Sì al referendum: la Corte di Cassazione ha dato il via libera alla richiesta di giudizio popolare sulla legge costituzionale che prevede il taglio del numero dei parlamentari. L’ufficio centrale per i referendum della Suprema Corte ha ritenuto che la domanda, sottoscritta da 71 senatori (7 in più dei 64 minimi richiesti), “è conforme all’articolo 18 della Costituzione”, inoltre ha confermato la legittimità del quesito referendario proposto.
Taglio dei parlamentari, cosa prevede la riforma costutuzionale
La proposta è quella di ridurre di un terzo il numero dei parlamentari: i deputati passerebbero da 630 a 400, mentre i senatori da 315 a 200. Votata durante la legislatura composta dalla coalizione Lega-Movimento 5 Stelle, la riforma è stata confermata anche dal governo giallo-rosso quasi all’unanimità. Le legge doveva entrare in vigore già a gennaio, ma dopo l’approvazione in Aula con il voto favorevole di praticamente tutti i partiti, alcuni senatori hanno richiesto di indurre un referendum e questo è stato sufficiente per bloccarla. L’iniziativa è partita in particolare dagli esponenti di Forza Italia, a cui si sono poi aggregati parlamentari di tutti gli schieramenti politici tranne di Fratelli d’Italia.
Le riforme costituzionali prevedono un iter parlamentare speciale: per essere approvate devono ottenere i due terzi dei voti favorevoli da parte di entrambe le camere nel voto finale, e successivamente sono disponibili tre mesi per chiedere che sia sottoposta a referendum. Per questo i senatori hanno potuto avanzare la richiesta, raccogliendo le firme di un quinto dei membri di una delle due camere. A questo punto il Consiglio dei ministri avrà 60 giorni di tempo per decidere la data in cui i cittadini verranno chiamati a esprimere la propria opinione riguardo al taglio dei parlamentari: dovrà essere una domenica compresa tra 50 e 70 giorni a partire da oggi, quindi probabilmente si andrà a votare tra gli ultimi giorni di marzo e la prima settimana di giugno.
Riforma costituzionale, la data
Ora quindi si attende di scoprire quale sarà la data del referendum sul taglio dei parlamentari tanto voluto dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega: già ieri però, annunciando le sue dimissioni, Luigi Di Maio ha fatto trapelare che potrebbe avvenire nel mese di maggio. Saranno tuttavia il Governo e il capo dello Stato a decidere quale sarà la giornata predestinata: l’idea però, stando alle parole di Di Maio, sembra proprio quella di domenica 24 maggio. Sarà poi compito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, convocare il referendum tramite un suo decreto che seguirà la deliberazione del Consiglio dei ministri.