Chi lo conosce, lo sa: Mario Draghi mantiene sempre le sue promesse. «Il governo non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse. Il governo non tocca le case degli italiani. E lo stesso sarà per gli affitti e per i risparmi», le parole espresse in una breve nota diffusa da Palazzo Chigi, che ribadisce la linea del premier. E vi traspare nella seconda parte pure tutto il disappunto di chi odia ripetersi, solfeggiare: «Il presidente Draghi ha dichiarato più volte questo impegno sin dall’inizio del suo mandato, in Parlamento, in incontri pubblici con il mondo imprenditoriale e industriale, ai vertici internazionali e anche nei vari confronti con i leader delle forze di maggioranza». La rassicurazione è arrivata dopo che Lega e Forza Italia avevano chiesto un colloquio immediato col presidente del Consiglio con l’obiettivo di evitare aumenti di tasse su casa, affitti e risparmi. Incontro che potrebbe aver luogo martedì prossimo. Tommaso Ciriaco ed Emanuele Lauria l’hanno già ribattezzati su «La Repubblica» «i cinque giorni della verità», i cinque giorni «per trattare».
Catasto, Draghi: “Questo governo non aumenterà le tasse”, ma è aria di crisi | Retroscena
L’obiettivo uno solo: “Capire se la Lega intende ottenere qualche limatura e sancire un accordo politico, oppure provocare una crisi. Perché Mario Draghi è disposto a incontrare martedì prossimo Matteo Salvini e Antonio Tajani. A concedere qualcosa, se necessario. Ma certo non a rinunciare all’agenda dell’esecutivo. Perché il sospetto che inizia a farsi largo ai vertici del governo è che il Carroccio stia cercando l’incidente per destabilizzare Palazzo Chigi nel mezzo di un conflitto internazionale”, si legge nel retroscena uscito su «La Repubblica» nella tarda serata di ieri. La situazione non è delle migliori e tocca al ministro dell’economia ancora una volta “salvare il salvabile”: “Primo: i prossimi giorni serviranno a Franco per trattare informalmente con gli ambasciatori del centrodestra, per ricercare un punto di caduta ragionevole. Secondo: sul catasto non si arretra, non ci sarà alcuno stralcio, mentre non è escluso qualche piccolo ritocco sulle altre norme (le aliquote su risparmio e affitti)”, si legge sempre su «La Repubblica». La questione è tutta squisitamente politica: in nome delle riforme Draghi lascerà che la Lega pianti la propria bandierina sul tema niente tasse? Sarebbe una buona concessione in vista delle prossime elezioni.
Calcolo e impotenza, cosa può accadere
È uno scontro che, spiega Massimo Franco, è un chiaro gioco della parti che occorre al centrodestra per smarcarsi dal resto della maggioranza. “Nella ‘strategia del distinguo’ nei confronti di Mario Draghi si riflettono un calcolo e un’impotenza. Il calcolo è quello di marcare su ogni provvedimento un’identità partitica a scapito degli alleati e del premier: pronti, poi, a sostenere che Palazzo Chigi si sarebbe piegato alle pressioni dell’interlocutore di turno. L’impotenza deriva dalla consapevolezza che difficilmente, con una guerra russa contro l’Ucraina in corso, queste prese di distanza a tavolino, tanto prevedibili da apparire stucchevoli, potranno spingersi fino a provocare una crisi di governo”, scrive Franco nell’editoriale di oggi uscito sul «Corriere della Sera». L’altra strada? La fiducia, che porrebbe i partiti con le spalle al muro. Ma la verità è che Draghi è stanco dei continui giochi dei leader che continuano a guardarsi l’ombelico, noncuranti di una crisi economica e sociale che sta sconvolgendo il mondo intero.
Catasto e aumento della tasse, pretesto per far saltare il banco? Le “accuse” a Mario Draghi
Il dubbio che la Lega voglia mollare l’esecutivo c’è. Salvini e Berlusconi si sarebbero sentiti di buon mattino per sottolineare i punti da difendere con le unghie e con i denti. Fonti vicine al Carroccio dicono che il leader della Lega sia particolarmente irritato per quella che ha definito “una frase infelice del premier”: “Abbiamo votato altre due volte a abbiamo vinto noi”. Inaccettabile per l’ex ministro dell’interno liquidare la riforma del catasto così. Come spesso succede in questi casi, la questione è stata posta in altri termini: “È Draghi a voler rompere ed è più facile farlo con il centrodestra, visto che Pd e M5S non si scollano dalle poltrone”, dicono dalla Lega. Leggi anche l’articolo —> Le vere intenzioni di Putin, parla il consigliere Karaganov: «È la nostra una guerra all’Occidente»