Fra le operazioni di chirurgia estetica più richieste in Italia e quarto intervento più praticato al mondo secondo i dati dell’American Society of Plastic Surgeons, la rinoplastica permette di modificare la forma e l’aspetto del proprio naso donando nuova armonia al volto, nonché correggere un setto nasale deviato ovviando a problematici difetti di respirazione. Un’operazione molto comune ma non per questo scontata, che per la sua complessità necessita di mani esperte e comprovate abilità e che negli ultimi anni ha subito non poche evoluzioni, sia al livello di impiego di strumenti e tecniche di esecuzione, sia per l’affermarsi di tendenze e fenomeni sociali che hanno inciso sul suo crescente ricorso e sulla tipologia di richieste. Chi decide di sottoporsi a un intervento così importante come quello al naso deve necessariamente rivolgersi a un professionista specializzato in chirurgia facciale per ottenere la migliore rinoplastica possibile. Vediamo di mettere a fuoco le tendenze emergenti e i cambiamenti più rilevanti con l’aiuto del Professor Mario Dini, uno dei più affermati chirurghi plastici su Milano per i suoi interventi di rinoplastica, molto ricercato anche a Firenze e a Roma.
Per una rinoplastica perfetta le parole d’ordine sono: naturalezza e personalizzazione
Se è pur vero che oggi la bellezza ha nuovi confini, rifiuta canoni prestabiliti e accoglie generosamente le imperfezioni, non tutti riescono a convivere in modo sereno con difetti ingombranti rendendoli parte integrante della propria unicità. Se attrici come Barbra Streisand, Sarah Jessica Parker e Sabrina Impacciatore hanno saputo fare dell’irregolarità del naso un loro punto di forza, sono ancora molte le donne per le quali questo difetto rappresenta una fonte di insicurezza e disagio e un peso di cui vorrebbero sbarazzarsi al più presto. Tuttavia, ciò che fino a qualche decennio fa spesso tratteneva dal ricorrere al chirurgo estetico era il timore di ottenere un risultato artefatto, un naso standardizzato e facilmente riconoscibile come “rifatto” che non tenesse sufficientemente in considerazione le esigenze di personalizzazione e di ricerca di un’armonia dell’insieme. La novità è che le tecniche più moderne permettono invece di ottenere risultati assolutamente naturali, poiché il naso è considerato nel contesto del viso e le modalità di esecuzione vengono adattate a ogni singolo caso.
“L’intervento di rinoplastica è molto più conservativo rispetto al passato: oggi il concetto base è che il naso deve essere naturale e non sembrare operato, come succedeva prima”, è quanto ci conferma il Professor Mario Dini sulla base della riconosciuta competenza in materia di rinoplastica a Milano, dove opera da anni con successo. “Fino a qualche tempo fa il chirurgo plastico tendeva a rimodellamenti eccessivi che rendevano il naso “finto”, ricorrendo spesso anche a parti di protesi al silicone o altri materiali per modificarne la struttura. Oggi, invece di impiegare corpi estranei, si preferisce riutilizzare strutture osteo-cartilaginee proprie, evitando il rigetto e problemi di altro genere” aggiunge Dini. Una rinoplastica 2.0 che, per questo motivo, il professore non esita a definire anche “bio-ecologica”. Cosa vuola dire? In sintesi, un rimodellamento del naso sarà tanto più vicino all’eccellenza quanto meno sarà identificabile: incontrando il paziente operato, le persone riconosceranno e apprezzeranno il miglioramento estetico senza nemmeno individuare l’intervento al naso. “Al di là delle proporzioni di un profilo perfetto e della forma ideale del naso, che secondo gli esperti dovrebbe avere un’esatta angolazione e una precisa distanza dalla bocca, un intervento di rinoplastica che possa dirsi perfettamente riuscito è quello che restituisce un naso perfetto nella sua naturalezza”. Un risultato reso possibile anche grazie a strumenti tecnologici innovativi come simulatotori di immagini, permettono di visionare in maniera preventiva l’esito dell’intervento.
