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Secondo l’Associazione degli Alpini certi comportamenti sono “fisiologici”

10/05/2022 12:03

Sono più di 150 le denunce di molestie e abusi arrivate in seguito all’adunata degli Alpini che si è tenuta lo scorso week end a Rimini e San Marino. Più di 150 donne che hanno ammesso di essere state importunate, molestate verbalmente e fisicamente, spesso da uomini in gruppo. E, a dirla tutta, non è la prima volta: anche nel 2018 erano state depositate numerose segnalazioni. Atteggiamenti che, secondo l’ANA, possono essere definiti “fisiologici”. “Gli occhi sempre addosso, ti senti denudata, anche della tua dignità. Ho ricevuto battute continue, volgari, sessiste. Non ci ho più visto quando uno di loro mi ha toccato con una mano il seno: lì sono esplosa”, ha raccontato una studentessa di Rimini.

Adunata degli Alpini, oltre 150 denunce per molestie

Sara (nome di fantasia), ha raccontato a Repubblica quanto ha dovuto subire durante l’adunata degli alpini a Rimini. “E’ stato un inferno. La prima sera mi hanno chiamato a un tavolo facendo il saluto fascista, sono andata, l’ho fatto notare e mi hanno risposto che sì, era vero, che avevano fatto quel saluto appositamente. Sono somala, ho reagito, lo sapete? Mi hanno risposto: lo abbiamo immaginato dal colore della tua pelle. E giù risate. Sono rimasta senza parole, ma è finita lì. Le sere successive erano sempre più ubriachi ed era una battuta continua. Qualche esempio? In tre che ti guardano il sedere e che ti dicono: ma che sport fai per averlo così? I fischi per chiamarti, il gesto con le dita per simulare la penetrazione sessuale, le frasi del tipo: vuoi il numero della mia tenda?

E quei bigliettini che facevano girare con la scritta: “Se ti senti sola e annoiata chiama un alpino dell’adunata“. Sino a che uno mi ha palpato: ho reagito, ero esasperata, il mio capo mi ha trattenuto”, ha ammesso.

Non solo: come giusto che fosse, il titolare ha provato anche a intervenire: “E’ stato bravo, a un certo punto ha lasciato il bar per venire in sala ad aiutarci. Lui li zittiva, lo riconoscevano come un uomo e questo fa veramente pensare sul tipo di cultura maschilista che è ancora imperante. A me rispondevano: ma dai, fai un sorriso bambolina, stai al gioco. Emotivamente è stato molto pesante”. Chiaramente, non si può fare di tutta l’erba un fascio, sopratutto perché l’adunata ha raccolto decine di migliaia di persone. “Sono la prima a dirlo: non è stata tutta così orribile. C’erano momenti di festa con le fanfare, era bella Rimini, c’era aria da sagra di paese.

E denunciare queste cose non vuol dire accusare tutti gli alpini. Ci sono stati anche alpini che sono venuti al locale e quando ho raccontato loro del saluto fascista, per esempio, si sono scusati, mi hanno detto: non siamo tutti così”, ha raccontato.

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Alpini, le parole dell’Associazione

Ovvio che non sono tutti così, non punto il dito contro la categoria. Ma sul lavoro tutti, non solo io, abbiamo avuto a che fare con gruppi fuori di testa che vedevano e trattavano le donne come oggetti sessuali. Ed erano persone anziane, di una certa età. Tra i trentenni io non trovo tutta questa ignoranza e volgarità nel rapporto con le donne, i giovani hanno una cultura meno retrograda, io mi sono sentita aggredita e assalita da una cultura maschilista e sessista. Sembrava tutto accettabile. Le battute? Dovevi secondo loro stare al gioco. Ma io sto lavorando, ti sto portando da bere e tu non devi fare apprezzamenti sul mio corpo”.

Finché non c’è molestia fisica, però, è difficile denunciare: “La molestia sessuale non è che non è nulla, è inaccettabile. Solo che non vai a denunciare la battuta. Ma è importante che se ne parli. Non erano veri alpini? Qualcuno ci sarà anche stato che si è messo il cappello per partecipare all’adunata solo con l’intenzione di bere, ma dire che questo problema non esiste è come cercare di coprire una realtà che qualunque riminese può confermare. Il problema è il contesto perlopiù di uomini che bevono birra, vino, grappa a fiumi. Ci sta che l’associazione alpini stigmatizzi questi comportamenti, ma i singoli non si scuserebbero mai con me. Si comporteranno così alla prossima adunata”, ha detto in conclusione durante l’intervista.

A riguardo è intervenuta anche l’ANA, l’Associazione Nazionale Alpini. In un comunicato, infatti, ha ribadito la sua distanza da quanto accaduto. Qualche riga dopo, però, si legge: “Quando si concentrano in una sola località centinaia di migliaia di persone per festeggiare è quasi fisiologico che possano verificarsi episodi di maleducazione, che però non possono certo inficiare il valore dei messaggi di pace, fratellanza, solidarietà e amore per la Patria che sono veicolati da oltre un secolo proprio dall’Adunata”. Quanto avvenuto, quindi, viene definito “fisiologico”, e di fatto lascia pensare che tutto sommato la presa di posizione sia solamente una scelta di facciata, dimostrando una tradizionale cultura maschilista, misogina e patriarcale. Ancora, nel 2022. >> Tutte le notizie di UrbanPost

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