Il problema dell’inquinamento ambientale e dei consumi energetici è molto sentito in Italia. A certificarlo diversi studi indipendenti. Ecco quali sono le prospettive nell’ambito del riscaldamento domestico
Il problema del riscaldamento della casa, specialmente mentre il caro-bollette grava sui bilanci familiari, è decisamente sentito. Partendo da questo assunto, sono stati realizzati molte indagini e studi di settore per capire quale sia l’orientamento degli italiani su temi come risparmio energetico e inquinamento.
Soprattutto nelle grandi città, infatti, è sempre più evidente che le emissioni dei sistemi di riscaldamento influiscono sulla qualità dell’aria. Non a caso spesso vengono emanate ordinanze sindacali che limitano l’orario di funzionamento di caldaie e impianti condominiali. L’incentivo alla produzione di caldaie e stufe sostenibili arriva anche da una recente direttiva europea che stabilisce parametri più stringenti alle emissioni in atmosfera.
In questo contesto si colloca un’analisi della società Panadero evidenzia la consapevolezza ambientale degli utenti di questi prodotti. Il produttore di stufe a legna ha calcolato come l’aumento del rendimento degli impianti pari al 10% garantisca un risparmio annuo di 151,50 euro, per un totale di 750 euro in cinque anni. I piccoli miglioramenti sono fondamentali: solo un rendimento migliorato dell’1% aiuta a tagliare 15,15 euro in bolletta.
I dati sugli acquisti
Parimenti interessanti sono i dati forniti da Il Sole 24 Ore che, a sua volta, cita le ricerche di mercato effettuate da NielsenIQ. Secondo questi dati, il 70% degli intervistati ha acquistato nell’ultimo anno una stufa o caldaia a basse emissioni. Infatti per l’87% del campione fra i 18 e i 65 anni il tema dell’inquinamento è un fattore discriminante. Evidentemente anche nella scelta di un nuovo elettrodomestico. Molto popolari anche gli strumenti tecnologici che possono migliorare il rendimento dei dispositivi domestici. App, assistenti domestici e contatori smart sono per il 72% del pubblico di riferimento un aiuto importantissimo per contenere i consumi e aumentare l’efficienza reale.
Molta attenzione sull’energia rinnovabile
Negli ultimi anni il tema della transizione ecologica è diventato molto popolare fra gli italiani. Per questa ragione la richiesta di energia green è decisamente aumentata. A fronte dell’investimento in dispositivi di riscaldamento sostenibili, si chiede anche l’incremento della fornitura di energia green. In particolare il 72% del campione ritiene che sia una questione principale e – di rimando – l’87% vorrebbe che il nostro Paese investisse di più nelle rinnovabili.
Quali sono le nuove normative di riferimento per le stufe?
Prima si menzionavano nuove normative entrate recentemente in vigore per quanto riguarda l’efficienza e l’inquinamento di stufe e caldaie. Si tratta dei regolamenti UE 2015/1189 e 2015/1185. Approvati nel 2015, ma entrati in vigore solo da poco, stabiliscono che:
- Il particolato atmosferico delle stufe non può superare i 40 mg/m³ al 13% O2.
- I limiti per gli OGC (composti gassosi organici) sono di 120 mg/m³ al 13% O2.
- Il monossido di carbonio è limitato a 120 mg/m³ al 13% O2.
- Gli ossidi di azoto non possono superare i 200 mg/m³ al 13% O2.
- Il rapporto efficienza impianto/risorse utilizzate deve essere almeno pari al 65%.
Gli effetti di tali regolamenti europei saranno visibili solo nei prossimi anni: ma crediamo che possano davvero contribuire alla risoluzione di alcuni dei problemi ambientali più gravi.