Il Conte bis è finito, anzi no. L’ennesimo capitolo di crisi per l’esecutivo sostenuto dalla maggioranza giallorossa si consuma sulla prescrizione. Dopo settimane di guerriglia incrociata tra le tre forze politiche che sostengono il governo, oggi è arrivato il “no” definitivo di Matteo Renzi. M5S e Pd, dopo vari litigi, sembravano aver raggiunto un accordo sulla questione. Italia Viva, invece, non ha mai dato l’impressione di voler arrivare ad un accordo. Oggi l’annuncio di Renzi: «Non voto la prescrizione». Ma il senatore di Firenze non abbandona la maggioranza. Una crisi non crisi, insomma: niente di nuovo all’orizzonte.
Intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Capital, Matteo Renzi ha meglio precisato la sua posizione. Il senatore di Firenze ha dichiarato di non aver “assolutamente” intenzione di far cadere il governo sulla prescrizione. Ha però aggiunto: «E’ necessario parlarsi chiaro, non prendiamoci più in giro». E in ogni caso, in queste settimane «di tutto si dovrebbe discutere tranne che di polemiche tra partiti, non ha senso di litigare e discutere in un periodo come questo», ha sottolineato il leader di Italia Viva.
Renzi: «Bonafede? Ha una visione giustizialista che non condivido»
E sull’ipotesi che Italia Viva lasci la maggioranza che sostiene il Conte bis, Matteo Renzi ha detto: «Noi non vogliamo lasciare le postazioni, se poi il presidente del Consiglio vuole lo dica, ma sulla giustizia noi non ci stiamo. Se ci vogliono buttar fuori lo dicano, se ci dicono ‘o cambiate idea o vi buttiamo fuori’, noi non cambiamo idea». Renzi non ha risparmiato le ennesime critiche al ministro della Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede. «Ha una visione giustizialista che io non condivido – ha detto – E’ quello che se arriva Battisti in Italia fa il video e confonde il dolo e la colpa». Tutto questo mentre Bonafede, a Firenze per l’apertura dell’anno giudiziario amministrativo, dichiarava: «Il lodo Conte-bis sulla prescrizione è ancora perfezionabile? No. Poi, per carità, c’è il Parlamento che è sovrano, ma abbiamo fatto otto Cdm, basta così». >> Tutte le notizie di politica italiana