Crisi di governo. E alla fine i responsabili, o meglio, la parte determinante di questi ha fatto un passo indietro. L’Udc non sosterrà Giuseppe Conte con i suoi voti al Senato. Vogliono forse posti nell’esecutivo per garantire l’appoggio al premier, ora sempre più traballante? Non pare proprio, almeno non leggendo la nota diffusa oggi dal partito di Lorenzo Cesa. Cosa succede quindi adesso? Le comunicazioni di Conte sono già calendarizzate per lunedì alla Camera e quindi al Senato. Ma non è escluso che, se la situazione non dovesse chiarirsi nelle prossime 24 ore, Conte possa rimettere il mandato nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella.
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Crisi di governo, cosa succede dopo il “no” dell’Udc: Conte verso le dimissioni? “Panico” tra i 5 Stelle
C’è grande sconforto in queste ore tra chi lavora per una soluzione, a caccia dei cosiddetti costruttori. Sarebbero venuti meno 8 senatori, e i numeri al momento non consentirebbero la permanenza del premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. E Matteo Renzi non avrebbe esitato in giornata a mettere il dito nella piaga. Come riferisce una breve nota dell’Adnkronos, durante la riunione con i parlamentari di Italia Viva avrebbe detto: ”Non hanno i numeri, stiamo uniti”.
Secondo la stessa agenzia di stampa, tra i partiti che sostengono l’attuale esecutivo guidato dal Giuseppe Conte si starebbe scatenando in queste ore un vero e proprio “panico”. In particolare sarebbero in fibrillazione alcuni parlamentari M5S, secondo i quali “non ci sarebbero i voti” per proseguire senza l’apporto di Italia Viva di Matteo Renzi. “I numeri non ci sono”, avrebbe detto all’Adnkronos un esponente di governo del Movimento 5 Stelle quando sulle agenzie si
è materializza la nota dell’Udc, con cui il partito di Lorenzo Cesa si è sfilato dall’operazione responsabili ribadendo la sua permanenza nel centrodestra.
Ritorno al dialogo con Renzi per scongiurare le dimissioni di Conte: ma i tempi sono “strettissimi”
Insomma, la nota Udc è stata come un fulmine (quasi) a ciel sereno, proprio mentre la gran parte dei giallorossi dava per “portata a casa” l’operazione “responsabili”. Quanto basta, insomma, per far scatenare il panico nelle chat grilline, che in un primo momento avevano benedetto l’operazione ‘costruttori’ pur di dare il benservito a Matteo Renzi e a Italia Viva. Ma adesso la situazione sembra essere mutata. E c’è chi torna a caldeggiare un dialogo con Iv per scongiurare una fine traumatica della legislatura e il conseguente e ritorno al voto, vero spauracchio di queste ore concitate.
I tempi, come dicevamo, sono però strettissimi. Il nuovo accordo dovrebbe essere raggiunto nelle prossime 24 ore, prima delle comunicazioni di Conte alla Camera. Si torna quindi a parlare di Conte ter, di più che un rimpasto insomma. Un nuovo governo, con un programma di fine legislatura che prenda in considerazione le richieste di Italia Viva e che contempli, nella compagine ministeriale, almeno un paio di nomi di peso del partito di Matteo Renzi, come abbiamo ipotizzato nel totoministri di qualche giorno fa, quando ancora si parlava di un semplice rimpasto. >> I retroscena di politica italiana