Le vite in pandemia sono compresse, con distanziamenti obbligati, rapporti sociali ridotti ai minimi termini, aspettative economiche abbassate e una tristezza di fondo che ci attraversa ogni giorno e che ci mette davanti a un’infelicità diffusa.
Ma siamo davvero sicuri che prima stessimo così bene?
È solo a causa del lockdown e delle restrizioni più o meno stringenti, a seconda delle zone e dei colori, che la nostra vita non ci soddisfa più?
E se tutte le restrizioni finissero, sappiamo realmente cosa desideriamo e come raggiungerlo?
Che cos’è la felicità?
La parola “felicità” evoca uno stato di benessere generale, difficilmente definibile. Nel corso del tempo, le religioni, la filosofia e la moderna psicologia hanno studiato in modo approfondito l’essere umano, cosa lo spinge ad agire e cosa lo rende felice.
Secondo la maggior parte degli studi in materia, la felicità è classificabile in due tipologie: la felicità “relativa” e quella “assoluta”. La maggior parte degli esseri umani, ha sperimentato e sperimenta solo una felicità relativa: una promozione, un nuovo amore, la nascita di un figlio, un beneficio inaspettato e altri eventi positivi capitano, anche se non spesso quanto vorremmo, nella vita di chiunque.
Tuttavia, l’essere umano ha a che fare con una costante dell’esistenza: l’impermanenza. L’emozione di felicità legata a qualsiasi evento, anche estremamente positivo, viene tendenzialmente dimenticata. Perché? Proprio perché si tratta di una “felicità relativa”, influenzata dal mondo esterno, ma che non risiede all’interno della nostra esistenza. Se ne deduce che, quindi, tutto ciò che dipende dalle circostanze esterne può essere fonte di gioia (come di sofferenza), ma la felicità assoluta risiede altrove. E, se davvero si vuole vivere una vita felice, non ci si può certamente affidare a fortuiti eventi esterni.
Anche se molti individui sono ritenuti fortunati dalla società – perché più ricchi, più longevi, più amati – e quindi si presume abbiano più ragioni per essere felici, non è la fortuna la chiave della felicità, bensì la propria capacità di decidere e tener fede alle proprie scelte. Decidere di essere felici è condizione necessaria per poter prendere in mano il timone della propria esistenza: nulla dipende dall’esterno, siamo noi gli unici responsabili del nostro destino.
Il Senso della felicità
Una volta scelto di essere felici ed esserci assunti la responsabilità, come fare a portare avanti questa decisione?
Esiste una guida da seguire?
A cosa dare peso e su cosa, invece, lasciar perdere?
A offrirci una serie di risposte inedite a queste domande è un progetto, messo in campo da alcuni imprenditori e scienziati di respiro internazionale che mira a diffondere una metodologia efficace per il raggiungimento dello stato di benessere a cui tutti aspiriamo: il Senso della felicità.
Provocatoria la data scelta per il lancio del progetto: oggi Lunedì 18 Gennaio, il Blue Monday, noto per essere il giorno più triste dell’anno. E provocatorio è il primo video “La verità sulla felicità” attraverso cui, gli autori del progetto distruggono letteralmente, la maggior parte delle convinzioni diffuse sul tema.
Prima di iniziare il percorso, sembrano suggerirci, è necessario mettere in dubbio e smontare tutti i condizionamenti sociali e morali che la società ci ha imposto, prendendo atto di quanto in realtà si tratti di sovrastrutture che non ci aiutano a raggiungere quello stato di benessere psicofisico (assoluto) a cui aspiriamo.
Si tratta, quindi, di sradicare insegnamenti ricevuti fin dalla tenera età per essere pronti, una volta fatta tabula rasa, a compiere la nostra rivoluzione umana. Un percorso definito in sei passi.
Le sei fonti della felicità
Il Senso della felicità identifica in sei le aree della nostra vita che possono fare la differenza sul nostro stato psicofisico. I “Sei passi per la felicità”, come s’intitola il secondo video. Il termine “passi” non deve trarci in inganno, per raggiungere la felicità assoluta è necessario compierli tutti in armonia, possibilmente contemporaneamente. Restare indietro con uno o con più di uno ha conseguenze estremamente negative come viene mostrato chiaramente.
