Il voto è arrivato nel primo pomeriggio, in un’Aula carica di tensione, sotto lo sguardo di osservatori internazionali e con un’eco politica destinata a durare. Il Parlamento europeo ha deciso di revocare l’immunità parlamentare ad Alessandra Moretti, eurodeputata del Partito Democratico, coinvolta nell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate. Una decisione pesante, simbolica e allo stesso tempo profondamente politica, che segna un nuovo capitolo in una vicenda già esplosiva.
Con 497 voti favorevoli, 139 contrari e 15 astensioni, l’Eurocamera ha confermato la decisione presa il 3 dicembre dalla Commissione Affari Giuridici. Un verdetto netto nei numeri, ma che apre interrogativi profondi sul rapporto tra giustizia, immunità parlamentare e strategie politiche europee.
Il Qatargate e il nome di Alessandra Moretti
Il Qatargate è una delle inchieste più delicate che abbiano mai attraversato il Parlamento europeo. Un’indagine condotta dalla magistratura belga su una presunta rete di corruzione che avrebbe coinvolto eurodeputati, assistenti e intermediari, con l’obiettivo di influenzare le decisioni dell’Unione Europea a favore di Paesi terzi come il Qatar e il Marocco.
Il nome di Alessandra Moretti era emerso già nelle prime fasi dell’inchiesta, condotta inizialmente dal giudice istruttore Michael Claise e successivamente affidata ad Aurélie Dejaiffe. Sin dall’inizio, la posizione dell’eurodeputata italiana è stata considerata più esposta rispetto ad altri colleghi coinvolti.
Secondo gli atti, Moretti è sospettata di associazione criminale finalizzata alla corruzione. Un’accusa che la diretta interessata ha sempre respinto con fermezza, negando di aver ricevuto regali, benefici o vantaggi di qualsiasi tipo.
Il voto dell’Aula di Strasburgo
Il voto del Parlamento europeo si è svolto il 16 dicembre a Strasburgo. La maggioranza dell’Aula ha scelto di autorizzare la magistratura belga a procedere senza il vincolo dell’immunità parlamentare. Un passaggio formale, ma carico di significato politico.
Nella stessa seduta, l’Europarlamento ha invece deciso di respingere la revoca dell’immunità per un’altra eurodeputata del Partito Democratico coinvolta nel dossier, Elisabetta Gualmini. Per lei, l’immunità è stata confermata con 382 voti favorevoli, 254 contrari e 19 astensioni.
Un doppio verdetto che ha immediatamente alimentato il dibattito sulle differenze di valutazione tra i due casi e sulle motivazioni che hanno spinto l’Aula a distinguere le due posizioni.
Le parole di Alessandra Moretti: “Un voto politico”
Poche ore dopo il voto, Alessandra Moretti ha affidato alle parole il suo stato d’animo. “Sono amareggiata”, ha dichiarato all’ANSA. “Gli elementi su cui era basata la richiesta erano stati da me già smentiti su base documentale”.
L’eurodeputata sostiene che la decisione non sia stata presa valutando nel merito le accuse, ma che sia stata “condizionata da strategie e convenienze politico-elettorali”. Una lettura che chiama in causa il clima interno al Parlamento europeo e il peso simbolico del Qatargate sulla credibilità delle istituzioni.
Moretti ha ribadito di non temere l’inchiesta e di voler essere ascoltata al più presto dalla procura belga per chiarire la propria posizione. “Continuerò a fare il mio lavoro a testa alta”, ha aggiunto, ringraziando il gruppo socialista e numerosi colleghi di diversi partiti per il sostegno ricevuto.
La difesa dell’immunità come principio
Uno dei punti centrali del discorso di Moretti riguarda il significato dell’immunità parlamentare. “Non rappresenta un privilegio personale”, ha spiegato, “ma uno strumento necessario a tutelare l’indipendenza del Parlamento e il libero esercizio delle funzioni dei suoi membri”.
Un argomento che trova sostenitori e detrattori. Per alcuni, la revoca è un segnale di trasparenza e collaborazione con la giustizia. Per altri, rischia di trasformare l’immunità in un’arma politica, esponendo i parlamentari a pressioni esterne.
Il sostegno del Partito Democratico
Tra le reazioni politiche più immediate c’è stata quella di Nicola Zingaretti, capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo. “Sono certo che Alessandra Moretti dimostrerà la sua correttezza e trasparenza rispetto ai fatti contestati”, ha dichiarato.
Zingaretti ha sottolineato che, a suo avviso, già dopo i chiarimenti prodotti dall’eurodeputata esistevano le condizioni per tutelare maggiormente le prerogative parlamentari. Tuttavia, ha riconosciuto che la fase che si apre ora consentirà di verificare la sua estraneità ai fatti.
Intanto, ha aggiunto, l’impegno politico di Moretti continuerà regolarmente all’interno dell’Europarlamento.
La posizione del Movimento 5 Stelle
Diversa la linea del Movimento 5 Stelle. Fonti del gruppo hanno confermato che gli eurodeputati pentastellati hanno votato a favore della revoca dell’immunità sia per Alessandra Moretti sia per Elisabetta Gualmini, prima che l’Aula decidesse diversamente per quest’ultima.
Una scelta coerente con la posizione storica del M5S, da sempre favorevole alla limitazione delle immunità parlamentari e a una collaborazione piena con la magistratura.
Un passaggio chiave per l’Europarlamento
Il caso Moretti arriva in un momento delicatissimo per le istituzioni europee. Il Qatargate ha già inflitto un duro colpo alla reputazione del Parlamento, mettendo in discussione la trasparenza dei processi decisionali e la vulnerabilità alle influenze esterne.
Proprio per questo, il voto sulla revoca dell’immunità assume un valore che va oltre il singolo caso giudiziario. È un messaggio all’opinione pubblica, ma anche un banco di prova sulla capacità dell’Eurocamera di reagire agli scandali senza compromettere i propri principi fondamentali.
Cosa succede ora
Con la revoca dell’immunità, la procura belga potrà procedere senza ostacoli nelle indagini che riguardano Alessandra Moretti. Audizioni, acquisizione di documenti e ulteriori accertamenti potranno essere svolti come per qualsiasi altro cittadino.
Dal punto di vista politico, la vicenda resterà al centro del dibattito europeo. Il Qatargate continua a produrre onde lunghe, incidendo sugli equilibri interni ai gruppi parlamentari e sul rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.
Per Alessandra Moretti si apre ora una fase decisiva, in cui la battaglia si sposta dalle aule parlamentari a quelle giudiziarie. Una fase che, comunque vada, segnerà profondamente il suo percorso politico e il clima del Parlamento europeo.
