Con incredibile sorpresa, Giorgia Meloni nel complesso commenta positivamente il Recovery Fund e il traguardo raggiunto dopo giorni di riunione dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sottolinea, ovviamente, che poteva e doveva fare meglio, però tra le righe ammette che tutto sommato ci si può ritenere abbastanza soddisfatti. E così, lascia da solo il suo amico e collega Matteo Salvini che, al contrario, ha definito l’intesa una “fregatura grande come una casa”.
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Recovery Fund, Giorgia Meloni: “Conte è uscito in piedi ma poteva andare meglio”
Oggi il leader della Lega è un po’ più solo. Perché dai banchi dell’opposizione Matteo Salvini è l’unico ad attaccare così duramente l’accordo dell’Unione europea. Giorgia Meloni, infatti, ha riconosciuto pubblicamente al Premier di “essersi battuto per contrastare le pretese dei Paesi nordici”. Non si ritiene totalmente soddisfatta, ma non lo definisce nemmeno una “strafregatura” come ha fatto il suo alleato. Anzi, su Facebook la leader di Fratelli d’Italia ha dichiarato: “Abbiamo votato a Bruxelles per il debito comune, che ha reso possibile il Recovery Fund. Abbiamo tifato per l’Italia in ogni momento. Con la coscienza a posto ora, a negoziato concluso, voglio dire che Conte è uscito in piedi ma poteva e doveva andare meglio.” Secondo Meloni, infatti, alcuni passi falsi sono stati fatti.
“E’ stato sbagliato dare per acquisiti i 500 miliardi di sussidi proposti da Merkel e Macron, per poi aprire a un taglio in cambio di zero condizionali- ha sottolineato-. E’ tornato a casa con meno sussidi e più condizionalità”. Nonostante questo, però, “gli riconosciamo di essersi battuto per contrastare le pretese egoistiche dei Paesi nordici, ma il risultato finale purtroppo non è quello che speravamo.
I ‘frugali’ ottengono il ridimensionamento del Recovery Fund, mantengono e addirittura aumentano privilegi inaccettabili e anacronistici. Per l’Italia si conserva un livello accettabile di sussidi a fondo perduto ma in compenso rischiamo di perdere molti miliardi su altre voci del bilancio pluriennale. E, a monte, nessuna revisione degli assetti europei che penalizzano in modo strutturale l’Italia e la sua economia”, ha scritto.
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Dall’opposizione l’appoggio di Giorgia Meloni al Premier Conte
Non festeggia, ma non critica nemmeno eccessivamente l’intesa europea. Così come non spara contro il presidente del Consiglio. Nella nota, ha poi continuato: “Vengono rinviate a data da destinarsi tutte le tasse sui colossi extraeuropei e la finanza speculativa ma viene introdotta una tassa sulla plastica di 80 centesimi al chilo dal 1 gennaio 2021: un salasso per migliaia di imprese, con il rischio che i costi si riversino fino alle famiglie. Ma quello che ci preoccupa di più è che non solo queste risorse arriveranno a primavera 2021 inoltrata ma che per spenderle dovremo comunque passare dalle forche caudine dei Rutte di turno: non si chiama “diritto di veto” ma il “super freno di emergenza” funzionerà allo stesso modo.
Si rischia un inaccettabile commissariamento delle scelte di politica economica di una Nazione sovrana. Difenderemo la nostra sovranità strenuamente e ci auguriamo che da questo momento in poi il governo voglia fare lo stesso”. Insomma, tutto sommato il risultato è da pacca sulla spalla anche per (quasi tutta) l’opposizione. >>Tutte le notizie di UrbanPost