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Se vinci 1 milione a Chi vuol essere milionario quanto ti resta davvero? La stangata

16/12/2025 19:05 - Aggiornamento 16/12/2025 19:06

Vincere un milione di euro in televisione è uno di quei sogni che sembrano cambiare la vita in un istante. Luci, applausi, l’assegno simbolico mostrato in diretta. Ma dietro quella cifra tonda e rassicurante si nasconde una realtà molto diversa, fatta di trattenute fiscali, regole poco conosciute e passaggi obbligati che riducono sensibilmente l’importo finale.

La domanda che molti si fanno, dopo aver visto il trionfo di Vittoria Licari, 69 anni, la quale si è aggiudicata il premio da un milione di euro nel programma di Gerry Scotti “Chi vuol essere milionario”, davanti a una grande vincita in un quiz televisivo, è sempre la stessa: quanto resta davvero in tasca? La risposta, numeri alla mano, è meno entusiasmante di quanto suggerisca il montepremi annunciato.

Se vinci 1 milione in tv quanto ti resta davvero? Tutti i calcoli, voce per voce

Perché i premi tv sono sempre indicati al lordo

In Italia, così come avviene per lotterie, Gratta e Vinci e concorsi a premi, anche le vincite nei quiz televisivi vengono sempre comunicate come importo lordo. È una scelta che ha una spiegazione precisa: la tassazione avviene direttamente alla fonte, prima che il premio venga consegnato al vincitore.

Chi vince non deve quindi preoccuparsi di dichiarare quella somma nel modello 730 o di versare imposte successive. Ma questo significa anche che una parte consistente del premio viene trattenuta immediatamente.

La prima trattenuta: la ritenuta fiscale del 20%

Le vincite a quiz e giochi a premi trasmessi in televisione sono soggette a una ritenuta fiscale del 20%, che funziona come imposta sostitutiva. In pratica, la rete televisiva trattiene automaticamente questa quota prima di consegnare il premio.

Su un premio lordo da un milione di euro, il calcolo è immediato.

La ritenuta fiscale ammonta a 200 mila euro. Il premio scende quindi a 800 mila euro netti da imposte dirette.

Perché i programmi tv non pagano in contanti

Qui entra in gioco un aspetto meno noto al grande pubblico. I programmi televisivi, per non essere assimilati al gioco d’azzardo, non possono consegnare direttamente denaro contante come premio, fatta eccezione per alcuni contesti regolamentati.

La soluzione adottata da anni è il pagamento in gettoni d’oro. È un escamotage legale, ma non neutro dal punto di vista economico.

L’Iva al 22% sull’oro: la seconda sforbiciata

Quando il premio viene erogato sotto forma di gettoni d’oro, scatta una seconda trattenuta: l’Iva al 22% sull’acquisto dell’oro. Anche questa imposta viene applicata prima che il vincitore riceva materialmente il premio.

Il calcolo avviene sulla somma già ridotta dalla ritenuta fiscale. Quindi l’Iva si applica sugli 800 mila euro residui.

Il risultato è una trattenuta di 176 mila euro. La cifra disponibile scende così a 624 mila euro.

I costi di conversione dei gettoni d’oro

Ma il conto non è ancora finito. I gettoni d’oro, per trasformarsi in denaro utilizzabile, devono essere venduti o convertiti. Questo passaggio comporta costi aggiuntivi, legati alle commissioni di conversione, al trasporto e alle condizioni di mercato.

Non esiste una percentuale fissa, ma secondo le stime più realistiche il costo di conversione può aggirarsi intorno al 5% del valore residuo.

Applicando questa percentuale ai 624 mila euro rimasti, il premio effettivo scende a circa 592.800 euro.

La distanza tra premio annunciato e somma effettivamente incassata nasce anche da una comunicazione implicita. In televisione il numero viene pronunciato una sola volta, con enfasi, musica e luci. Non viene mai spiegato cosa succede dopo, né durante né alla fine della puntata.

Il risultato è che lo spettatore associa automaticamente quella cifra a un guadagno immediato e pieno. È un meccanismo psicologico potente, che trasforma il milione in una promessa simbolica più che in un dato economico reale.

Quando poi emergono i calcoli, spesso a distanza di giorni, la sensazione diffusa è quella di una delusione improvvisa. Non perché le regole siano cambiate, ma perché non erano state comprese fino in fondo.

