Coronavirus riapertura autoscuole. Sono tanti i settori piegati sotto il peso del Coronavirus. Le misure restrittive tengono in standby diverse attività che per necessità chiedono ulteriori chiarimenti in merito alla cosiddetta fase due. Tra queste la scuola guida, che denuncia la mancanza di soluzioni da parte del Governo. «Nei giorni scorsi abbiamo scritto alle Commissioni Finanze e Trasporti e al presidente Conte per proporre degli aiuti concreti alla nostra categoria che, di fatto, si occupa di attività formativa alla stregua degli altri istituti italiani. Chiediamo pertanto delle risposte celeri per far fronte ad una situazione che non è più sostenibile a causa del lockdown». È questo l’appello che lancia Paolo Colangelo, presidente nazionale della Confarca (Confederazione che rappresenta le scuole guida e gli studi di consulenza italiani). Dichiarazioni che arrivano a distanza di un mese dal primo DCPM che l’11 marzo scorso ha bloccato tutti i corsi di formazione, comprese quelle delle autoscuole.
Coronavirus riapertura autoscuole, Colangelo: «Ancora nessuna risposta concreta dal Governo»
Mancanza di chiarezza anche nell’ultimo decreto, firmato il 10 aprile 2020. «Non sono stati ancora sciolti i nodi sulle misure che il Governo intende attuare per per far fronte ai mancati introiti di queste settimane e quali saranno tempi e provvedimenti per una riapertura delle nostre attività nel rispetto della sicurezza», fa notare il presidente Colangelo. Ad accusare più pesantemente il duro colpo della chiusura delle attività, soprattutto, sono stati i titolari delle scuole nautiche. Proprio perché è in questo periodo dell’anno che generalmente essi registrano il maggior numero di iscritti ai corsi. «Ci aspettavamo finanziamenti alle imprese, come già avvenuto in altri Paesi europei, e certezze sulle riaperture» – aggiunge il presidente della Confarca – «Ad oggi, invece, sappiamo che gli imprenditori potranno accedere a prestiti bancari senza fondo perduto e questi saranno rimborsabili in sei anni a tasso agevolato». «Misure ancora insoddisfacenti» a detta del numero uno della Confarca. «Al momento non sappiamo ancora quando i nostri collaboratori percepiranno una cassa integrazione di nove settimane che è evidentemente esigua, dinanzi all’assoluta incertezza della durata di questo stop delle attività!», ha spiegato il presidente.
«Diatribe sul Mes? Un modo per distrarre l’attenzione su quello che più sta a cuore agli Italiani»
«Riteniamo che le stucchevoli diatribe sull’approvazione del Mes possano distrarre l’attenzione su quello che più sta a cuore oggi agli italiani, ovvero una risposta certa e concreta sugli interventi che saranno messi in campo per aiutare le piccole e medie imprese. Dal presidente Conte, più che un attacco a reti unificate, ci aspettavamo risposte alle problematiche che anche la nostra categoria ha segnalato attraverso una missiva nelle scorse settimane», ha ribadito. «Ci aspettiamo infine che oltre alle tutele per assicurare l’istruzione e la formazione pubblica e privata, ce ne saranno di altrettanto adeguate alle attività delle scuole guida, laboratori di formazione didattica indispensabili per la sicurezza stradale», ha concluso Colangelo. leggi anche —> Coronavirus riapertura bar e ristoranti, quando? Ipotesi e linee guida per il via libera