Ci sono notizie che non possono non fare inca**are, ci scuserete per una volta il termine. E’ di stamattina infatti la notizia che il governo Conte avrebbe pronto un piano per evitare la revoca della concessione ad Autostrade, di cui si parla (a vanvera a questo punto) da mesi.
Il succo è questo: lo Stato sale di quota in Autostrade per l’Italia, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti e la liquidità (i soldi…) del fondo F2i, di cui fanno parte banche, fondazioni e la stessa Cassa Depositi e prestiti . Insomma, lo Stato si vorrebbe ricomprare ciò che è già suo, le autostrade appunto. E per farlo utilizzerà i soldi dei risparmiatori, i pensionati soprattutto, quelli che hanno i soldi alle Poste, controllate dallo Stato e partecipate per il 35% dalla Cassa Depositi e Prestiti. E poi quelli affidati dai risparmiatori alla stessa CDP, sui libretti di deposito postali. Autostrade per l’Italia Spa, titolare delle concessioni autostradali è controllata all’88% da Atlantia Spa. Questa, a sua volta, vede come maggiore azionista (per il 30,25%) Sintonia Spa, subholding finanziaria di Edizione, la “cassaforte” della famiglia Benetton. Un bell’affare vero? Ma per capire meglio la questione dobbiamo fare qualche passo indietro e spiegare chi sono gli attori protagonisti di questa vicenda.
Cos’è la Cassa Depositi e Prestiti (CDP)
La Cassa Depositi e Prestiti (CDP) è un’istituzione finanziaria pubblica, creata dallo Stato per finanziare lo sviluppo. “Lavoriamo per realizzare la mission istituzionale di promozione a sostegno delle politiche di sviluppo del Paese, rispettando i valori dell’impegno e della trasparenza”, si legge nella presentazione ufficiale di CDP. La Cassa Depositi e Prestiti è formalmente un’istituzione finanziaria; è una Spa controllata all’83% dal Ministero dell’economia e delle Finanze e per le restanti quote da fondazioni bancarie.
La Cassa Depositi e Prestiti ha gestito nel primo semestre 2019 qualcosa come 13 miliardi di euro, “grazie all’avvio delle iniziative di Piano in favore di imprese, infrastrutture, PA, territorio e cooperazione in ottica sostenibile”, si legge nella presentazione della relazione finanziaria semestrale. In crescita l’utile netto, pari a 1,5 miliardi di euro (+9%); significativo anche il dato dell’utile consolidato, a 2,2 miliardi di euro. MA ciò che più balza agli occhi è il dato sulla raccolta postale, sì proprio quella dei libretti di deposito CDP dove confluiscono i risparmi di milioni di italiani: è in crescita ed ammonta ad oltre 260 miliardi di euro.
Cos’è il fondo F2i e il suo ruolo nella vicenda
“F2i SGR è il maggiore gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali, con asset under management per circa 5 miliardi di euro” si legge nella presentazione ufficiale della società. F2i stato creato nel 2007 da Cassa Depositi e Prestiti e ne fanno parte diverse fondazioni bancarie oltre a i due principali istituti di credito italiani, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Lo scopo? Acquisire il controllo strategico di numerose imprese in settori vitali dell’economia del paese, infrastrutture al primo posto, ma anche in altri spesso ignorati dall’opinione pubblica, come quello della distribuzione farmaceutica. Infrastrutture, sì: dalle reti di distribuzione del gas (E.On e GDF Suez, due colossi del settore) a quelle per la trasmissione tv in digitale terrestre (Persidera).
Ecco perché nella vicenda Autostrade per F2i è stato disegnato un ruolo decisivo. Le acquisizioni di F2i nel settore infrastrutture per i trasporti sono molteplici e importanti, eccole:
- Il 29 dicembre 2011 completa l’acquisizione del 29,75% della SEA, società di gestione degli aeroporti di Milano Malpensa e Linate, e diventa indirettamente azionista della SACBO, società di gestione dell’Aeroporto di Bergamo Orio al Serio;
- Alla fine del 2012 acquisisce un’ulteriore quota del 14,52% di SEA e investe in SAGAT, società di gestione dell’Aeroporto di Torino Caselle;
- Nel 2013 F2i entra a far parte, come azionista di minoranza della Aeroporto di Bologna S.p.A., società di gestione aeroportuale dello scalo bolognese;
- nel dicembre del 2016 F2i completa l’acquisizione del 72,5% SO.GE.A.AL., società di gestione dell’Aeroporto di Alghero-Fertilia;
- Nel luglio 2019, attraverso 2i Aeroporti (società controllata al 51% da F2i, che detiene uno dei maggiori network aeroportuali italiani), acquisisce il 55% di Trieste Airport – Aeroporto Friuli Venezia Giulia;
- Infine ad agosto 2019 dà vita a F2i Holding Portuale, polo destinato a raggruppare le società controllate nel settore portuale
Le partecipazioni nel settore degli scali aeroportuali italiani sono confluite in F2i Aeroporti, controllata al 51% da F2i e partecipata per il restante 49% dalla francese Ardian (tenete bene a mente questo nome…).
Le partecipazioni di CDP Equity
Le “campagne acquisti” di CDP con i risparmi dei pensionati sono una costante della sua storia. Se analizziamo le attuali partecipazioni di CDP ci rendiamo conto di come il concetto di “supporto allo sviluppo” sia stato utilizzato per salvare un mix di aziende pubbliche e private non propriamente in salute se non fallimentari.
Queste le attuali partecipazioni:
- Poste Italiane S.p.A 35%
- Terna S.p.A 29,85%
- Snam S.p.A 31,04%
- Italgas S.p.A 26,04%
- Fincantieri S.p.A 71,64%
- Saipem S.p.A 12,55%
- B.F. S.p.A. 18,91%
- Trevi Finanziaria Industriale S.p.A. 16,86%
- Salini Impregilo S.p.A 18,68%
- Telecom Italia S.p.A 9,98%
La “scalata” ad Autostrade
Tornando al principio della vicenda, scrive Repubblica oggi: “Per allargare il capitale sociale di Autostrade” e far sì che lo stato salga ad oltre il 50% della quota “sono in corso contatti tra F2i e CDP”. In particolare il fondo F2i avrebbe più chance secondo Repubblica di portare a termine l’operazione con Atlantia, che ricordiamo controlla Autostrade per l’Italia, considerati “i buoni rapporti del management con Gianni Mion”, presidente di Edizione holding, la cassaforte dei Benetton.
Lo scenario dipinto dal quotidiano romano vede F2i acquisire il 30% delle quote di Autostrade per l’Italia, parte in “cash” cioè soldi contanti e parte cedendo partecipazioni in asset strategici. Cioè le numerose partecipazioni nelle società di gestione degli aeroporti italiani che abbiamo elencato sopra. In particolare si fa esplicito riferimento alle quote delle di F2i Aeroporti, di cui è socia la francese Ardian. “Caso vuole” che managing director della società francese sia Stefano Mion. No, non è solo un omonimo di Gianni Mion, Stefano è il figlio del numero uno di Edizione holding. Insomma, un ottimo affare per la galassia dei Benetton, un’affare di famiglia. Ma c’è di più. Alcuni ben informati di cui abbiamo raccolto le indiscrezioni (confermabili), affermano che l’accordo sarebbe opera di un prestigioso studio di consulenza legale, da sempre in ottimi rapporti con l’attuale presidenza del Consiglio. (fine 1a puntata – Segue) >> Tutti i retroscena politici