Coronavirus in Italia, fare più tamponi, ad iniziare dalle regioni meno colpite e dal personale sanitario. Così Fabrizio Pregliasco, virologo e docente dell’Università di Milano, delinea in un’intervista al Corriere della Sera la strategia per uscire dal tunnel dell’epidemia da Covid-19 in Italia.
«Fare più tamponi nelle regioni meno colpite, ai sanitari per primi»
Prima di tutto, Pregliasco spiega che esistono due tipologie di tamponi: quello laringo-faringeo su campione biologico e i test anticorpali sierologici. Il primo misura il virus presente nelle narici e nella gola; poi è necessario il passaggio in un laboratorio di biologia molecolare durante il quale il genoma del virus viene amplificato, fino a diventare evidente. I test sierologici invece, sono basati sulla misurazione dell’emoglobina nel sangue, necessitano quindi di un prelievo ematico.
Alla domanda se sarebbe preferibile allargare la base dei soggetti sottoposti a campione Pregliasco risponde: «Sì, nelle regioni non ancora pesantemente colpite da Covid-19 e in generale sul personale sanitario delle residenze per anziani». E si può testare su tutta la popolazione? «Sarebbe impossibile – dice Pregliasco – i laboratori sarebbero sotto pressione e il risultato non darebbe valore aggiunto a quel che si deve fare».
Coronavirus in Italia: «Esame anticorpale non dice quanto si è contagiosi»
A proposito dell’efficacia della seconda tipologia di “tampone”, il test anticorpale, dice Pregliasco al Corriere: «E’ un esame secondario che rivela se si sono sviluppati o meno gli anticorpi, non dice quanto si è contagiosi. Alcuni kit non hanno avuto nemmeno vere e proprie validazioni da parte del ministero della Salute che infatti ne sconsiglia l’uso. Non è detto che non siano utili in futuro, adesso però non dice se si è infetti».
E a proposito della disponibilità di tamponi il virologo della Statale di Milano dice che al momento ci sono, mentre i kit di laboratorio sono meno disponibili. «Poi – afferma – c’è la capacità di produzione del laboratorio, che dipende dal lavoro degli specialisti». Pregliasco parla anche della disponibilità, già verificata, di aziende private a supportare la produzione dei kit necessari all’analisi dei tamponi. >> Tutte le notizie sul coronavirus