Silvia Romano riscatto pagato sì o no? Sì, ma non dall’Italia. A tirare fuori il denaro per la liberazione sarebbe stato il Qatar, che in cambio avrebbe preso l’uranio, destinato all’Iran. Il paese avrebbe versato poco meno di quattro milioni di dollari ai terroristi, che non compreranno armi, come aveva dichiarato il falso portavoce al quotidiano ‘Repubblica’, ma costruiranno grattacieli in Occidente. Questo è quanto ricostruisce il sito specializzato Africa ExPress, che ha dedicato un approfondito dossier, dal taglio investigativo alla giovane volontaria rapita in Kenya. A rilanciare l’articolo stamani, domenica 24 maggio 2020, anche ‘Libero Quotidiano’.
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Silvia Romano riscatto pagato dal Qatar, spunta dossier: intrigo internazionale alla Hitchcock
“L’Italia non ha pagato il riscatto per la liberazione di Silvia Romano. A sganciare il denaro è stato il Qatar in una triangolazione di dollari, armi, garanzie politiche e soprattutto uranio. Un intrigo che vede coinvolti, oltre al piccolo Paese del Golfo, anche Turchia, Emirati Arabi Uniti e Iran. La giovane volontaria (che, lo ripetiamo ancora una volta, va lasciata in pace dopo la sua terribile esperienza) si è trovata, suo malgrado al centro di un intrigo internazionale che l’ha costretta a restare prigioniera per 535 giorni”, scrivono così Massimo A. Alberizzi e Monica A. Mistretta su ‘Africa ExPress’. Una disamina curata che ripercorre passo passo le vicende di Silvia Romano.
Smentito nel lungo articolo anche il finto colloquio del portavoce degli shebab Ali Dehere con Pietro Del Re. Sarebbe stato solo un modo per confondere le acque: “Mentre ad Africa ExPress il suo entourage dice che non è a Mogadiscio ed è senza telefono (cosa normale per evitare di essere individuato e centrato da un missile) a Pietro del Re di Repubblica, qualcuno concede una chiacchierata. Conoscendo Pietro e la sua correttezza, immaginiamo che sia stato ingannato. Il suo interlocutore che lui crede sia Ali Dehere sostiene di aver rapito Silvia e svela che con i soldi del riscatto comprerà armi”.
La falsa intervista a ‘Repubblica’: «Immaginiamo che il giornalista sia stato ingannato»
“L’intervista fa il pari con quello che scrivono i giornali e che si vuol far credere all’opinione pubblica, e cioè che l’Italia avrebbe irresponsabilmente permesso ai terroristi di comprare un arsenale. Nulla di più assurdo. In Somalia ci sono più armi che persone. Il Paese potrebbe vendere armi più che comprarle. Quei soldi – che comunque non sono stati versati dall’Italia – finiranno nelle cassaforti di finanzieri che a loro volta li investiranno in grattacieli, in palazzi o in interi quartieri a Londra, Dubai, New York ma anche a Roma e a Milano, dove magari coloro che hanno costruito la gogna mediatica contro Silvia andranno ad abitare, felici e sorridenti”, si legge sempre nell’articolo.
Silvia Romano riscatto: la volontaria milanese in un gioco più grande di lei
Silvia Romano si sarebbe trovata in un «gioco» più grande di lei e decisivo per la sua liberazione sarebbe stato il Qatar, che in Somalia ha creato una notevole rete di informatori. “Alleata dei turchi e degli italiani in Libia, amica dell’Iran, con cui Roma intrattiene ottimi rapporti, Doha appare subito come ottimo strumento per cavare le castagne dal fuoco. E poi il Qatar ha appena ordinato a Leonardo (la vecchia Finmeccanica) materiale bellico per oltre 5 miliardi di euro e la Fincantieri deve consegnare battelli militari per quattro miliardi circa di euro. Ma c’è anche un altro piccolo, ma non insignificante, dettaglio: il generale Luciano Carta, capo dell’AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna, leggi servizi segreti) dal 20 maggio prenderà il posto di presidente di Leonardo”, si apprende nel dossier. Insomma un intrigo internazionale senza precedenti, alla Hitchcock proprio. leggi anche l’articolo —> Silvia Romano, il papà Enzo confessa: «Ecco perché mi sono inchinato davanti a lei»