Affitti brevi nel 2024, cosa cambia: nuovi obblighi e tassazione – La normativa sui cosiddetti affitti brevi, e dunque particolarmente sui Bed&Breakfast, è cambiata, come sancito dalla legge di Bilancio 2024. Scattano i nuovi obblighi e cambia la tassazione, con l’elevazione della cedolare secca al 26%; e cambiano anche le sanzioni per i trasgressori. Scopriamo assieme tutte le novità.
Il limite di 30 giorni
Gli affitti brevi e i Bed and Breakfast, una delle attività a maggior crescita nelle città d’arte e nelle località di vacanza, anche grazie al successo di molte piattaforme web di interscambio di informazioni, nonché un modo per “arrotondare” vanno incontro a importanti innovazioni legislative. Come sancito nella legge di Bilancio 2024, la cedolare secca (l’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali per i contratti di locazione) salirà dal 21 al 26% solo nel caso in cui si affitti – per periodi non superiori ai 30 giorni in un anno – più di un appartamento per ciascun periodo d’imposta. Se la somma dei giorni di locazione tra eccede il limite dei 30 giorni, è necessario adempiere agli obblighi di registrazione del contratto. La tassazione, dunque, aumenta se si affitta più di una casa, esentando dall’aumento la prima casa in affitto. Tutto ciò ha già portato a un aumento delle tariffe delle strutture di ricezione, come ha scritto il Corriere della sera. (Continua a leggere dopo la foto)
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Affitti brevi: quando diventano “attività imprenditoriale”?
Occorre precisare che le imprese, incluse quelle individuali, non potranno aderire al regime di tassazione della cedolare secca. Salvi, dunque, i piccoli proprietari ovvero che affittano, ad esempio, la casa al mare o in montagna, ma non chi fa degli affitti brevi un vero e proprio business, anzi: dal quinto immobile in poi, diventerà obbligatorio aprire una Partita Iva. All’obbligo di passare alla più pesante tassazione Irpef si affiancherebbe quindi la presunzione di svolgimento dell’attività in forma imprenditoriale. (Continua a leggere dopo la foto)
Tutti gli altri obblighi (e le relative sanzioni)
Già il cosiddetto “Decreto Anticipi”, poi convertito nella legge numero 191 del 2023, aveva introdotto il Codice Identificativo Nazionale (CIN), obbligatorio per le unità immobiliari destinate a contratti di locazione per finalità turistiche, comprese le locazioni brevi. Altresì è previsto l’obbligo per i locatori di esporre il CIN all’esterno dello stabile e ad indicarlo in ogni annuncio pubblicato, come puntualizza il Giornale. Introdotto inoltre l’obbligo di presentare la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) presso il Comune di ubicazione. Infine, sono previste le seguenti multe laddove non si ottemperi a tali prescrizioni: dunque, sanzioni pecuniarie per l’assenza del CIN (da 800 a 8000 euro); per la mancata esposizione del CIN stesso (da 500 a 5000 euro), per la mancata presentazione della SCIA (da 2000 a 10mila euro) e per la locazione di unità immobiliari prive dei requisiti di sicurezza (da 600 a 6000 euro per ogni violazione accertata).
Nota: Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta l’1 marzo 2024. È stato successivamente aggiornato e revisionato il 3 ottobre 2024.