La Polizia di Stato di Bari e Foggia ha portato a termine martedì 22 febbraio 2022 l’operazione “Revelatum” contro la pedopornografia online. L’indagine ha portato all’esecuzione di 67 provvedimenti dell’autorità giudiziaria in tutto il territorio nazionale, con 8 arresti e 59 denunce per detenzione, cessione e divulgazione di materiale pedopornografico. (Continua a leggere dopo la foto)
L’indagine durata meno di due anni, è partita da una segnalazione anonima riguardante la presenza di materiale pedopornografico all’interno di un cloud.
Pedopornografia online, l’operazione “Revelatum”
La maxi operazione “Revelatum” è stata condotta dalla Polizia Postale di Bari e Foggia, coordinate con Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – C.N.C.P.O. (Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online). L’indagine, diretta dalla Procura distrettuale di Bari, è durata un anno e mezzo e ha coinvolto più di 50 uffici della Specialità su tutto il territorio nazionale.
Tutto è partito a seguito di una segnalazione anonima, che dichiarava la presenza di materiale pedopornografico all’interno di un cloud. La Polizia Postale ha quindi analizzato accuratamente le immagini di minori ritratti in atti sessualmente espliciti, ordinandole per gravità e recuperando le tracce digitali lasciate dagli individui che, per varie ragioni, le avevano maneggiate.
L’autorità giudiziaria di Bari ha poi emesso i decreti di perquisizione verso tutti gli strumenti informatici utilizzati dagli indagati. Sono arrivati così a sequestrare e ispezionare circa 60 dispositivi e vari spazi virtuali. Il materiale sequestrato, nell’insieme, corrisponde a più di 500 terabyte di volume. Ciò ha permesso la denuncia di 59 persone e l’arresto di altre 8, colpevoli di detenzione, cessione e divulgazione di materiale pedopornografico.
Pedopornografia, piaga della società
Nel 2019, in occasione della Giornata Nazionale contro la pedopornografia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella affermò che “la lotta contro le varie forme di abuso passa anche attraverso una corretta preparazione di tutti coloro che partecipano all’educazione dei giovani.” Inoltre, il capo dello Stato sottolineò come “l’uso crescente dei mezzi telematici e dei social network da parte dei minori accrescono le possibilità per organizzazioni criminali e per singoli adulti di intercettare le potenziali vittime: l’enorme diffusione di immagini pedopornografiche ne è la drammatica conseguenza”.
La pedopornografia online ha visto un incremento a partire dal primo lockdown, come dichiara il Report 2020 su pedofilia e pedopornografia, realizzato dall’Associazione Meter Onlus: “in seguito alle misure di confinamento è aumentato l’utilizzo dei social media e il tempo dedicato alla rete Internet da parte dei minori. Se da un lato la Rete rappresentava l’unica modalità per rimanere in contatto con i pari […] dall’altro lato ha esposto i minori ai rischi online”. Nel 2020 sono quindi aumentati i tentativi di adescamento di giovani in chat e la diffusione di video pedopornografici, passando da 992.300 video del 2019, ai 2.032.556 nel 2020.
Nel 2021 la situazione non è affatto migliorata: i casi di pedopornografia online sono aumentati del 70%. In quest’anno, oltre a 1400 persone indagate, sono stati 137 gli arresti eseguiti, ovvero +98,5% rispetto al 2020 e +127% rispetto al 2019.
Per questa ragione, è importante l’articolo 20 della legge 23 dicembre 2021, n. 238, intitolata “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2019-2020”. Questo articolo, infatti, si impegna a definire alcune diposizioni penali per la repressione degli abusi sessuali e della pedopornografia. L’articolo 20 introduce il delitto di accesso intenzionale a materiale pedopornografico e nuove aggravanti per violenza sessuale, corruzione, adescamento e sfruttamento sessuale minorili.