Ieri, martedì 16 giugno, il sindacalista dell’USB Aboubakar Soumahoro si è incatenato vicino a Villa Pamphilj, a Roma, dove sono in corso gli “Stati generali dell’economia”. In segno di protesta, ha iniziato lo sciopero della fame e del bere, nel tentativo di attirare l’attenzione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Dopo otto ore con le catene ai polsi, il Premier ha concesso l’incontro e insieme hanno discusso delle proposte presentate dal sindacalista. Sostanzialmente tre: una riforma della filiera agricola, un “piano nazionale emergenza lavoro” e una modifica delle politiche migratorie.
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Stati Generali, Soumahoro si incatena a Villa Pamphilj
Soumahoro e gli altri attivisti hanno chiesto quindi non solo di regolarizzare gli immigrati cancellando fondamentalmente il decreto sicurezza, quella riforma che ha trasformato la maggior parte degli immigrati in clandestini irregolari. Ma hanno anche chiesto di rivedere il lavoro di sfruttamento che avviene nelle campagne, e di tutelare coloro che rischiano di perdere il posto per l’emergenza Coronavirus. Niente di scandaloso, niente di eclatante: il sindacalista, da anni impegnato nelle battaglie per i diritti dei braccianti e dei lavoratori delle campagne, ha portato di fronte al Presidente Conte, al ministro dell’Economia Gualtieri e alla ministra del Lavoro Catalfo dei problemi che in Italia sono reali. E ha presentato alcune idee per aiutare gli stranieri presenti in Italia. In nome degli invisibili.
I decreti sicurezza hanno di fatto abolito l’integrazione, questo è innegabile. In Italia la questione immigrazione è stata affrontata, almeno nell’ultimo decennio, come un perenne stato d’emergenza. Quando poi a questo si aggiunge un altro stato d’emergenza, sanitario, è chiaro che il sistema vada in tilt. E che vengano fuori tutti i problemi non solo legati a uno dei più grossi fallimenti europei, ma anche a tutte le realtà nascoste sotto al tappeto per anni. Come lo sfruttamento degli immigrati (e non solo) nei campi. O il caporalato. O ancora come la povertà che aumenta in modo esponenziale. Sia che si tratti di immigrati, sia che si tratti di italiani.
Nel mondo stanno esplodendo le proteste in nome dell’uguaglianza, che ancora può essere considerata solamente un’utopia. Ma nonostante questo, nonostante il Covid, di fronte a un sindacalista che si incatena per avere delle risposte, per proporre delle soluzioni alternative, alcuni riescono a puntare il dito contro. Perché c’è sempre qualcosa di più importante. Soprattutto se a parlare, in Italia, è uno straniero.
Stati generali, la richiesta di eliminare i decreti sicurezza
Il Giornale definisce chi è a favore dell’accoglienza e dell’integrazione “talebani”, con un gioco di parole davvero curioso e a dir poco improprio, visto il senso dispregiativo che gli viene affidato. Un senso, tra l’altro, che non dovrebbe esistere visto che per talebani si intende, letteralmente, gli studenti delle scuole coraniche in area iranica, incaricati della prima alfabetizzazione, basata su testi sacri islamici. Tornando però alla protesta, Soumahoro chiede la cancellazione non solo dei decreti sicurezza, ma anche dell’accordo firmato nel 2017 e rinnovato all’inizio di febbraio tra l’Italia e la Libia.
Con questo si è verificata una drastica diminuzione delle partenze degli immigrati. Ora però le attività di ricerca e soccorso affidate alla cosiddetta guardia costiera libica si traducono di fatto nell’aggiramento del principio di non refoulement, secondo la quale non può essere impedito a nessun essere umano l’ingresso sul territorio, né può esso essere deportato, espulso o trasferito verso territori in cui la vita o la libertà sarebbero minacciate. In questo modo si condannano migliaia di persone alla morte in mare e potenziali richiedenti asilo alla permanenza in Libia e a trattamenti inumani e degradanti. Perché si preferisce lasciare annegare i bambini, le persone, pur di proclamare la difesa dei confini. E perché in Italia abbiamo altro a cui pensare.
La principale misura contenuta nel decreto sicurezza, poi, è l’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, una forma di protezione molto diffusa della durata di due anni, sostituita da altri permessi più specifici e quasi impossibili da ottenere. Non è strano quindi che si chieda la sua cancellazione.
Stati Generali, le proposte per tutelare gli invisibili
Lo sciopero della fame e della sete, inoltre, è stato svolto in nome dei “tanti lavoratori sfruttati, esclusi e invisibili”. E’ una protesta che parte dalla “riforma della filiera agricola” per liberare “gli agricoltori, i braccianti e i contadini” dallo “strapotere dei giganti del cibo che favoriscono sia lo sfruttamento che il caporalato”. Di fatto, un problema reale in Italia. Sostanzialmente, per il sindacalista questo si tradurrebbe nell’eliminazione della “legge Bossi-Fini” (che rende impossibile trovare un lavoro regolare per quasi tutti gli stranieri extracomunitari) e dei decreti sicurezza. A Il Giornale, Soumahoro ha dichiarato: “Servono nuove politiche migratorie e un provvedimento che regolarizzi tutti gli invisibili per emergenza sanitaria. I migranti non sono immuni a questo virus, e quando si è in guerra si salvano le persone”.
Non ritiene sufficiente quindi la sanatoria voluta dal ministro Bellanova, la procedura per regolarizzare una parte dei migranti irregolari che vivono in Italia.In questo modo, infatti, si lega il provvedimento solamente al problema della raccolta della frutta nei campi agricoli.
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Jasmine Cristallo: “Torniamo umani”
La pensa allo stesso modo il Movimento delle sardine, che a sua volta tramite la voce di Jasmine Cristallo ha detto: “Questo è l’inizio di quella grande coalizione, dialogo e speranza che auspichiamo da mesi. Noi ci siamo con tutte le nostre forze e tutti i mezzi, le speranze possibili. Torniamo a dialogare, torniamo umani, torniamo a fare politica tutti insieme”. Così anche Fabio Fazio, che ha espresso solidarietà per la causa e mandato un abbraccio; o il disco di Milano Beppe Sala, che ha raccolto l’hashtag #iostoconboubakar, “perché la vita è fondata sul lavoro degno, che ha alla base i diritti e i salari equi”.
Per il leader della Lega Matteo Salvini, invece, tutto questo è un “delirio anti-italiano di PD e 5S”, che va fermato “dentro e fuori il Parlamento”. Forse è vero: in questo momento di emergenza quelli sollevati dal sindacalista non sono gli unici problemi in Italia. Ma sono problemi reali, e se si vuole “rilanciare” il Paese (l’obiettivo degli Stati Generali) è bene averli tutti davanti, analizzarli, ed evitare di continuare a far finta di niente. >>Tutte le notizie di UrbanPost