Il prezzo del gas naturale in Europa si è impennato del 30,5% in poche ore dall’attacco di Putin a Kiev e dintorni. In salita anche quello di tutte le materie prime e del petrolio Brent a 104 dollari. Gli scenari di guerra fanno tristemente presagire un’accelerazione dell’inflazione, che porterà con sé un inevitabile aumento delle bollette. La Russia, infatti, ha le più grandi riserve mondiali di gas naturale e fornisce all’Europa circa il 40% del fabbisogno attraverso i gasdotti. E, stando all’Oxford Institute for Energy Studies, nel 2021 il 22% del gas russo all’Ue è passato attraverso l’Ucraina. Cerchiamo di fare il punto della situazione, evidenziando le ricadute economiche in Italia.
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Guerra Russia-Ucraina, gli effetti sulle nostre bollette
Cosa ha da temere di più l’Italia sul fronte energetico dopo l’attacco russo all’Ucraina? Carlo Stagnaro, economista e direttore delle ricerche dell’Istituto Bruno Leoni, ne ha parlato in un’intervista concessa a «Rai News»: “Due sono gli aspetti riguardo alle forniture di gas: i prezzi e le quantità. I mercati rilevano immediatamente l’incertezza della situazione che comporta un aumento dei prezzi. Il petrolio ha superato i 100 dollari e il gas, che martedì era sotto gli 80 euro per megawatt/ora, adesso alla borsa olandese è battuto intorno ai 120 euro. Dunque i prezzi salgono sia per l’incertezza che per la corsa a comprare il gas per prepararsi al peggio. Non avremo invece problemi di quantità, di volumi. Non mi aspetto una calo delle quantità dalla Russia verso l’Europa, già ai minimi contrattuali in questi mesi, a meno che non sia l’Europa stessa a bloccare il gas russo come effetto delle sanzioni”.
Aumento del gas ma non solo
L’esperto ha spiegato a cosa andremo incontro: “Siamo a fine febbraio, l’inverno è quasi finito e i consumi di gas sono stagionali. Questo aiuta. Continueranno ad aumentare le bollette ma diminuiranno i consumi. D’altra parte però le previsioni meteo parlano di una ‘coda’ d’inverno, con temperature più rigide in arrivo. La temperatura farà una grande differenza rispetto alle conseguenze sui prezzi e sulle disponibilità di gas. Se arriva il freddo ci accorgeremo di più delle conseguenze della crisi ucraina. Rimane invece aperto il tema della sicurezza: il gas non è sostituibile a breve termine”. E ancora: “Non avremo problemi di stoccaggio in questi mesi, ma successivamente. Di solito si riempiono i depositi nazionali in primavera-estate, quando i prezzi sono più bassi, per poi consumare a partire da ottobre. Il problema sarà commerciale se i prezzi salgono invece che abbassarsi. Se non c’è un differenziale di prezzo nei prossimi mesi, e già i futures del gas parlano chiaro, avremo un problema non adesso ma nei prossimi sei mesi”.
Russia Ucraina, le conseguenze economiche per l’Italia
Ma non c’è il solo problema del gas naturale. Gianluca Lelli, amministratore delegato di Consorzi agrari d’Italia e capo dell’area economica di Coldiretti, ha ricordato al «Corriere della Sera» che dall’Ucraina l’Italia ha acquistato l’anno scorso poco più di un milione di tonnellate di grano tenero. Ammanco che per il futuro si farà sentire: verosimile che farà salire i prezzi proprio di farina, pane e dei biscotti, oltre che di certe paste di semola. Non è finita qui: l’Ucraina è anche un importante fornitore di mais di qualità per gli allevamenti italiani. Un dato questo che determinerebbe pure un rialzo anche sui costi delle carni e del latte. Leggi anche l’articolo —> Decreto bollette, cosa prevede il piano del governo: 7,5 miliardi contro i rincari