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Thailandia, un bimbo di 9 anni è morto dopo essere stato punto da una cubomedusa

31/08/2021 09:00

Un bambino israeliano di 9 anni è morto sabato 28 agosto 2021, in Thailandia, dopo essere stato punto da una cubomedusa. Si tratta di uno degli animali più velenosi al mondo. Il ragazzino è stato trasportato in un ospedale locale ma purtroppo per lui non è stato possibile per i sanitari salvargli la vita. (Continua a leggere dopo la foto)

cubomedusa in Thailandia

Un bimbo di 9 anni è morto dopo essere stato punto da una cubomedusa in Thailandia

Sabato 29 agosto 2021 un bambino di 9 anni è morto in Thailandia dopo essere entrato in contatto con una cubomedusa. I giornali israeliani, paese di nascita del piccolo, e quelli thailandesi hanno riportato la notizia. Il ragazzo e la sua famiglia vivono da diversi anni sull‘isola di Ko Pha Ngan, nel sud-est della Thailandia e stavano trascorrendo la giornata in spiaggia, quando il bambino è uscito dall’acqua dolorante, lamentandosi del fatto di essere stato “punto” da una medusa. Soltanto in un secondo momento i sanitari hanno compreso che si trattasse della famosa e letale cubomedusa: uno degli animali più velenosi al mondo. Nonostante l’intervento dei medici dell’ospedale di Ko Phagnan, il bambino ha perso la vita poco dopo.

La cubomedusa, o “vespa di mare”

Le cubomeduse, chiamate anche “vespe di mare”, sono considerate tra le specie marine più pericolose al mondo per gli esseri umani. Il veleno di queste meduse colpisce direttamente il cuore e il sistema circolatorio. I quattro lunghi tentacoli a contatto con la pelle di un essere umano provocano uno shock anafilattico immediato: le tossine attaccano cuore, sistema nervoso e cellule della pelle. Il dolore provocato è talmente intenso che la persona colpita va immediatamente in shock. Questo tipo di medusa si trova nei mari tropicali dell’Australia settentrionale ma si spinge anche lungo le coste dell’Oceano Indiano. Le autorità locali hanno avviato delle indagini per far luce sull’accaduto e hanno installato delle reti per prevenire l’avvicinarsi delle cubomeduse alle spiagge più trafficate dai turisti.

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