Il confronto con lotterie e giochi statali

Il trattamento fiscale delle vincite televisive è simile, ma non identico, a quello delle principali lotterie nazionali. Anche nel caso di Gratta e Vinci, Superenalotto o Lotto, la tassazione avviene alla fonte. Ma qui entra in gioco una differenza sostanziale.

Nel Superenalotto, ad esempio, la tassazione scatta solo sulla parte eccedente i 500 euro e segue aliquote diverse. Nei quiz televisivi, invece, la ritenuta del 20% colpisce l’intero importo, senza soglie di esenzione.

Questo rende le vincite tv, paradossalmente, più penalizzate dal punto di vista fiscale rispetto ad altre forme di gioco legale.

Perché lo Stato preferisce la tassazione immediata

La ritenuta alla fonte ha un vantaggio evidente per l’erario: garantisce un incasso certo, immediato e senza possibilità di evasione. Il vincitore non può rinviare, rateizzare o dimenticare il pagamento delle imposte.

Dal punto di vista fiscale, è una delle forme di tassazione più efficienti. Dal punto di vista del cittadino, però, è anche una delle meno percepite in anticipo.

Il caso dei grandi premi e la gestione del patrimonio

Ricevere improvvisamente una somma vicina ai 600 mila euro cambia comunque la vita, ma non elimina automaticamente i problemi finanziari. Anzi, in molti casi ne crea di nuovi.

Chi non ha una cultura economica solida rischia di consumare rapidamente il capitale, sottovalutando tasse future, inflazione, spese fisse e investimenti sbagliati. Non è un caso che molte storie di grandi vincitori finiscano, nel tempo, con un ritorno a condizioni economiche simili a quelle di partenza.

Vincita e Isee: un effetto spesso ignorato

Anche se la vincita non va dichiarata nel 730, il denaro incassato entra comunque nel patrimonio del vincitore. Questo ha un effetto diretto sull’Isee, soprattutto se la somma viene lasciata sul conto corrente.

Assegni sociali, bonus, agevolazioni e prestazioni assistenziali possono essere ridotti o azzerati negli anni successivi. È un aspetto che raramente viene considerato nel momento dell’esultanza, ma che pesa nel medio periodo.

Il ruolo delle banche e dei controlli antiriciclaggio

Un accredito improvviso di centinaia di migliaia di euro attiva automaticamente i controlli antiriciclaggio previsti dalla normativa bancaria. Nulla di illegale, ma procedure standard che possono rallentare l’operatività sul conto.

Spesso le banche richiedono documentazione aggiuntiva sull’origine del denaro, anche quando la vincita è perfettamente lecita e certificata. Un passaggio tecnico che può sorprendere chi non ha mai gestito somme elevate.

La tentazione di “rifare il colpo”

Un altro effetto collaterale delle grandi vincite televisive è l’illusione di poter replicare l’evento. Dopo una prima esperienza positiva, alcuni vincitori tornano a partecipare a giochi, quiz o concorsi, convinti che la fortuna possa colpire ancora.

È una dinamica nota agli esperti di comportamento finanziario: il successo iniziale abbassa la percezione del rischio e spinge a decisioni meno razionali.

Educazione finanziaria: la vera vincita che manca

Se c’è un elemento che emerge con chiarezza da questi casi, è l’assenza di educazione finanziaria di base. Sapere come funzionano tasse, imposte indirette e gestione del patrimonio dovrebbe essere parte integrante del racconto delle grandi vincite.

Invece resta un sapere laterale, affidato a articoli di approfondimento o a esperti consultati solo dopo l’incasso.

Il paradosso finale

Il paradosso è evidente: il premio da un milione di euro continua a essere uno strumento narrativo potentissimo, anche se nella realtà quel milione non esiste mai davvero come cifra disponibile.

Resta sullo schermo, nei titoli dei giornali, nella memoria collettiva. Ma nella vita concreta del vincitore diventa un numero molto più piccolo, da gestire con attenzione e consapevolezza.

Capire questi meccanismi non toglie fascino al sogno, ma lo rende più reale. E forse è proprio questa la differenza tra chi vince una sera e chi riesce davvero a trasformare una vincita in una nuova stabilità.

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