«Bella ciao» è ritenuto uno dei canti popolari italiani più famosi anche fuori dall’Italia. In tempi recenti è stato ripreso anche nella famosa serie TV «La casa di carta». Un brano associato alla Resistenza e ai partigiani, ma qual è la sua vera storia? Giorgio Bocca, citato in un articolo sul «Corriere della Sera» di Luigi Morrone, spiega come la canzone in realtà non sia mai stata cantata durante la Guerra. L’inno politico pare sia nato nel 1964, quando nell’estate di quell’anno venne cantato al Festival di Spoleto. «Bella ciao … canzone della Resistenza e Giovinezza … canzone del ventennio fascista … Né l’una né l’altra nate dai partigiani o dai fascisti, l’una presa in prestito da un canto dalmata, l’altra dalla goliardia toscana e negli anni diventate gli inni ufficiali o di fatto dell’Italia antifascista e di quella del regime mussoliniano … Nei venti mesi della guerra partigiana non ho mai sentito cantare Bella ciao, è stata un’invenzione del Festival di Spoleto», le parole di Giorgio Bocca. Ma l’origine del brano è alquanto complessa.
Come nasce «Bella ciao», significato e testo: la vera storia
Quando comparve la prima volta «Bella ciao»? Diversi racconti orali a riguardo. “La voce “Bella ciao” su Wikipedia contiene una lunga interlocuzione in cui si racconta di una ‘scoperta’ documentale nell’archivio storico del Canzoniere della Lame che proverebbe la circolazione della canzone tra i partigiani fra l’Appennino Bolognese e l’Appennino Modenese, ma i supervisori dell’enciclopedia online sono stati costretti a sottolineare il passo perché privo di fonte. Non è privo di fonte, è semplicemente falso: nell’archivio citato da Wikipedia non vi è alcuna traccia documentale di “Bella ciao” quale canto partigiano”, scrive Luigi Morrone su «Il Corriere». Mancherebbero documenti coevi, “ma neanche negli anni dell’immediato dopoguerra si ha traccia di questo canto partigiano”, si osserva. Secondo molti storici e giornalisti «Bella Ciao» non sarebbe mai cantata dai partigiani. «Bella Ciao» non è presente nei più importanti canzonieri dei partigiani, dal ‘Canzoniere Italiano’ di Pasolini ai ‘Canti Politici’ di Editori Riuniti del 1962.
“Non sarebbe mai stata cantata dai partigiani”
Non si ha “traccia” di «Bella ciao» prima del 1953, momento in cui risulta comunque piuttosto diffusa, visto che da un servizio di Riccardo Longone apparso nella terza pagina dell’Unità del 29 aprile 1953, si scrive che all’epoca il brano è noto anche in Cina ed in Corea. La incide anche Yves Montand ma come dice Bocca sarà il Festival di Spoleto a consacrarla. Nel suo libro ‘Bella Ciao. Canto e politica nella storia d’Italia’ (2015), lo storico Stefano Privato scrive che «Bella Ciao» si diffuse nelle zone di Reggio Emilia, sulle Alpi Apuane e nelle province di Rieti. Gianpaolo Pansa dice che «Bella ciao viene esibita di continuo ogni 25 aprile. Anche a me piace, con quel motivo musicale agile e allegro, che invita a cantarla». E ha ragione: è un motivo orecchiabile, di forte impatto. Leggi anche l’articolo —> 25 aprile, Mattarella menziona “Bella Ciao”. Draghi: «Valori vivi, forti, attuali»
Ecco il testo completo
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Una mattina mi sono alzato
E ho trovato l’invasor
O partigiano portami via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano portami via
Che mi sento di morir, ir, ir-
O partigiano
Morir, ir, ir
Morir-ir
Morir-ir
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano, giano -ir
O partigiano, giano -ir
Morir, Morir
Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E se muoio da partigiano
Tu mi devi seppellir
E seppellire lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E seppellire lassù in montagna
Sotto l’ombra di un bel fior, fior, fior
O partigiano
-Ir, morir, morir, morir
Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano, giano -ir
O partigiano, giano -ir
Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao