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Chi è “Otoniel”, il re dei narcotrafficanti arrestato in Colombia dopo 10 anni di latitanza

25/10/2021 19:19 - Aggiornamento 25/10/2021 19:32

Dairo Antonio Úsuga David, alias “Otoniel”, considerato il narcotrafficante più ricercato della Colombia, è stato finalmente catturato dopo una caccia durata oltre un decennio il 23 ottobre 2021, come confermato dalle autorità di Bogotà. “Otoniel” era l’ultimo grande erede dei vecchi Cartelli gruppi paramilitari smobilitati durante il governo di Álvaro Uribe. (Continua a leggere dopo la foto)

Chi è "Otoniel"

Chi è “Otoniel”, l’ultimo erede dei dei vecchi cartelli colombiano del narcotraffico

La vita di “Otoniel” si divideva tra i lussi di cui godono i Signori della droga e l’intensa caccia da parte delle forze di sicurezza colombiane, che lo costringeva a non dormire più di qualche notte nello stesso posto, ad utilizzare una rete di rifugi nella giunga e a fare affidamento solamente su dei corrieri per le sue comunicazioni.

“Otoniel” divenne il capo assoluto del Clan del Golfo, noto in precedenza come il ‘Clan Usuga’, dopo che il precedente leader, suo fratello Juan de Dios Úsuga, alias Giovanny, venne ucciso in un raid della polizia la notte di Capodanno del 2010. Per le autorità colombiane, il Clan del Golfo era divenuta la più potente organizzazione criminale del Paese, capace di operare in molte province e con un’estesa rete di rapporti internazionali. Le attività principali sono il traffico di droga e di esseri umani, le estorsioni e l’estrazione mineraria illegale di oro.

Si ritiene che il Clan del Golfo abbia circa 1.800 affiliati, in gran parte reclutati tra i gruppi paramilitari di estrema destra. Suoi membri sono stati arrestati in Argentina, Brasile, Honduras, Perù e Spagna. Uno dei punti di forza del Clan è il controllo di molte delle rotte utilizzate per fare arrivare la droga dalla Colombia agli Stati Uniti e in Paesi anche assai più distanti, come la Russia.

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"Otoniel"

L’evoluzione dei rapporti tra Narcos colombiani e la ‘ndrangheta

Il governo colombiano, anche prima dell’arresto di Otoniel, riteneva di avere assestato negli ultimi anni dei colpi decisivi contro il Cartello, costringendo molti dei suoi esponenti di spicco a nascondersi nella giungla. Otoniel deve ora affrontare una serie impressionante di accuse, che vanno dal traffico di droga all’uccisione di agenti di polizia, al reclutamento di minori per le sue attività criminali. Dopo averlo incriminato nel 2009, le autorità Usa ne chiederanno certamente l’estradizione.

I legami dei cartelli colombiani con la ‘ndrangheta risalgono ai primi anni ’90. Il primo broker italiano a stabilire contatti stabili con i narcos di Bogotà fu Roberto Pannunzi, arrestato definitivamente in Colombia proprio nel 2013. Poi i rapporti si sono via via consolidati, tanto che alcuni trafficanti delle cosche calabresi si sono trasferiti tra Colombia e Venezuela, arrivando anche a stringere rapporti di sangue attraverso matrimoni combinati. Clamoroso quello tra Domenico Trimboli, oggi collaboratore di giustizia, e Valencia Silva Luz, sorella del narcotrafficante colombiano Nelson Ybara Ramirez. Trimboli, tra i più importanti broker della droga di sempre, è stato arrestato nel 2013 proprio in Colombia ed ha ancora due figli che vivono nel paese sudamericano.

I legami tra la ‘ndrangheta e Otoniel – è scritto in “Fiumi d’oro”, libro inchiesta sui traffici di droga delle cosche scritto a quattro mani dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri e dallo studioso di mafie Antonio Nicaso – emergono per la prima volta nel corso dell’operazione “Stammer”. L’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale antimafia di Catanzaro aveva disarticolato un cartello di narcos della ‘ndrangheta: proprio qualche giorno fa il processo si è concluso in Cassazione con 26 condanne, tra cui diversi esponenti di spicco delle cosche reggine e vibonesi. Tra di loro Francesco Ventrici, broker internazionale della cocaina già condannato nelle operazioni “Decollo” e “Due torri connection”. Durante l’indagine furono sequestrate 8 tonnellate di cocaina in Colombia e altre 63 al porto di Livorno. Su questi panetti era impresso il logo della Romain Jerome, marca di orologi svizzeri, che il clan Usuga di Otoniel usava come marchio di fabbrica nei suoi laboratori.

Scrive il magazine dell’Eurispes: “L’unica mafia italiana che ha già avvertito questi cambiamenti (il declino dei vecchi cartelli paramilitari, ndr) e percepito l’esistenza di un nuovo mercato illegale di cocaina nelle Ande è la ’Ndrangheta. Gli uomini della ’Ndrangheta, hanno bruciato tutti sul tempo percependo al volo questo clima di cambiamento in Colombia. Si sono già inseriti nei nuovi equilibri formatisi. A dirla tutta, sono addirittura i nuovi cartelli colombiani a voler creare joint-venture con la ’Ndrangheta perché sanno che tale collaborazione sarà redditizia per entrambe le parti”.

“Per proprio conto –  prosegue l’analisi del magazine Eurispes – la ’Ndrangheta rafforza la posizione di monopolio nei grandi traffici di cocaina in campo europeo. I colombiani, invece, ottengono dai nuovi soci la possibilità di entrare nel mercato europeo riducendo i rischi al minimo. Questa nuova alleanza, che si viene così a configurare come una cooperazione tra criminalità organizzata straniera e italiana, rappresenta un enorme pericolo per tutta l’Europa. Si ritorna ai vecchi tempi di Pablo Escobar, ma con un nuovo modello organizzativo e un nuovo canale privilegiato in cui gli uomini delle ’Ndrine hanno una posizione di primo piano rispetto a Cosa nostra, Camorra e Mafie pugliesi. Il motivo di questa posizione di privilegio è spiegato proprio dai nuovi “narco-juniors”. La ’Ndrangheta è più affidabile perché gli ’ndranghetisti, “non parlano” e “non si pentono”. Il legame familistico li rende invulnerabili e affidabili agli occhi dei clan colombiani emergenti”. (aggiornato il 25 ottobre 2021 alle 19:19)

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