La strada su cui stavano viaggiando l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovaccie e il loro autista Mustafa Milambo Baguna non era sicura. A sottolinearlo è una nota del World Food Program, il programma alimentare dell’Onu. Altre prove arrivano direttamente dal sito della Monusco, la missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione del Congo.
Luca Attanasio, la strada dove sono stati uccisi non era sicura
Secondo quanto riportato, l’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovaccie e il loro autista avrebbero dovuto utilizzare la scorta e i mezzi blindati per attraversare la strada dove si è verificato il loro attacco. Si sarebbero dovuti comportare come un’altra delegazione che, solamente alcuni giorni prima, aveva attraversato quel territorio vicino alla cittadina di Kanyamahoro, nella zona orientale del Paese. Questo è quanto evidenzia il sito dell’Onu, ricordando proprio l’altra delegazione che aveva compiuto lo stesso tragitto, partendo da Goma in direzione Rutshuru. Quel giorno, però, per salvaguardare l’incolumità del diplomatico belga Axel Kenes e dei suoi colleghi di stanza a Kinshasa, l’Organizzazione delle Nazioni Unite aveva previsto non solo la scorta, ma anche i mezzi blindati, di armi pesanti sulle torrette.
A ribadirlo, poi, è stato anche il Corriere della Sera tramite un servizio scritto al termine di una missione avvenuta tra l’11 e il 13 febbraio. Nel report, infatti, viene riportato che “si sono sottolineate le enormi sfide nella protezione dei civili, poste soprattutto dai numerosi gruppi armati che agiscono sul territorio”. E che “si è affrontata la questione dei sequestri a scopo di riscatto, che sono ora dilaganti nella regione”.
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Dovevano usare la scorta e i mezzi blindati
Il fatto che un’altra delegazione avesse sfruttato l’utilizzo della scorta e dei mezzi blindati dimostra la pericolosità di quel tratto di strada. Un percorso che, alla fine, ha portato all’attacco e alla morte dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovaccie e del loro autista Mustafa Milambo Baguna. Il tragitto che hanno svolto a bordo della Rn2, quindi, non rientrava nella valutazione “green”. Ora la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine su quanto accaduto. Dovrà cercare tutte le responsabilità che hanno causato questa drammatica tragedia. >> Tutte le notizie di UrbanPost