Sull’HuffPost l’intervista a Luca Ricolfi, sociologo, accademico, politologo, che ha espresso la sua opinione sul governo Draghi. «Il mio sentimento verso il nuovo esecutivo? Agro-dolce, direi. Anzi, agro e dolcissimo. Dolcissimo perché, rispetto a quel che abbiamo avuto nell’ultimo anno e mezzo, il governo Draghi è un progresso enorme. Con il Conte bis abbiamo avuto il peggior governo dell’Italia repubblicana, un governo che ha sulla coscienza decine di migliaia di morti, e che non ha mai chiesto scusa per i propri errori. Un governo che, al solo scopo di tutelare gli equilibri fra Pd e Cinque Stelle, ha rimandato tutte le scelte cruciali e non è stato in grado di scrivere un Recovery Plan decente», ha dichiarato il 71enne torinese.
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Governo Draghi Ricolfi: «Progresso rispetto al Conte bis, ma sono deluso da…», il lato “agro”
«Con Draghi, se Dio vuole, abbiamo invece tre garanzie fondamentali: l’Europa non ci boccerà il Recovery Plan; i mercati finanziari saranno meno aggressivi nel concederci credito; le scelte più demagogiche hanno buone probabilità di essere stoppate», ha proseguito Luca Ricolfi. Ma c’è un lato «agro»: «La composizione del governo, più politico che tecnico, e la genericità/ovvietà degli impegni programmatici. Quando un presidente di consiglio si insedia, per capire le sue intenzioni, io non guardo mai alla lista dei problemi che intende risolvere, o alla giaculatoria dei temi su cui mostra sensibilità: le solite donne, i soliti giovani, il solito ambiente, la solita digitalizzazione, la solita cultura, la solita pubblica amministrazione da modernizzare, la solita giustizia da velocizzare, la solita crescita da rilanciare, la solita immigrazione da governare, i soliti investimenti nel Mezzogiorno, la solita mafia da sconfiggere, la solita evasione fiscale da combattere. Io guardo a una cosa soltanto: i mezzi con cui quei problemi si proverà a risolvere», ha detto il politologo.
«E su questo la delusione è cocente: Draghi ha detto pochissimo, e le poche cose incisive che, sia pure cripticamente, ha osato dire – rimpatri dei non aventi diritto e tutela dei lavoratori, ma senza salvataggio dei posti di lavoro – di fatto è stato costretto a rimangiarsele nella replica al Senato», ha osservato nell’intervista Luca Ricolfi.
«Non solo non ha sostituito Speranza, ma nulla ha detto che faccia presagire un sostanziale cambio di linea»
Qualche considerazione sulla lotta al Covid, Draghi non sembra aver cambiato passo: «Di discontinuità ne vedo solo due, tutto sommato abbastanza marginali. Primo: Draghi ha mandato a monte la buffonata delle “primule”, e chiesto l’aiuto del settore privato e dell’esercito. Secondo: Draghi ha promesso solennemente che il suo governo abbandonerà la folle politica delle restrizioni last minute, come nel disgraziato caso della stagione sciistica». E la strategia del contenimento ha lasciato scontento Ricolfi: «Questa la mia principale delusione, ed è la conferma che il governo Draghi è nato solo per gestire il Recovery Plan, non certo per fronteggiare diversamente la pandemia. Draghi non solo non ha sostituito Speranza, ma nulla ha detto che faccia presagire un sostanziale cambio di linea. Io temo che la ragione sia abbastanza semplice: Draghi sa che, non avendo il governo precedente fatto quasi nulla di quel che avrebbe potuto evitare il lockdown, ora l’unica alternativa rimasta sarebbe un lockdown più severo; ma sa anche che, se lo attuasse, la Lega uscirebbe dal governo; quindi anche lui, come il suo predecessore, giochicchierà con il meccanismo dei semafori finché le terapie intensive piene convinceranno anche Salvini», ha dichiarato il docente all’HuffPost. Leggi anche l’articolo —> Governo Draghi un capolavoro di Renzi? Ignazi: «Tutt’altro. Ha riportato in auge Salvini»