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La rivoluzione silenziosa dei veicoli commerciali: perché l’Italia ha smesso di comprare furgoni

19/12/2025 17:00

Se osservi il traffico delle nostre città, dai grandi centri come Milano e Roma fino alle province industriali del Nord-Est, noterai qualcosa di diverso rispetto a soli cinque anni fa. Non è solo il design dei mezzi o il silenzio dei motori elettrici che iniziano a farsi strada; è il modo in cui quei mezzi sono arrivati lì. Nel 2025, il concetto di proprietà nel settore del trasporto leggero ha subito un crollo strutturale a favore di una visione molto più fluida e dinamica: il noleggio.

I dati diffusi recentemente da ANIASA non lasciano spazio a dubbi: il noleggio a lungo e medio termine ha superato la soglia psicologica del 45% delle nuove immatricolazioni di veicoli commerciali leggeri (LCV). Questo significa che quasi un veicolo su due che entra in servizio oggi appartiene a una società di noleggio e non all’azienda che lo guida. Ma cosa si nasconde dietro questa statistica impressionante? Non è solo una questione di risparmio, ma una risposta complessa a un mondo che cambia a una velocità mai vista prima.

La sfida della cold chain e l’evoluzione dei furgoni refrigerati

Uno dei segmenti che sta vivendo la trasformazione più radicale è quello del trasporto a temperatura controllata. La cosiddetta cold chain, o catena del freddo, è diventata il sistema nervoso dell’economia moderna. Con l’esplosione dell’e-commerce alimentare e il consolidamento della logistica farmaceutica, la richiesta di furgoni refrigerati è aumentata del 39% nell’ultimo biennio.

Tuttavia, gestire un furgone refrigerato di proprietà oggi è un incubo logistico e burocratico. Un mezzo isotermico non è un semplice furgone: è una macchina complessa che deve rispondere a normative rigorose. C’è il motore del veicolo, il gruppo frigorifero che necessita di manutenzioni specifiche, e la certificazione ATP che va rinnovata periodicamente.

Il noleggio ha vinto in questo settore perché offre la “compliance” come servizio. Le aziende non noleggiano solo il metallo, ma la certezza che la merce (siano essi vaccini o prodotti ittici) viaggi sempre alla temperatura corretta.

La transizione energetica come motore del noleggio

Un altro fattore determinante è l’incertezza tecnologica. Siamo in una fase di transizione dove il diesel è sotto attacco normativo, l’elettrico è in rapida evoluzione e l’idrogeno bussa alle porte. Per un imprenditore, acquistare oggi un furgone diesel significa esporsi al rischio che tra quattro anni quel mezzo non possa più entrare nell’Area B di Milano o nella Fascia Verde di Roma.

Il noleggio a lungo termine sposta questo rischio dal bilancio dell’azienda a quello della società di noleggio. È quest’ultima a farsi carico del valore residuo del mezzo. Nel 2025, abbiamo assistito a un boom di contratti “ponte”: le aziende noleggiano furgoni diesel di ultima generazione per due anni, con l’opzione di passare all’elettrico non appena l’infrastruttura di ricarica locale diventa adeguata. È una flessibilità che la proprietà semplicemente non può permettersi. Inoltre, grazie agli Ecobonus 2025, il canone di noleggio per i mezzi elettrici è diventato estremamente competitivo, rendendo la scelta “green” non solo etica, ma finalmente conveniente.

Il ritorno dei flussi turistici e il boom dei pulmini 9 posti

Mentre la logistica delle merci si fa sempre più efficiente, quella delle persone sta riscoprendo una nuova giovinezza. Il 2025 è stato l’anno del grande ritorno dei viaggi di gruppo esperienziali. Il noleggio di pulmini e furgoni a 9 posti ha registrato picchi di domanda mai visti, trainato dal settore del turismo “outdoor” e dagli eventi aziendali.

Le agenzie turistiche e le associazioni sportive hanno capito che mantenere un pulmino 9 posti per 12 mesi all’anno è antieconomico se lo si usa intensamente solo per sei mesi. Il noleggio a breve e medio termine permette di avere una flotta scalabile. In estate, un tour operator può avere dieci pulmini pronti per i turisti stranieri che visitano la Toscana o la Puglia, per poi restituirli in autunno, eliminando i costi di rimessaggio, assicurazione e manutenzione.

Oggi questi mezzi non sono più semplici “scatole” per trasportare persone. I modelli di punta richiesti a noleggio sono dotati di interni premium, sistemi di infotainment avanzati e assistenti alla guida di livello 2, trasformando ogni spostamento in un’estensione dell’esperienza turistica o lavorativa.

La matematica dietro la scelta: deducibilità e flussi di cassa

Per capire davvero perché il noleggio abbia trionfato, dobbiamo guardare i libri contabili. In Italia, la fiscalità per i veicoli commerciali è particolarmente favorevole, ma il noleggio aggiunge uno strato di semplificazione che l’acquisto o il leasing non hanno.

Quando un’azienda noleggia un veicolo strumentale (categoria N1), gode della deducibilità dei costi al 100% e della detraibilità dell’IVA al 100%. Ma il vero vantaggio è finanziario: l’acquisto comporta un esborso immediato di capitale o l’accensione di un debito che pesa sul rating bancario. Il noleggio, invece, è considerato un costo operativo (OPEX). Questo lascia le linee di credito dell’azienda libere per investimenti più produttivi, come l’acquisto di nuove materie prime o l’assunzione di personale.

Inoltre, il canone è “all-inclusive”. In un’epoca di inflazione e costi dei ricambi alle stelle, sapere che nel canone sono inclusi l’assicurazione Kasko, il bollo, la manutenzione ordinaria e straordinaria, e persino il cambio gomme stagionale, toglie un peso enorme dalla testa del piccolo imprenditore. Non ci sono sorprese: se si rompe la frizione di un camion a noleggio, la riparazione è inclusa e, spesso, è previsto un mezzo sostitutivo per non fermare il lavoro.

Andando verso la conclusione del nostro viaggio nel mercato 2025, dobbiamo menzionare l’aspetto digitale. Oggi, noleggiare un veicolo commerciale significa noleggiare un terminale dati. La telematica di bordo permette di analizzare lo stile di guida dei dipendenti, suggerendo percorsi più brevi o modalità di guida che riducono il consumo di carburante del 15-20%.

Le società di noleggio forniscono oggi dashboard intuitive che trasformano una flotta di furgoni in un sistema logistico intelligente. Questo livello di analisi è fondamentale per competere in un mercato dove i margini sono sempre più stretti e la puntualità della consegna è l’unico parametro di giudizio del cliente finale.

In conclusione, il passaggio massiccio al noleggio di furgoni, camion e mezzi refrigerati che abbiamo osservato in Italia nel 2025 non è una moda passeggera. Le aziende italiane hanno capito che il loro valore non sta nel possedere il mezzo di trasporto, ma in ciò che quel mezzo trasporta e nel servizio che offre ai propri clienti. Che si tratti di un piccolo furgone refrigerato per le consegne di quartiere o di una flotta di pulmini per il turismo internazionale, il futuro viaggia su ruote che non si comprano più, ma si usano con intelligenza.

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