Ecco spiegato, ognuno dei 6 passi:
Mobilità
All’essere umano è stato donato un bene meraviglioso tutto da esplorare: il pianeta terra. Solitamente diamo per scontata questa possibilità, talvolta rimandando viaggi, gite o semplicemente l’andare a visitare amici che abitano in altre città. Salvo poi renderci conto, come è accaduto in quest’ultimo anno, che una limitazione prolungata della nostra mobilità, un immobilismo forzato, abbassa drammaticamente il nostro umore.
A tutto questo, il Senso della felicità contrappone una filosofia nomade che invita a fare della geografia uno strumento di piacere, a dedicare quanto più tempo possibile a viaggiare, scegliendo con cura tanto le mete, quanto gli eventuali compagni di viaggio.
Aspetto fisico
Per quanto si consideri superficiale, la bellezza è un valore. Siamo fatti di tanti strati e l’aspetto esteriore è il primo che gli altri percepiscono di noi e che noi, talvolta, percepiamo di noi stessi. Curare il proprio aspetto coincide, nella maggior parte dei casi, col curare il proprio benessere psicofisico, quindi la propria salute, e influenza direttamente il nostro umore, rilasciando continue endorfine.
Il fitness, lo sport in generale, la corretta alimentazione, il fare trattamenti di bellezza (tanto per le donne, quanto per gli uomini) sono tutti modi di prenderci cura di noi stessi. Di amarci e il risultato è rendere visibile ed evidente questo amore. Con tutti i vantaggi sociali e individuali che ne possono derivare.
Ricchezza
Ognuno di noi ha sentito almeno una volta dire che “i soldi non fanno la felicità”, cui qualcuno risponde ironicamente “figurati la miseria”. Gli autori, invece, ritengono che per essere felici la questione economica sia fondamentale. Non si tratta della felicità (relativa) di ricevere un aumento o concludere un affare, che tende a scemare in meno di quanto immaginiamo, o dell’arricchirsi fine a sé stessi, che superata una certa soglia può diventare più frustrante che piacevole.
La chiave per la felicità è la libertà finanziaria, intesa come la possibilità di fare scelte libere in un mondo in cui tutto ha un prezzo. Una consapevolezza del denaro come mezzo e non come fine, che sembra essere sfuggita anche a chi di denaro ne ha accumulato molto. Pochissimi multimilionari, tra loro l’ex proprietario di Alibaba Jack Ma, decidono a un certo punto di appendere la calcolatrice al muro e godersi davvero la vita. Un modello da seguire, una prospettiva decisamente entusiasmante e che potrebbe migliorare il difficile rapporto che noi italiani, ad esempio, abbiamo con il denaro.
Notorietà
Chi ha detto nel mondo ci debbano essere più spettatori e comparse che protagonisti?
Ognuno, in fondo, è protagonista del suo film e le tecnologie permettono a sempre più persone di diventare VIP della propria nicchia. Per chi lo fa, oggi, abbiamo coniato il neologismo influencer ma tutti abbiamo il diritto e la possibilità di influenzare gli altri, anche perché tutti in un certo modo lo facciamo, indipendentemente dai social.
Sebbene all’origine de il Senso della felicità ci sono studi trentennali, quanto affermato appare particolarmente attuale oggi. L’invito, quindi, è a non nascondersi, a uscire allo scoperto, a condividere sé stessi e la propria vita, a farsi seguire e a influenzare gli altri, non importa quanti siano.
Sessualità
La sessualità è un tema davvero spinoso: codificata dalla famiglia, dalla religione, dalla società tutta, dagli stereotipi, dagli orientamenti di genere e non solo.
Gli autori del progetto non hanno dubbi: una delle chiavi della felicità è la libertà sessuale. Una libertà fluida ed esploratrice, il cui unico limite è la necessaria consensualità del (o dei) partner.
Spettacolarità
Per essere davvero felici ognuno deve imparare a valorizzare la propria irripetibile unicità e fare con questa della vita un capolavoro. Essere, quindi, artisti dell’esistenza e come ogni pittore, scultore, musicista, attore o regista di successo sviluppare uno stile unico e riconoscibile. Svilupparlo, applicarlo e metterlo al servizio di qualcosa di più grande di noi rappresenta lo scopo della nostra stessa esistenza.
Una metodologia efficace per raggiungere la felicità assoluta
Scomposta, articolata e raccontata così, la felicità appare davvero più chiara e raggiungibile. Decisamente un bel regalo, in occasione del Blue Monday.