Il vincitore della LXXV edizione del Premio Strega con 187 voti per ‘Due vite’ (Neri Pozza) è Emanuele Trevi, dato per favorito sin dalla vigilia. Al secondo posto Donatella Di Pietrantonio con ‘Borgo Sud’ (Einaudi), 135 voti, e al terzo Edith Bruck con ‘Il pane perduto’ (La nave di Teseo), 123 voti. Quarto posto per Giulia Caminito con ‘L’acqua del lago non è mai dolce’ (Bompiani), 78 voti, e quinto Andrea Bajani con ‘Il libro delle case’ (Feltrinelli), 66 voti. A consegnare l’ambito riconoscimento Giuseppe D’Avino, presidente di Strega Alberti Benevento, sponsor del liquore legato al Premio fondato da Maria e Goffredo Bellonci. Scopriamo qualcosa in più sul vincitore, svelando anche alcune curiosità sul suo libro.
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Chi è Emanuele Trevi, il vincitore del Premio Strega con il libro “Due vite”
È volato più in alto di tutti Emanuele Trevi, che è riuscito ad agguantare il premio Strega che qualche anno fa gli era sfuggito. Al Museo Romano di Valle Giulia, in un’atmosfera molto seria e composta per via dell’emergenza Covid, lo scrittore ha ricevuto il prestigioso riconoscimento letterario. Il romanzo vincitore ‘Due vite’ racconta Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori e amici, entrambi scomparsi prematuramente. “Mi interessava vedere questi due miei amici dentro un aspetto di realizzazione artistica e dentro un aspetto precedente di completa incertezza del futuro”, ha detto il 57enne romano. Un’immensa soddisfazione per Emanuele Trevi, che è uno degli intellettuali più noti del panorama letterario. Come dicevamo, era già arrivato in cinquina dieci anni fa con il libro ‘Qualcosa di scritto’ (Ponte alle Grazie) che arrivò al secondo posto, a soli due voti dal vincitore Alessandro Piperno, che si presentò con Inseparabili. Nato il 7 gennaio del 1964 a Roma, Trevi è anche un critico letterario, oltre che romanziere.
Da anni collabora con Radio 3 e scrive su riviste e quotidiani
Figlio dello psicoanalista junghiano Mario Trevi, Emanuele è editor e autore di saggi e romanzi. Ha debuttato nella narrativa nel 2003 con I cani del nulla, uscito presso Einaudi Stile Libero. È stato direttore creativo (con Arnaldo Colasanti) della Fazi editore. Ha scritto saggi su Emilio Salgari, Goffredo Parise, Giosetta Fioroni, Giorgio Manganelli. Con il libro reportage sul poeta Pietro Tripodo, “Senza verso. Un’estate a Roma”, edito da Laterza ha vinto il Premio Sandro Onofri. Con Il libro della gioia perpetua, Emanuele Trevi ha vinto il Premio Napoli nel 2010. Con il romanzo Il popolo di legno, tradotto anche in francese, con i tipi dell’editore Actes Sud, ha vinto nel 2018 il Prix Marco Polo Venise, per il miglior romanzo italiano tradotto nel 2017 in francese e consegnatogli durante una cerimonia presso l’Ambasciata italiana a Parigi.
Con Sogni e favole (Ponte alle Grazie, 2019), ha vinto il Premio Viareggio per la narrativa e la XVIII edizione del Premio Pianeta Azzurro – I Contemporanei, creato dalla scultrice Alba Gonzales. Da anni collabora con Radio 3 e scrive su diverse riviste come Nuovi Argomenti e Il caffè illustrato. Trevi ha pubblicato alcuni articoli sui quotidiani più venduti in Italia, come la Repubblica e la Stampa. Leggi anche l’articolo —> Giuseppe Festa, “I lucci della via Lago” racconta l’adolescenza che insegna a vivere [INTERVISTA]