Lexi aveva 10 anni e un cuore enorme. Scoprendo che in ospedale mancavano le mascherine, aveva iniziato a cucirne decine per le infermiere che combattevano contro il coronavirus. Voleva aiutare gli altri. Così, insieme alla sua mamma, anche lei infermiera, si è messa a lavoro e ha donato tutto all’Anson General Hospital. Lexi era stata ringraziata pubblicamente, e in poco tempo era diventata una piccola eroina. Il suo gesto di generosità aveva fatto il giro delle emittenti locali e commosso l’intero Stato. Un tragico destino, però, ha voluto che la sua vita si spegnesse. Un incidente stradale le è stato fatale.
Coronavirus, Lexi è morta in un incidente stradale
Lexi è rimasta ferita mortalmente durante un incidente a Munday, una città dello stato del Texas, negli Stati Uniti. Come riporta Metro, la sua morte ha sconvolto tutta la comunità. Al suo funerale erano presenti anche le infermiere dell’Anson General Hospital, l’ospedale per cui aveva cucito le mascherine. Nel suo necrologio, infatti, si legge: “Ha trascorso innumerevoli ore a realizzare maschere facciali necessarie per la comunità della contea di Knox e altre aree circostanti”. In tutto, ne aveva cucite circa un centinaio. A quanto si apprende, quello di Lexi era un vero e proprio talento, infatti aveva vinto alcuni premi locali per l’artigianato.
Grazie al suo impegno, era molto nota nella comunità. Anche i politici locali, infatti, conoscevano Lexi e le sue buone azioni. Una consigliera, dopo aver appreso la notizia, ha commentato: “Era una bambina straordinaria. Era brillante, talentosa, saggia. Aveva lo spirito più prezioso che io abbia mai conosciuto”.
Cuciva a mano le mascherine per le infermiere
Il mondo ha iniziato a parlare di lei a inizio aprile quando, in piena emergenza coronavirus, la piccola Lexi aveva deciso di dare il suo aiuto alla comunità. Scoprendo il problema della scarsità di misure di protezione individuale per gli operatori sanitari, ha deciso infatti di cucire delle mascherine da donare all’ospedale locale della zona in cui viveva, l’Anson General Hospital. La sua ispirazione sono state la mamma, la zia e la nonna, tutte infermiere. Così, approfittando della chiusura delle scuole, ne ha fabbricate un centinaio.