Germania in crisi: un’altra azienda automobilistica venduta alla Cina. Si tratta di Leoni AG, azienda con sede a Norimberga e uno dei principali fornitori globali di sistemi per l’industria automobilistica. Di fronte a gravi difficoltà finanziarie, Leoni è stata venduta al colosso cinese dell’elettronica Luxshare, un’operazione che potrebbe salvarla dall’insolvenza. La Leoni AG è un produttore primario di fili e cavi elettrici e sistemi di cablaggio per l’automotive e altri settori. Due le divisioni aziendali: “Division Wire & Cable Solutions” (ex “Draht & Kabel”) e “Division Wiring Systems” (ex “Bordnetz-Systeme”). Vediamo nel dettaglio, nel nostro articolo, cosa sta succedendo.
La crisi e la vendita a Luxshare
Leoni, l’azienda automobilistica tedesca venduta alla Cina, che impiega circa 95mila persone e ha generato un fatturato di 5,46 miliardi di euro lo scorso anno, ha subito un crollo finanziario aggravato dalla pandemia di Covid-19 e dalla guerra in Ucraina. Nonostante la sua posizione di rilievo nel settore automobilistico, il crescente debito, oramai non più sostenibile, ha costretto l’azienda a cercare un investitore. Dopo un tentativo fallito di cedere una parte delle sue attività a un’azienda tailandese, la vendita a Luxshare è diventata l’ultima risorsa. L’accordo, che prevede la cessione del 50,1% delle azioni della società all’imprenditore cinese, ha un valore stimato di centinaia di milioni di euro e attende ora l’approvazione delle autorità garanti della concorrenza. Il salvataggio della storica azienda tedesca passa quindi attraverso questo accordo strategico, con Luxshare che acquisirà anche il 100% della divisione cavi di Leoni. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il futuro di Leoni dopo la vendita
La vendita rappresenta una svolta importante per Leoni, che potrà stabilizzarsi finanziariamente e continuare a operare nel competitivo mercato automobilistico globale. Con l’acquisizione da parte di Luxshare, Leoni avrà anche l’opportunità di accedere a nuove tecnologie e innovazioni, aprendo la strada a potenziali sinergie con il colosso cinese, come precisa il portale tecnologico tedesco CHIP.de. Ma il rovescio della medaglia è dato dall’evidente tracollo, di cui abbiamo dunque una ulteriore testimonianza, di quella che era considerata la locomotiva dell’industria e dell’economia europea, ovvero la Germania.