L’assegno di mantenimento è un concetto che appartiene al nostro vocabolario legislativo ed in particolare al diritto di famiglia. La frase è entrata sempre più di frequente nel linguaggio comune soprattutto a seguito di un’evoluzione storica e sociale che ha modificato in modo statisticamente decisivo la stabilità delle situazioni familiari. Se in passato, infatti, era davvero raro che una famiglia si sciogliesse e la maggioranza dei matrimoni durava per tutta la vita, oggi – osservando le statistiche – è evidente come sia sempre maggiore il numero di unioni che si interrompono e portano alla necessità di giungere a stabilire l’assegnazione del mantenimento ad uno dei due ex coniugi per il sostentamento dei figli.
Come si calcola l’assegno di mantenimento?
Dopo la separazione può essere assegnato un assegno di mantenimento al coniuge economicamente più debole a cui sia stata assegnata la custodia dei figli. Ma come si calcola la somma dovuta? Qualora i due coniugi non siano giunti ad un accordo, deve essere il giudice, in sede di divorzio o separazione, a stabilire questa somma tenendo conto di diversi fattori quali le esigenze dei figli, il tenore di vita della famiglia durante l’esistenza in vita del matrimonio, il fatto che l’affidamento sia esclusivo (nel qual caso i figli rimangono nella casa del coniuge affidatario e quindi quest’ultimo necessiti di un assegno più consistente per il sostentamento) o condiviso e, soprattutto, la disponibilità economica e patrimoniale dei due ex coniugi.
Il figlio maggiorenne
Va sottolineato che l’assegno di mantenimento è previsto per i figli minorenni, ma il diritto a riceverlo non cessa con il compimento del diciottesimo anno di età: è necessaria infatti l’indipendenza economica, ovvero che il figlio abbia un lavoro con una retribuzione che gli permetta una vita dignitosa, salvo che non venga dimostrato che la mancanza di un impiego derivi da negligenza del figlio stesso e non da altre cause a lui non imputabili.
Revisione dell’assegno di mantenimento
Una volta stabilito il valore dell’assegno di mantenimento, questa somma non rimane immutata nel tempo: diversi sono i motivi per i quali può essere chiesta una revisione. Innanzitutto va detto che possono cambiare le condizioni economiche di uno dei due genitori, come ad esempio il genitore disoccupato che trova un nuovo lavoro, o viceversa che lo perde, oppure l’assunzione di un nuovo incarico che gli consenta di percepire un compenso sensibilmente diverso, sia in positivo che in negativo, o ancora in caso di una sostanziosa eredità.
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