Rinoplastica, una questione di selfie
Con la diffusione dei social network e in un momento storico in cui l’apparire sembra contare assai più dell’essere, uno dei fenomeni più allarmanti in ascesa soprattutto fra i giovanissimi è dato dal ricorso sempre più frequente alla chirurgia estetica allo scopo di ottimizzare l’immagine di sé che rimandano i selfie scattati col telefonino. Se per le nuove generazioni i nuovi canoni di bellezza sono quelli imposti da Instagram e Snapchat, sempre più spesso fra i motivi che portano a richiedere un intervento di modifica di parti del proprio corpo c’è proprio l’insoddisfazione negli autoscatti e la pretesa di ottenere foto perfette e performanti da guardare, riguardare e mostrare agli altri per ottenere consensi e ammirazione. Un’attitudine che porta molti ragazzi a considerare il proprio naso come uno dei principali motivi di insoddisfazione, senza considerare che i tratti del viso risultano notevolmente alterati dalla fotocamera frontale e che, come evidenzia uno studio recente apparso sul magazine specializzato Jarma Facial Plastic Surgey, sullo schermo il naso appare più grande del reale di ben il 29%.
A questo proposito l’invito del Professor Mario Dini è di diffidare di ideali di bellezza assoluti imposti da media e social network e di stare alla larga da forzature, ricordando che un paziente deve ricorrere alla rinoplastica solo quando sente fortemente dentro di sé il desiderio di migliorare l’aspetto del proprio naso e nel caso in cui la sua forma e/o le sue dimensioni comportino un fastidio o un vero e proprio disagio, e non soltanto per seguire le mode del momento o perché influenzati da un’ingannevole percezione del proprio volto. Un monito perfettamente in linea con il Sondaggio Selfie svolto della SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica) teso a delineare l’identikit dei “pazienti selfie”, che ricorrono a un intervento di chirurgia plastica mossi dall’insoddisfazione dalla propria resa estetica negli autoscatti pubblicati online. Secondo i risultati dell’indagine, questa tipologia di target (compresa prevalentemente fra i 18 e i 25 anni) non avrebbe infatti un’immagine corporea obiettiva ed equilibrata. Compito di un bravo chirurgo è dunque valutare con attenzione l’indicazione dell’intervento e saper dire anche di no se la richiesta sembra eccessiva e/o non appropriata.
Rinofiller o rinoplastica?
Ultimamente molto richiesto, il rinofiller è una tecnica che permette di migliorare in maniera rapida e indolore il profilo del naso, correggendo alcuni difetti attraverso iniezioni di filler volumizzanti, come l’acido ialuronico. Adatto a sollevare leggermente la punta, riempire avvallamenti o alzare la base del naso, il rinofiller è adatto a chi, non contento del proprio aspetto, desidera correggere piccole imperfezioni a costi ridotti evitando il decorso post operatorio proprio dell’intervento chirurgico. Fra i maggiori appeal del rinofiller c’è, infatti, proprio la rapidità dei tempi di esecuzione: le infiltrazioni di filler vengono effettuate in circa 30 minuti e la ripresa delle normali attività è quasi immediata.
Come ci illustra il Professor Mario Dini il rinofiller è però consigliabile esclusivamente in casi molto specifici, mentre non può essere considerato in alcun modo una valida “scorciatoia” all’intervento chirurgico di rimodellamento del naso nel caso in cui ci si trovi alla presenza di difetti di una certa entità. Il rinofiller, determinando una rinoplastica di accrescimento poiché viene iniettato un filler che aumenta le dimensioni del naso, non è assolutamente indicato per ridurre le dimensioni di un naso troppo grande né tantomeno per correggere difetti funzionali, a differenza della rinoplastica il rinofiller ha inoltre una durata temporanea e va ripetuto più volte nel tempo.