È uno dei timori maggiori dall’inizio dell’epidemia di coronavirus ed ora sembra spaventosamente concretizzarsi: i posti letto in terapia intensiva stanno per finire. Nelle regioni più colpite dall’emergenza, ovvero Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, i posti negli ospedali sono occupati al 95%. L’aumento di contagi porta con sé l’inevitabile richiesta di ulteriori ricoveri, sia nei reparti normali che in terapia intensiva. La richiesta del ministro della Salute Roberto Speranza per far fronte all’emergenza è chiara: “Raddoppiate i posti letto nelle pneumologie e aumentateli del 50% in terapia intensiva e nei reparti di malattie infettive”.
Coronavirus: posti letto in terapia intensiva in esaurimento, medici allo stremo
Per andare incontro alle esigenze degli ospedali, ormai allo stremo, si è cercato di sfruttare le strutture sanitarie private e si stanno richiamando in servizio medici e infermieri ormai in pensione. Non solo, nel tentativo di gestire ulteriormente l’emergenza, ci potrebbe essere uno spostamento del personale medico dal Sud al Nord, con l’intento di evitare la sovraesposizione allo stress degli stessi medici. Costretti da giorni ad un lavoro straordinario, si trovano a svolgere in alcuni casi anche tre turni di fila senza riposo. Come se non bastasse, il 10% dei sanitari ha contratto il coronavirus mentre era in servizio.
I contagi aumentano: da 229 a 295 in sole 24 ore
Stando ai numeri divulgati dall’Anaao – il principale sindacato dei medici ospedalieri – e riportati da La Stampa, i posti letto in rianimazione nelle tre regioni più colpite sono in totale 1.800. Il 40% di questi posti resta, generalmente, vuoto per fronteggiare eventuali emergenze o maggiori flussi di pazienti. In questo momento di emergenza, però, la percentuale di utilizzo è salita al 95%. In altre parole, solo 5 posti su 100 sono attualmente liberi. E mentre i posti si occupano, cresce il numero di malati gravi con complicanze respiratorie che necessitano di macchine per respirare. Sono passati da 229 a 295 nelle sole 24 ore tra martedì e mercoledì 4 marzo. Seguendo questi ritmi, secondo l’Anaao, i posti in rianimazione sono già in esaurimento in Lombardia, lo saranno in Veneto tra 5 giorni e in Emilia entro una settimana.
«Da noi per ora siamo riusciti a ricoverarli in camere singole adatte all’isolamento, – ha riferito Stefano Magnone, chirurgo dell’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo a La Stampa – ma quelle a pressione negativa, che servono per non contaminare l’aria le abbiamo oramai esaurite e i posti in rianimazione sono occupati per molti giorni anche da persone di 40-50 anni con problemi respiratori seri».
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