasi certe dimissioni di Luigi Di Maio dal ruolo di capo politico del Movimento Cinque stelle. I rumors di un possibile allontanamento, che in questi giorni si erano fatte sì sempre più insistenti, sono culminate dopo la convocazione di ieri di una riunione, fissata oggi, 22 gennaio 2020, alle 10. Di Maio ha chiesto la presenza di tutti i ministri e viceministri pentastellati a Palazzo Chigi con la motivazione di dare un annuncio importante. Un passo indietro clamoroso quello di Di Maio, che arriva a soli cinque giorni dal voto che dall’Emilia Romagna. In bilico l’alleanza dell’esecutivo tra Pd e M5s? Il premier Conte ha espresso la sua opinione anche su questo.
Conte: «Se Di Maio lascia leadership, rispetterò la sua scelta»
Parlando proprio delle elezioni regionali, che si terranno domenica in Emilia Romagna e Calabria, Giuseppe Conte ha detto che «sono due appuntamenti elettorali importanti, due regioni che hanno rilievo anche nell’economia complessiva del Paese, non possiamo sottovalutare questo voto ma dire che è un voto sul governo è sbagliato». E ancora: «Non credo che possa arrivare un effetto di fibrillazione sul governo». La notizia delle dimissioni di Di Maio sono state commentate anche dai leader di altri partiti. Nicola Zingaretti del Pd, ospite ieri sera a Porta a Porta, rispondendo rispondendo a una domanda di Bruno Vespa, ha dichiarato: «Se mi farebbe piacere? No, abbiamo preso un impegno anche tra persone che rispettiamo».
Di Maio dimissioni: possibili scenari e ipotesi in piedi
Quali ipotesi si aprirebbero? Con che conseguenze? Come riporta Repubblica Di Maio potrebbe “decidere di arrivare agli Stati generali di marzo come ‘dimissionario’, mantenendo fino all’assise M5s il suo ruolo di reggente. In alternativa la ‘reggenza’ del Movimento, da Statuto, spetterebbe a Vito Crimi, in quanto membro più anziano del M5S”. Stando a quanto riportato da La Stampa Di Maio non vuole più essere considerato il capro espiatorio del Movimento. «Vediamo cosa saranno in grado di fare senza di me», è lo sfogo che gli hanno attribuito più volte i suoi più stretti collaboratori. Quello Di Maio non sarebbe ovviamente un addio alla politica: “questi tornerebbe a proporsi con una sua squadra, una segreteria chiamata in altro modo, e dentro la quale vuole in tutti i modi la presenza della sindaca di Torino Chiara Appendino”, scrive Ilario Lombardo.
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