La terapia con anticorpi monoclonali contro l’infezione da Covid, dibattuta per diversi mesi, ha dimostrato un’efficacia su 3 pazienti su 4. Distribuita negli ospedali italiani, la terapia verrà utilizzata su pazienti ad alto rischio ultrasessantenni, con un’infezione da Covid recente. L’Italia ne ha acquistate 150mila dosi, per un valore di circa 100mila euro.
Anticorpi monoclonali Covid cosa sono
L’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco agli anticorpi monoclonali era arrivata già il 3 febbraio. Nello specifico, i farmaci approvati sono il Regeneron di Roche e il Bamlanivimab di Eli Lilly. L’agenzia europea invece non si è ancora espressa su questi farmaci, motivo per cui l’Aifa aveva inizialmente tergiversato. Gli anticorpi monoclonali “sono anticorpi derivati da un clone di linfociti B e hanno tutti la stessa specificità e la capacità di neutralizzare, di bloccare il legame tra il nuovo coronavirus e il suo recettore presente sulle cellule umane – aveva spiegato Franco Locatelli a ‘Buongiorno’ su Sky Tg24.
I risultati delle sperimentazioni
L’efficacia degli anticorpi, se somministrata nelle fasi iniziali della malattia, secondo gli studi fin qui condotti è molto alta: tre malati su quattro potrebbero averne ottimo beneficio. Secondo i ricercatori di Vir Biotechnology e della britannica Gsk, la riduzione dei ricoveri e dei decessi in pazienti ad alto rischio si attesta intorno all’85%. L’efficacia di altri anticorpi, come quelli di Eli Lilly, si stima invece intorno al 70%. La sperimentazione clinica di fase 1 degli anticorpi messi a punto dalla Fondazione Toscana Life Sciences ha coinvolto 30 volontari. L’anticorpo umano individuato “ha dimostrato finora una potenza di neutralizzazione tale per cui è sufficiente un dosaggio più basso rispetto ad altri trattamenti analoghi e potrà così essere somministrato attraverso una iniezione intramuscolare“, secondo la Fondazione. E questa modalità risulterebbe meno invasiva per i pazienti.
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Al via la distribuzione
Il via libera alla distribuzione è arrivato anche dal ministro della Salute Roberto Speranza che ha firmato un decreto d’urgenza. Il ministero ha infatti deciso di sfruttare l’opportunità concessa dalla legge 648 del 1996, che permette di far entrare nel nostro sistema sanitario farmaci ancora in corso di sperimentazione se non c’è una terapia alternativa valida contro una determinata patologia. >> Tutte le news di UrbanPost