Ieri sera, 16 febbraio 2022 è andato in onda un servizio de “Le Iene” su una baby gang di Brescia. La vicenda trae origine dalla storia di un ragazzo di 27 anni che da poco aveva realizzato il sogno di aprire un locale notturno. Da qualche mese, un gruppetto di ragazzini dai 18 ai 20 anni gli aveva reso impossibile il lavoro. (Continua a leggere dopo la foto)
“Ho denunciato e mi hanno messo a fuoco il locale”
“Appena finito il servizio delle Iene questo è il risultato. L’ennesimo sopruso che dobbiamo affrontare. A questo punto anche combattere per il diritto al lavoro diventa difficile”, ha scritto sui social Colosio mostrando le foto del suo locale danneggiato.
Erano già parecchie settimane che il 27enne Yuri Colosio si rivolgeva ai carabinieri per denunciare la baby gang che terrorizzava i suoi clienti e non solo. Il barista era stato mandato in ospedale più di una volta. Era stato aggredito con una bottiglia al collo e altre volte gli stessi componenti del gruppo avevano spaccato la faccia ad altri ragazzi. Tutto partiva sempre da una discussione, ma finisce poi con l’arrivo di 10-15 ragazzini che si uniscono per far del male ad un singolo.
Lo stesso Yuri, per porre fine a questa triste situazione aveva deciso di usare la sua immagine per denunciare la baby gang in un servizio andato in onda ieri in prima serata alle Iene. La giornalista, dopo aver intervistato il barista aveva trovato anche uno dei membri della baby gang cercando di farlo ragionare. Il ragazzo infatti, a fine servizio, sembrava aver capito la pericolosità delle sue azioni e di quelle dei suoi amici e aveva promesso di non creare più disordine nella città.
Ma poche ore dopo la messa in onda del servizio, il bar di Yuri nel quartiere di Ghedi è stato messo a fuoco. Questo è proprio l’evidente segnale di una problematica che se non combattuta può trasformarsi in tragedia. Sulla vicenda ora indagano i carabinieri del posto.
Baby gang a Brescia: sono stati mesi di terrore per Yuri Colosio, il proprietario del bar di Ghedi
Yuri Colosio ha così commentato tutti gli atti di bullismo che ha dovuto affrontare: “A settembre nel mio locale un ragazzo della baby gang ha buttato una ragazza su un divanetto. Il mio buttafuori ha visto la scena e l’ha subito allontanato. Lo stesso ragazzino ha estratto il suo telefono e l’ha usato per dargli un pugno. Gli hanno dato nove punti: aveva la faccia piena di sangue. Sono intervenuto, lui è scappato ed è tornato dopo 5 minuti con un coltello che mi ha puntato in faccia, dicendomi vieni qua che ti apro in due”.
“Vanno in giro armati, con i macete. Io in sei mesi ho preso una bottigliata e tre coltelli alla gola. Sono una baby gang organizzata. Sono sempre in gruppo, se gli rispondi è finita, ti saltano addosso tutti insieme. Hanno 18-20 anni e ci sono un paio di minorenni. Girano sempre con il passamontagna” aveva detto Yuri ai microfoni di Italia 1.
A fine intervista, il “ragazzino capo della gang” si era scusato e aveva dato la mano in segno di pace al proprietario del locale. Peccato però che i fatti avvenuti dopo quel gesto, ovvero il tentativo di incendiare il bar, abbia ampiamente smentito le buone volontà del ragazzo e del suo gruppo di amici. Nell’attesa di individuare ufficialmente i responsabili del triste gesto, si spera che chi di competenza attui controlli più frequenti limitando quindi le diffusioni di queste baby gang.