Decidere di organizzare una festa in un momento di emergenza sanitaria in cui il Governo e gli scienziati ogni giorno raccomandano di rimanere a casa non è trasgressione, è incoscienza. Sabato notte alcuni giovani si sono dati appuntamento sui social network e in centinaia si sono incontrati in piazza d’Azeglio, a Firenze, per passare una nottata all’insegna della musica e, letteralmente, dello sfascio.
Firenze, la festa illegale sbeffeggia il coronavirus
Musica alta, alcool, ragazzi che chiacchierano e ballano tutti insieme. Se in un sabato qualunque sarebbe stata riconosciuta semplicemente come una bravata, un party illegale condito da urla e schiamazzi in un giardino pubblico ricco di giochi e altalene oggi si può tradurre solamente in mancanza di rispetto. Evidentemente è necessario ricordarlo ancora una volta: la disposizione del Governo non è semplicemente una misura preventiva ingigantita per far paura alle persone. Stiamo affrontando una situazione di crisi sanitaria, e bisogna rispettare le misure previste dal Ministero della Salute per evitare il collasso del sistema sanitario nazionale. Sebbene sia vero che il coronavirus non preoccupa tanto per il tasso di mortalità, ma di più per la sua infettività, questo non ci deve dare la libertà di non rispettare la regole che gli scienziati e gli esperti ci hanno raccomandato.
Tutto questo evidentemente non è nemmeno passato per la mente di quei ragazzi sabato notte. Proprio mentre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza si preparavano a firmare il nuovo decreto che ha ampliato le zone arancioni attaccate dal Covid-19, si sono riuniti non curanti delle ordinanze. Alle due del mattino i condomini dei palazzi intorno alla piazza si sono affacciati alle finestre per chiedere ai giovani di smettere di gridare. La musica a volume alto impediva il sonno, le bottiglie di vetro veniva rotte con violenza sull’asfalto dei giardinetti. In quella piazza l’aria era piena non solo di incoscienza, ma anche di maleducazione. Nulla è stato sufficiente per fermare i partecipanti, che nelle ore di festa hanno persino impiegato parte del tempo a commettere atti vandalici.
Firenze, i danni lasciati dal party illegale
Il giorno dopo, alla luce, i segni lasciati dalla notte erano evidenti: scritte fatte con bombolette spray, imbrattanti di ogni tipo, sporcizia ovunque. Il party illegale però aveva uno scopo ben preciso: contrastare i residenti che avevano fatto appello al comune perché si prendessero provvedimenti contro il degrado che regna nella piazza ormai da mesi. Solo pochi giorni fa, infatti, i cittadini uniti nel comitato “cittadini per Firenze”, avevano organizzato un flash mob contro lo spaccio, il ritrovamento di siringhe e sporcizia dietro alle aiuole, in un luogo che durante le ore del giorno è frequentato principalmente da mamme e bambini. E che durante la notte poi si trasforma.
“La situazione il giorno dopo era agghiacciante“, racconta Alessandro Draghi, consigliere provinciale di Fratelli d’Italia a Il Giornale. “C’era di tutto. Scritte offensive, proprio in occasione, quasi per ironia della sorte, della festa della donna. “Stronza” si legge a caratteri cubitali sulle panchine che peraltro furono donate dalla famiglia Olivetti Rason per la figlia prematuramente scomparsa. Hanno una storia molto importante che meriterebbe il dovuto rispetto. Per non parlare l’assorbente buttato sopra i giochi dove i genitori portano i figli a giocare e imbrattamenti di ogni tipo”.
Party illegale, il menefreghismo dei giovani
Non si sta chiedendo tanto alla popolazione, se non di rimanere a casa finché la situazione non sarà sotto controllo. Rinunciare agli agi della quotidianità, alle uscite non strettamente necessarie è fondamentale per contenere la diffusione del coronavirus. E non farlo, non renderà più forti degli altri. Renderà più incoscienti. Più incivili. Si tratta di rispettare gli altri, chi ha un sistema immunitario più debilitato, gli anziani, i malati: tutti coloro che possono da un momento all’altro necessitare di cure anche non legate al coronavirus. Perché lo hanno spiegato chiaramente: il virus attacca le vie respiratorie e, nei casi più gravi, costringe a rimanere ricoverati in terapia intensiva. La stessa, che può essere vitale anche per altre patologie. Quindi è doveroso, per il periodo richiesto, ridimensionare le nostre priorità e rimanere a casa. Per proteggere noi stessi, i nostri cari e anche gli altri.