Le amministrative 2020 saranno elezioni molto diverse dagli ultimi appuntamenti con le urne. Lo scenario politico italiano è in forte movimento. E non conta solo la drammatica cesura della pandemia da Covid, che ha rivoluzionato gli equilibri mondiali, dall’economia al sociale fino ai rapporti tra istituzioni. Tornando al contesto politico interno, alla relativa salute del consenso per il premier Giuseppe Conte si affianca un apprezzamento sempre meno solido per la sua maggioranza, costituita dall’asse Pd-M5S. E l’opposizione? Il Centrodestra, dominato dalle forze populiste e pseudo-sovraniste, è altrettanto in difficoltà. Segnali importanti fanno capire che la vera sfida, prima alle Amministrative 2020 e poi in caso di voto politico anticipato, sarà proprio a destra.
Dove si vota alle Amministrative 2020
Le elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 vedranno al voto sette regioni: Veneto, Liguria, Campania, Toscana, Marche, Valle d’Aosta e Puglia. Poi rinnoveranno sindaci e consigli comunali importanti città quali Venezia, Reggio Calabria, Trento, Bolzano e Arezzo. In tutto sono quattro i capoluoghi di regione e quattordici quelli di provincia che andranno alle urne. Ma ci sono anche alcuni rinnovi di amministrazioni locali, apparentemente secondari, che invece possono rappresentare dei veri e propri “casi scuola” per capire l’evoluzione dello scenario politico italiano. Tra questi quello di Corsico, città di quasi 100mila abitanti nell’hinterland ovest di Milano, e Legnano, altra città della provincia milanese di notevole importanza demografica ed economica.
Amministrative 2020: i mal di pancia nel Centrodestra
I mal di pancia nel Centrodestra ci sono a partire dal voto per il rinnovo dei presidenti di Regione. In particolare è in Toscana e in Liguria che si registrano i maggiori attriti, poi rientrati per un “normale” (in politica) patto di reciproco sostegno. In Toscana la Ceccardi, candidata della Lega che in più di un’occasione non ha mancato di dimostrare qualunquismo ed estremismo, è ben poco apprezzata dall’ala moderata rappresentata da Forza Italia. In Liguria il protagonismo di Giovanni Toti, ex Forza Italia ma sempre molto legato agli azzurri, è ben poco amato da Lega e Fdi. Però dopo aver fatto i classici “quattro conti” Salvini e Meloni hanno convenuto sulla sua candidatura, stante l’assenza di alternative forti.
Per passare ai capoluoghi di provincia, a Crotone il candidato sindaco sarà l’avvocato Antonio Manica, personalità vicina a Forza Italia. La sua scelta ha provocato malumori soprattutto nell’area civica più a destra, dove stanno prendendo forma altre liste che correranno in contrapposizione a quella ufficiale del Centrodestra.
Scendendo a livello di città minori, ecco il caso Viareggio, dove il mal di pancia questa volta è della Lega. Anche nella città versiliana all’ala moderata rappresentata da Forza Italia va il merito della ricerca di una soluzione condivisa. Dopo settimane di fibrillazioni, il Centrodestra potrebbe presentarsi unito sostenendo alle elezioni per il sindaco la gallerista d’arte Barbara Paci. La proposta che può risolvere l’impasse è stata avanzata dall’onorevole azzurro Riccardo Zucconi: ovvero inserire nella coalizione l’ingegner Brunello Consorti (che nel frattempo era partito con la propria candidatura) e farlo ritirare dalla corsa pur continuando a far vivere la sua lista civica: per lui in caso di vittoria ci sarebbe la carica di vicesindaco.
L’insofferenza di Forza Italia diventa in molti casi “autonomia”
Proprio dalle province dell’impero, vale a dire le città più piccole, dove la corsa per le amministrative a differenza di altri anni è iniziata da tempo, arrivano ancora segnali di mutamento dello scenario politico, soprattutto a destra. A Corsico, il sindaco uscente Filippo Errante (Centrodestra), mai troppo amato dalla componente più moderata della coalizione, si ricandiderà ma sostenuto soltanto da Lega e Fratelli d’Italia. Come avversario troverà Roberto Mei, iscritto a Forza Italia dal 1996, consigliere comunale uscente e noto come “Mister Preferenze” per il largo consenso ottenuto alle ultime elezioni. Corsico, città per anni governata dalla sinistra, è una delle “frontiere calde” della Lombardia. Una specie di west metropolitano dove ad una società civile attiva ed organizzata si contrappone un sottobosco affaristico, spesso in collegamento con la criminalità organizzata che ha colonizzato questa zona di Lombardia da oltre 50 anni. Sottobosco da cui la politica locale non sempre è riuscita a stare fuori.
A Legnano, diversi i segnali nuovi a destra. Il primo e più rilevante è che nella coalizione di Centrodestra non c’è accordo sul nome del candidato sindaco che circola da tempo, quello della ex consigliera regionale Carolina Toia, avvocato, eletta nella lista “Maroni presidente” e sempre molto presente sul territorio legnanese. Ecco che nell’impasse si fa strada il nome di un candidato alternativo. Si tratta di Piermario Locati, stimato medico in pensione dell’ospedale di Legnano, molto attivo nel sociale e già presidente del locale Lions Club. Un nome che piace soprattutto a Forza Italia. Ma la vera novità delle amministrative 2020 a Legnano sarà la presenza civica. Il neonato movimento Buona Destra di Filippo Rossi ha annunciato il suo sostegno al progetto civico della lista “Legnano Cambia” e al candidato Franco Brumana. A rappresentare il movimento sarà una donna. E’ l’ex consigliere comunale Federica Farina che “porterà a Legnano le idee di una destra moderata, liberale, riformista”, fanno sapere dalla Buona Destra.
Insomma, uno scenario molto liquido a destra, che siamo sicuri finirà per condizionare il risultato delle amministrative 2020 con esiti a questo punto imprevedibili in molte città, soprattutto in quelle in cui alla presenza civica si somma la “divisione ” dell’ala moderata rappresentata da Forza Italia dalle forze sovraniste. >> Tutte le notizie di politica italiana