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Il prezzo del grano vola, effetto della guerra in Ucraina: quanto ci costerà mangiare

17/05/2022 09:59 - Aggiornamento 17/05/2022 10:03

Prezzo grano vola. Gli effetti della guerra in Ucraina cominciano a farsi sentire. L’impennata delle materie prime alimentari mette in allarme i Paesi, che assistono ad un nuovo record negativo sul mercato: nel 2021 un chilo di pasta costava 1,33 euro, oggi è arrivato a 2 euro. Il conflitto tra Mosca e Kiev porta con sé una dolorosa crisi alimentare, forse trascurata. Secondo gli ultimi dati raccolti il 16 maggio il grano duro ha fatto registrare un aumento del prezzo del 4,6%. In netto rialzo anche il grano tenero, in crescita del 5,48%. E le paure in Europa crescono, a maggior ragione dopo la decisone dell’India di vietare, con effetto immediato, tutte le esportazioni di frumento. I blocchi all’export incidono infatti pesantemente sulle quotazioni delle materie prime alimentari. L’India è il secondo produttore di grano al mondo dopo la Cina. Da qui l’affanno dell’Ue ad istituire almeno dei corridoi per trasferire le merci bloccate nei porti del Mar Nero. Le scorte, secondo quanto riferito dai quotidiani, sono ai minimi storici in tutti i settori agroalimentari.

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Il prezzo del grano vola, effetto della guerra in Ucraina: quanto ci costerà mangiare

I Paesi occidentali, vista l’allarmante situazione in Ucraina, rischiano di dover fare i conti con una crisi alimentare senza precedenti. E la scelta dell’India aggrava lo scenario che si fa sempre più spaventoso. La scelta di Nuova Delhi è stata resa nota dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione annuale, salita all’8,38%, con i prezzi al dettaglio che, nel mese di aprile, hanno toccato il massimo storico da 8 anni. Il “picco improvviso dei prezzi globali del grano ha messo a rischio la sicurezza alimentare dell’India, dei Paesi vicini e di altre nazioni vulnerabili”, ha spiegato la direzione generale del Commercio estero, come riportano i media indiani. Ad incidere sarebbe stato un caldo anomalo. E ora che il secondo produttore è venuto meno l’Occidente è nel panico. Dal canto suo l’India ha assicurato che comunque consentirà ancora l’export per lettere di credito che sono già state emesse. A pagare lo scotto dell’aumento dei prezzi la gente comune. E la notizia dello stop di Nuova Delhi non ha che esacerbato i costi ulteriormente. Nel mondo vengono prodotte 749.467.531 tonnellate di grano all’anno. La Cina, come dicevamo, è il più grande produttore, con un volume di produzione di 131.696.392 tonnellate all’anno. L’India è seconda con 93.500.000 tonnellate di produzione annuale. Al terzo posto la Russia, con 73.294.568 tonnellate, seguita dagli Usa con 62.859.050 tonnellate e il Canada 30.486.700. L’Italia è al 19esimo posto.

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«Per i Paesi più poveri la carestia è già una realtà»

Non solo il gas, la guerra di Putin contro i Paesi che hanno imposto pesanti sanzioni alla Russia, passa anche attraverso le materie prime alimentari. Lo zar pare voglia affamare chi ha isolato Mosca. La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha descritto efficacemente nel corso della conferenza stampa di chiusura del G7 la situazione: «La Russia ha scatenato una guerra globale del grano dalle consegne devastanti. Per i paesi più poveri la carestia è già una realtà». Di fatto ci sono 25 milioni di tonnellate di grano bloccate nei silos dell’Ucraina e il mondo ne ha urgente bisogno. «Altrimenti sarà la fame», ha detto la Baerbock. In Italia come stiamo messi? Le nostre importazioni di grano dipendono solo per il 5% da Russia e Ucraina. L’Indice della Fao conferma le variazioni mensili dei listini dei generi alimentari più venduti: in netto aumento i cereali con listini in rialzo del 34% sullo stesso mese del 2021. A seguire i prodotti lattiero caseari del 24%, lo zucchero del 22%, la carne del 17% e infine i grassi vegetali del 46%. Leggi anche l’articolo —> Alina Kabaeva e la ex moglie di Putin sanzionate dal Regno Unito: “Punto di non ritorno”

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