Il presidente Conte ha iniziato la sua ricerca per costruire una nuova maggioranza. Dopo l’annunciata, ma non dichiarata, crisi di governo, il presidente del Consiglio lunedì si presenterà alla Camera per chiedere la fiducia, e poi martedì sarà in Senato per il voto decisivo. Si punta tutto sui responsabili, arruolati principalmente tra socialisti, fuoriusciti berlusconiani e delusi da Italia Viva. Senatori che, tra l’altro, potrebbero essere tra i primi a porre le basi per un partito personale capitanato proprio da Giuseppe Conte. Tra i Palazzoni romani, infatti, l’ipotesi è tornata a circolare insistentemente.
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Crisi di governo, la sfida in Senato
Proprio in Senato la situazione risulta essere particolarmente critica. Al momento l’opposizione conta 138 voti, a cui potrebbero aggiungersi i 18 dei renziano, arrivando così a 156. La maggioranza, invece, tra senatori del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, arriverebbe a 127. Proprio per questo motivo il ruolo dei responsabili risulta essere fondamentale per permettere alla maggioranza di continuare il suo cammino. Anche perchè “con Renzi è finita”, e questo è stato detto chiaramente. I margini però sono piuttosto stretti, e difficilmente saranno sufficienti ad assicurare la stabilità di governo. La necessità, tuttavia, è quella di andare avanti e arrivare almeno alle prossime tappe principali ritmate dall’emergenza sanitaria, come il voto sullo scostamento di bilancio necessario per finanziare i prossimi decreti Ristori.
Insomma: bisogna continuare a lavorare senza costringersi a indirizzare le intenzioni in meri giochetti di potere. Anche perché un eventuale ritorno alle urne significherebbe lasciare definitivamente la palla in mano al centrodestra. E sebbene l’ipotesi non venga apprezzata da nessuno, Matteo Renzi compreso, rimane una sfumatura presente sullo sfondo di questa crisi di governo.
Crisi di governo, Conte: “I responsabili ci sono. Sarete i costruttori”
Per quanto la situazione sia critica, Conte sta facendo in modo di far vedere di avere tutto sotto controllo. Così ha dichiarato non solo che “i responsabili ci sono”, ma anche che saranno i “costruttori”. Cosa significa questo? Il presidente Conte ha dichiarato di lavorare a “un grande progetto politico, europeista, liberale e ambientalista, in contrato totale con le idee sovranità di Salvini e Meloni”. Un nuovo partito, quindi. L’ipotesi stuzzicherebbe la mente di molti, e di fatto si sta diffondendo tra i Palazzi romani accompagnata dalla spiegazione che, appunto, “sta nascendo un gruppo parlamentare che avrà forte dignità politica”. E che, soprattutto, avrà un futuro in caso di elezioni. Intanto, però, bisogna guardare al presente.
Tra i nomi dei responsabili, Conte ha già apprezzato l’appoggio e il richiamo di sostenibilità di Riccardo Nencini, il presidente del Psi. In totale, comunque, sarebbero dodici i senatori “responsabili” che potrebbero dare appoggio a Conte. Si tratta degli ex M5S Paola Nugnes, Michele Giarrusso e Gregorio De Falco, ma anche ex Forza Italia come Sandra Lonardo, la moglie di Clemente Mastella, ora al Gruppo Misto.Tra i possibili nomi, poi, emerge anche un ex Pd come Tommaso Cerno, al Misto dallo scorso febbraio.
Da una crisi a un’opportunità
A chi lo chiama preoccupato dalla presunta crisi di governo, poi, Conte sta rispondendo così: “Ci sono dei momenti in cui le sfide sono così difficili e impegnative che non c’è spazio per il grigio, ma diventa tutto bianco o nero“. Queste parole si legano inevitabilmente a un appello a tutti i senatori dell’opposizione tentati di offrire il proprio sostegno: “Decidere di essere costruttori in questa fase politica significa fare una chiara scelta per il bene del Paese”. Anche perchè, ricordiamolo, l’Italia sta vivendo un momento storico senza precedenti, e come ha sottolineato Franceschini, se una volta il termine responsabili “indicava una negatività, non è più così”. Bisogna almeno tenere duro fino a che l’emergenza sanitaria non sarà contenuta. O fino al 2023, quando il mandato avrà finito il suo corso.
Conte ora si gioca il tiro libero decisivo: o va avanti, o il suo incarico potrebbe finire qui. Vediamo se sceglierà, come accaduto con Matteo Salvini, di attaccare pubblicamente Renzi, oppure punterà tutto sul futuro dell’Italia e sulle vere esigenze del momento. Riuscirà a trasformare la crisi di governo in un’opportunità? Anche perchè ormai è chiaro: alle prossime elezioni potrebbe presentarsi con una lista sua. Tra l’altro, sembra esserci già un nome che aleggia tra i corridoi di Palazzo Chigi: potrebbe chiamarsi “Insieme”. >> Tutte le notizie di UrbanPost