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Coronavirus a Milano, Sala: «Troppa gente in giro, chiesti più controlli»

04/04/2020 12:34 - Aggiornamento 04/04/2020 12:35

Coronavirus Milano. C’è ancora troppa gente in giro nel capoluogo lombardo e il sindaco Beppe Sala lancia l’allarme, chiedendo più interventi da parte della Polizia Locale. Milano non è differente da altre città del Sud, oggetto di polemiche nei giorni scorsi. La gente cerca di evadere le restrizioni, con scuse banali: #iorestoacasa funziona a singhiozzo insomma, un comportamento irresponsabile e rischioso, che mette a rischio la battaglia contro l’epidemia. Tutti gli esperti, infatti, concordano sul fatto che il distanziamento sociale, ora come nei prossimi mesi, sarà decisivo per sconfiggere il Covid-19.

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Coronavirus Milano, Sala: “Ho chiesto più controlli alla polizia locale”

“C’è troppa gente in giro, obiettivamente. Stamattina ho convocato il capo della polizia locale alle 9, chiedendogli più controlli, e la stessa richiesta l’ho fatta
al prefetto”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, nel consueto videomessaggio postato su Facebook per fare il punto sull’emergenza coronavirus.

Coronavirus Milano: “il gioco del momento non è guardia e ladri”

“Mettiamoci d’accordo – afferma Sala, rivolgendosi ai suoi concittadini – il gioco del momento non è guardia e ladri, anche perché le guardie non sono sufficienti per controllare i comportamenti di 1 milione e 400 mila persone”.

Per Sala, “ognuno deve fare più che mai il proprio dovere – rimarca – Il mio è stare qui e lavorare. Dal 23 febbraio scorso, quando il prefetto ha convocato il tavolo di crisi, non mi sono riposato un giorno. Non mi lamento, è il mio lavoro, ma se il vostro dovere è stare in casa dovete stare in casa, molto semplicemente”.

“Politici sempre in tv, si parla troppo”

“Grande responsabilità in questa crisi – ha aggiunto Sala – sta nella politica, nel sistema scientifico e comunicare in maniera corretta è estremamente importante. Ieri è stata una giornata infelice, ci è stata paventata una riapertura il 13 aprile, poi il
primo maggio poi forse il 16 maggio, così non si fa, si parla troppo”.

“Troppi miei colleghi, protagonisti di questa crisi, sono continuamente in tv a rispondere a domande – osserva Sala – Per esperienza, a volte le domande sono un po’ un tranello e uno ci casca,soprattutto se non è abituato a rispondere. Poi parte la
giustificazione ‘non mi avete compreso’. E’ il momento dei fatti e non delle parole, poche parole ma parole giuste”. >> Tutte le notizie di politica