Il tema Autostrade si fa sempre più complesso, e ogni giorno emergono delle difficoltà nel trovare il colpevole e giustificare una eventuale revoca della concessione, visto il contorto intreccio di responsabilità che, negli anni, è stato creato. A tutto questo si aggiunge l’annullamento gli arresti domiciliari all’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci. Sono stati confermati, invece, quelli per l’ex direttore delle Manutenzioni Michele Donferri Mitelli, che tuttavia ricorrerà in Cassazione. Si può dire che così si chiuda il “primo tempo” del partita che si sta giocando al Tribunale del Riesame di Genova sugli arresti dello scorso 11 novembre per quanto riguarda le barriere fonoassorbenti delle indagini sul caso Aspi. Ma non finisce qui.
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Autostrade, revocati i domiciliari per Castellucci
Sono 5.600 le pagine scritte e depositate dalla Procura sul caso Autostrade. Le stesse che hanno indotto Carlo Longari e Adolgo Scalfatti, gli avvocati di Castellucci, a sottolineare di aver chiesto al Riesame di valutare solo se l’arresto fosse “compatibile” con la posizione dell’indagato, e non anche di “riesaminare il merito della vicenda”. Al momento, infatti, la procedura non lascia spazio per “dedurre argomenti e produrre documentazione contraria”. In ogni caso, la trama ora si infittisce ancora di più: stanno emergendo nuove intercettazioni, così come un possibile depistaggio delle indagini e del processo sulla strage di Avellino del 2013 che ha portato alla condanna in primo grado dei soli responsabili locali di Autostrade.
Al momento, però, tutto si fonda sulle parole di Paolo Berti, arrestato a sua volta lo scorso 11 novembre e condannato ad Avellino a cinque anni e sei mesi dopo essersi preso le responsabilità come direttore di tronco, e dopo aver ammesso una serie di favori in cambio di carriera e stipendi. Tutto questo, però, appare solamente nelle sue dichiarazioni con Donferri subito dopo la condanna di Avellino, l’11 gennaio 2019. In quell’occasione, Donferri non smentisce, ma tenta di tranquillizzare il collega furioso con Castellucci per essere stato “scaricato” e “usato” nella vicenda di Avellino.
Per poter sostenere queste accuse, però, occorrono parti civili molto forti. Per questo dovrebbe costituirsi il Mit, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Difficilmente, però, lo farà. Storicamente, infatti, si è sempre fatto da parte. E’ successo con la strage di Avellino e, fondamentalmente, passerelle politiche a parte, anche con quella di Genova. Lì non si è costituito nell’incidente probatorio, e ha concesso il patrocinio legale dell’Avvocatura dello Stato a un suo dirigente indagato. Ora che però nelle inchieste si indaga su Castellucci&Co anche per tentata truffa per aver cercato di inserire voci di manutenzione ordinaria tra le spese che giustificano un rincaro dei pedaggi, forse, dovrebbe intervenire. >> Tutte le notizie di UrbanPost