Che cosa rappresenta oggi l’8 marzo? Il femminismo è una lotta che probabilmente non smetteremo mai di combattere. E la festa della donna, ogni anno, ce lo ricorda. Ci scontriamo contro il sessismo ogni giorno della nostra vita: quando non possiamo parlare liberamente di mestruazioni, quando non riceviamo lo stesso stipendio del nostro collega uomo, quando ci viene domandato quando decideremo di fare finalmente dei figli. Quando viene chiesto che cosa si indossava quando si è state violentate. Il sessismo è radicato nella società. Nonostante mezzo secolo di femminismo, ancora oggi, noi donne dobbiamo lottare più dei maschi per eccellere. Mi piacerebbe dire che non c’è più bisogno del femminismo, che abbiamo imparato a credere nell’uguaglianza e non al diritto alla supremazia. Ma non è così.
Festa della donna, perché festeggiarla?
Che cosa significa essere femministe nel 2020? Se decido di non essere femminista, perché non voglio schierarmi solamente per i diritti delle donne, ma preferisco lottare per i pari diritti di tutti, indistintamente dal sesso, sono maschilista? Se femminismo significa che ci importa delle persone, e ogni giorno scegliamo di dimostrarlo e di urlarlo al mondo allora sì, io mi considero femminista. Se femminismo significa non dare per scontato che verrai trattata e pagata con uno stipendio più basso rispetto agli uomini, sì, sono femminista. Se significa lottare per il diritto all’aborto, allora lo sono. Ma se femminista significa che devo essere protetta in quanto donna, che devo festeggiare che vengano imposte le quote rosa, allora no. Non sono femminista.
E alla fine non lo so più, se sono femminista. Ma so che noi donne siamo stanche di essere considerate una categoria protetta. Perché non vogliamo essere più potenti degli uomini, ma pretendiamo di partire dallo stesso scalino. E se questo è considerato femminismo, allora certamente io sono una femminista. La difficoltà nell’identificarmi, forse, sta nel fatto che queste cose nella mia mente sono scontate. Le ritengo ovvie. Quindi mi fa ancora di più arrabbiare chi ci considera un qualcosa da salvaguardare. Poi però mi scontro con la realtà, e mi accorgo che il mondo, l’Italia, gli uomini, mi considerano una categoria. Essere femministe oggi è faticoso, perché sulla carta tutti sono per i pari diritti. E’ nel quotidiano che questi non ci vengono riconosciuti.
Festa della donna, un giorno per ricordare la lotta ai diritti
Quindi come festeggiare il giorno dedicato alle donne? E soprattutto, cosa c’è da festeggiare se ancora oggi la disparità è così evidente? Forse bisogna prenderla come un’occasione per riflettere sulle disparità di genere che ancora incidono pesantemente il quotidiano di tutte le donne del mondo. Siamo cresciute con l’idea che se un bambino ci dava un pizzicotto, era perché gli piacevamo. Con l’imposizione di dover diventare mamme, donne di casa. E di non dover puntare sulla carriera, perché tanto a un certo punto, quando avremo una famiglia, saremo costrette a smettere di lavorare. Il sessismo è lampante quando il governo decide di tassare gli assorbenti perché non li ritiene beni di prima necessità, come se potessimo scegliere di non indossarli.
Forse l’8 marzo è il ricordo di ogni battaglia che tutte le donne, ogni giorno, devono combattere per essere rispettate. E’ il voler cancellare in modo irreversibile l’idea che i complimenti fatti per strada ci facciano piacere. No. Li odiamo. Ci spaventano. E lo fanno perché alcuni uomini, impauriti dall’identità delle donne, pretendono di trattarci come oggetti sessuali e basta. Se ai tempi del coronavirus non si può andare in piazza, si può però alzare la voce per i diritti e la parità di genere. E non solo. Non può diventare abitudine parlare di femminicidio, non possiamo smettere di sconvolgerci quando una donna viene uccisa dal proprio compagno per gelosia. Per questo, purtroppo, dobbiamo ancora festeggiare l’8 marzo. E non solo le donne, ma anche tutti gli uomini.
https://www.youtube.com/watch?v=oqaQvIved7g
Festa della donna, il discorso del presidente della Repubblica Mattarella
A proposito di coronavirus e donne, oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è apparso in un video messaggio di supporto a tutte le donne, e in particolare a quelle che stanno combattendo in modo diretto all’emergenza che sta attraversando l’Italia. “Rivolgo un pensiero riconoscente alle donne, e sono tante, che si stanno impegnando negli ospedali, nei laboratori, nelle zone rosse per contrastare la diffusione del virus che ci preoccupa in questi giorni. Lavorano in condizioni difficili, con competenza e con spirito di sacrificio, con dedizione. Con la capacità esemplare di sopportare carichi di lavoro molto grandi. A loro, in special modo, desidero dedicare questa importante giornata.
Da tanto tempo le donne, in tutto il mondo- continua il Presidente Mattarella- sono protagoniste di importanti progressi sociali e culturali. In numerose occasioni e in diversi ambiti sono state motori del cambiamento. Vorrei inoltre sottolineare come le donne contribuiscano, in misura particolare, a cogliere il valore universale e concreto del dialogo, della solidarietà, della pace. Sostenere e rispettare la condizione femminile, ascoltare le donne vuol dire, in realtà, rendere migliore la nostra società per tutte e per tutti”, ha concluso.