Badanti scomparsi a Siracusa: ormai da sei anni Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto, rispettivamente di 40 e 23 anni, non danno segni di vita. Sono scomparsi nel nulla il 12 maggio 2014 in Sicilia. Dalla Campania, loro terra di origine, si erano trasferiti a Siracusa per accudire un anziano signore malato su incarico di uno dei suoi figli. Appena giunti sul posto, però, notarono qualcosa di terribile: le evidenze di sospetti maltrattamenti e incurie di cui l’anziano sarebbe stato vittima da parte del figlio. L’uomo ad oggi è l’unico indagato per duplice omicidio e occultamento di cadavere. L‘ipotesi investigativa più plausibile è che siano stati assassinati e i loro cadaveri occultati chissà dove.
I due erano giunti a Siracusa dopo avere risposto ad un annuncio di lavoro che cercava una coppia di badanti ai quali affidare l’assistenza di un anziano e malato 80enne, residente in una villetta sita in contrada Tivoli a Siracusa. Dopo una prima richiesta di archiviazione, opposta con successo dall’avvocato Daniele Scrofani, difensore dei familiari degli scomparsi, coadiuvato dalla collega Francesca D’Izzia, furono effettuate nuove indagini. Nessun elemento decisivo ai fini investigativi, però, emerse. Gli inquirenti hanno effettuato ricerche nelle zone circostanti la villetta in cui i due lavoravano, ma niente. Nemmeno dopo aver scandagliato alcuni pozzi artesiani del posto. E adesso la procura di Siracusa ha di nuovo emesso una richiesta di archiviazione, la seconda. Eventualità che le famiglie di Alessandro e Luigi vogliono assolutamente scongiurare.
L’intervista che UrbanPost ha fatto all’avvocato Daniele Scrofani parla proprio di questo:
Alessandro e Luigi sono diventati due fantasmi da sei anni ormai
«Il figlio di questo signore anziano è indagato. Con molta probabilità è l’autore di questo fatto … All’epoca c’erano dei dissapori tra lui e questi ragazzi. Erano testimoni di maltrattamenti terribili del figlio nei confronti del padre e probabilmente sono entrati in contrasto con lui».
Che tipo di contrasti, avvocato? Ci fu qualche episodio particolare?
«I ragazzi erano arrivati per prestare assistenza a questo soggetto anziano in condizioni di salute abbastanza precarie, tant’è vero che aveva l’amministratrice di sostegno che poi intervenne lì, chiamata da un altro figlio dell’80enne, con cui pure ci furono de contrasti … Il signore venne abbandonato sotto il profilo economico, e quello dell’approvvigionamento dei farmaci di cui aveva bisogno, nonostante l’anziano fosse titolare di una cospicua pensione che era gestita dal soggetto indagato».
Dopo questi contrasti cosa è accaduto?
«Probabilmente questa questione è stata la scaturigine di tutta una serie di contrasti perché i ragazzi, anche parlando con l’altro fratello e con l’amministratrice di sostegno, notavano e denunciavano le condizioni in cui era stato abbandonato il vecchietto da parte di questo figlio»
Quali sono gli indizi più concreti a carico dell’indagato?
«Ciò che ha peso sotto il profilo indiziario è che a un certo punto, dopo l’insorgenza di queste liti, ci fu una perfetta coincidenza tra la decisione improvvisa di questo signore indagato di prelevare il padre dall’abitazione e portarlo in un ospizio, e il contemporaneo licenziamento dei due ragazzi. Questo licenziamento in realtà si tradusse nella sparizione di Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto. Le indagini sono partite in ritardo perché la denuncia di scomparsa è stata fatta in ritardo. Le famiglie hanno denunciato dopo qualche mese. Gli accertamenti fatti finora portano tutti ai succitati forti contrasti tra i due ragazzi e il figlio dell’anziano. Vi sono stati accertamenti di natura telefonica, tracciamenti etc, ricerche dei corpi nella casa, in alcuni pozzi artesiani … che però non hanno fatto emergere un granché».
Esistono dei testimoni che avvalorano questa ricostruzione?
«L’indagato ha avuto dei contrasti anche con un suo fratello, al quale non andava chiaramente bene il modo in cui gestiva la situazione dell’anziano padre; anche perché la pensione era totalmente appannaggio dell’indagato. Sul fatto che vi fossero stati dei litigi, poi, hanno parlato anche i vicini di casa riferendo di ‘liti molto forti’».
Alessandro e Luigi non hanno mai lasciato Siracusa, né in questi anni hanno mai contattato le rispettive famiglie
«No, no. Nel momento in cui ci fu la massima concentrazione delle indagini nei confronti di questo soggetto, anche nella sua abitazione, arrivò una segnalazione anonima secondo cui i ragazzi erano stati avvistati alla stazione di Milano. Evidente che si trattò di un depistaggio. Nulla infatti emerse dagli accertamenti effettuati anche sulle telecamere a circuito chiuso delle zone indicate nella telefonata».
«Ci sono state inoltre delle segnalazioni da parte non solo di vicini ma anche di persone titolari di esercizi commerciali nella zona, secondo cui i ragazzi sarebbero stati fatti fuori durante una lite con l’indagato, e i loro corpi sarebbero stati, come dire, occultati all’interno di alcuni dei numerosi pozzi artesiani presenti nella zona. Addirittura se ne contano centinaia e centinaia».
Su cosa verte la vostra opposizione alla richiesta di archiviazione delle indagini?
«In totale sono stati scandagliati solo pochissimi pozzi, ma in zone che secondo noi non sono perfettamente pertinenti. Questo fa parte ovviamente della nostra opposizione. Noi nella nostra opposizione chiediamo nuove indagini, degli accertamenti anche nei confronti di alcuni soggetti che abbiamo indicato e di cui all’epoca non sono stati, a nostro avviso, verificati alcuni movimenti nelle ore in cui si sarebbero verificati gli omicidi. Secondo noi è pazzesco che, pur avendo delle indicazioni di massima sui luoghi di interesse (frutto di uno spunto investigativo della Polizia di Stato), non si riescano a trovare i corpi. Che vi fossero dei contrasti è pacifico, poi ci sono le testimonianze ‘de relato’ che riferiscono delle liti e che il soggetto indagato li avrebbe soppressi e si sarebbe disfatto dei cadaveri buttandoli in questi pozzi artesiani in una determinata zona che noi abbiamo indicato».
E adesso cosa accadrà?
«Noi purtroppo abbiamo ragione di pensare che siano morti. Non c’è alcun tracciamento telefonico, né movimento delle loro carte di credito. Dopo la nostra opposizione il Gip di Siracusa ha fissato per l’8 ottobre 2020 la data dell’udienza. In quella occasione discuteremo le succitate questioni. Poi il giudice deciderà se accogliere per la seconda volta la nostra richiesta e disporre nuove indagini, o se mettere la parola ‘fine’ e archiviare».