Morte Giulia Di Sabatino: respinta pochi giorni fa dalla Procura di Teramo la seconda richiesta di riapertura del caso. Resta un mistero il decesso della 19enne di Tortoreto precipitata dal cavalcavia della A14 la notte a cavallo fra il 31 agosto e il 1° settembre 2015. I nuovi elementi di prova forniti dai legali della famiglia per la Procura sarebbero ininfluenti e comunque non sufficienti per far riaprire l’inchiesta già archiviata come suicidio. Ipotesi, questa, sempre respinta dai genitori di Giulia che da cinque anni si stanno battendo per la verità: per loro Giulia è stata uccisa.
Foto a luci rosse di Giulia: a processo il ragazzo che la istigò
Il loro legale ha infatti annunciato di avere l’intenzione di presentare un’altra istanza: “I nostri consulenti non si sono fermati in questi mesi, anche dopo aver presentato la richiesta di riapertura e quindi siamo in possesso di altro materiale che sarà oggetto della prossima istanza“. Intanto l’attenzione dei media è puntata in queste ore sul processo per prostituzione minorile e pornografia minorile in cui è imputato un 30enne di Giulianova. Si tratta di uno dei giovani all’epoca indagati per la morte della 19enne, la cui posizione fu poi stralciata.
Nel cellulare dell’indagato sono state trovate foto osé di Giulia Di Sabatino e di altre due ragazze, tutte all’epoca minorenni. Secondo l’ipotesi di reato formulata dall’accusa, il 30enne avrebbe indotto Giulia a produrre e inviare materiali a luci rosse quando era ancora minorenne. L’imputato nel cui processo i signori Di Sabatino si sono costituiti parte civile, è Francesco Totaro. Alla luce di quanto emerso da una indagine condotta dalla Polizia Postale, il 30enne avrebbe persuaso Giulia ad inviare immagini e video di sé di carattere erotico, promettendole in cambio del denaro. I fatti contestati risalgono al 2013- 2014.
Migliaia di files cancellati dal pc dell’imputato
I periti informatici che hanno compiuto le indagini, in aula hanno riferito della sospetta cancellazione di una notevole quantità di files dai dispositivi elettronici in uso all’imputato. Nello specifico si tratterebbe di oltre 42mila immagini e 2mila video dal contenuto di carattere sessuale. Le foto di Giulia in atteggiamenti lascivi sarebbero circa 60. Per gli inquirenti si tratta di produzione di materiale pornografico.
“Speriamo possano emergere elementi utili a far riaprire le indagini per la morte di Giulia”. Se lo augura Antonio Di Gaspare, avvocato di Luciano di Sabatino e Meri Koci, genitori di Giulia. “Nella richiesta di rinvio a giudizio per Totaro, il procuratore della Distrettuale aveva messo in correlazione le condotte dell’imputato con la morte di Giulia, tant’è che io stesso avevo più volte chiesto che quel fascicolo fosse acquisito a quello ormai archiviato”, ha aggiunto il legale. Potrebbe interessarti anche —> Morte Giulia Di Sabatino, la Bruzzone «convinta che ci sia spazio per una riapertura del caso»