In un’intervista ad Ok Salute e Benessere Carlo Verdone è tornato a parlare della sua passione per la medicina, grazie alla quale è riuscito a “salvare” amici, ma anche sconosciuti. Non si definisce un ipocondriaco, piuttosto un cultore della materia. Nel suo prossimo film in uscita nelle sale il 27 febbraio 2020, Si vive una volta sola, interpreta il professor Umberto Gastaldi. Verdone tornerà a vestire il camice bianco come già aveva fatto ad esempio in Viaggi di nozze. «’Fammi anche questo esame con il liquido di contrasto perché voglio vedere il dotto cistico’. È una delle quattro o cinque citazioni mediche che ho messo in bocca al mio personaggio. (…) Ho chiesto conferma della sua giustezza a un amico chirurgo, che l’ha definita «una cosa raffinatissima». Per la mia gioia, perché non me l’ha suggerita alcuno specialista, è tutta farina del mio sacco», ha spiegato il regista romano.
Carlo Verdone passione per la medicina sin da bambino: «Non sono un ipocondriaco»
Nel corso dell’intervista Carlo Verdone ha raccontato un paio di aneddoti legati alla sua passione per la medicina, disciplina a che lo ha interessato sin da bambino. A casa sua accanto a grandi registi e attori, andavano a cena anche grandi luminari: «Mamma mi raccontava che erano medici che salvavano la vita alle persone e, quando non ci riuscivano, voleva dire che era impossibile farlo…», ha spiegato l’attore, che ha poi aggiunto: «Mi affascinava sentirli disquisire di patologie su patologie, d’interventi andati a buon fine, ma da loro imparavi anche quando stavano zitti. Ero poi attirato dal comò della camera da letto di mamma, una sorta di altare dove, al posto di candele e immaginette religiose, s’innalzavano verso il soffitto piramidi di scatole di medicinali, perlopiù farmaci neurologici. Tra questi anche pastiglie per prendere sonno, visto che una caratteristica della nostra famiglia è sempre stata quella di dormire molto poco, non più di cinque ore a notte!».
L’attore fermato all’aeroporto per della polverina bianca: «Mi hanno portato in uno stanzino, alla fine ho risolto l’equivoco»
L’attore ha raccontato di viaggiare sempre con un sacchetto di medicine: «Io giro coperto per qualsiasi evenienza. Ho rimedi per la cupololitiasi, che molti chiamano – sbagliando – labirintite; pillole per tenere sotto controllo la pressione la mattina e betabloccanti per la sera; un antibiotico più potente e uno più leggero contro la diverticolite; supposte di glicerina; un leggero ansiolitico…», ha affermato Carlo Verdone, che ha svelato un retroscena mai raccontato: «Una busta, tra l’altro, che ricorda un po’ quella che svuoto sul letto con Margherita Buy in Maledetto il giorno che t’ho incontrato. Proprio al rientro in Italia dalla riprese inglesi del film – era il 1991 – la mia borsetta dei medicinali (quella vera) è stata al centro di un caso all’aeroporto di Londra-Heathrow, quando al controlli di sicurezza mi hanno fatto aprire il bagaglio. Ebbene, non volevate che si fosse rotta la scatoletta di magnesia San Pellegrino, che uso contro la stipsi, e la polverina bianca si fosse sparsa per la valigia? «Laxative powder», continuavo a dire ai poliziotti britannici, mimavo anche il gesto che in bagno compiamo con la carta igienica per farmi meglio comprendere, ma quelli non ci credevano». Cosa è successo? «Per farla breve, sono stato portato in uno stanzino dove ho dovuto aspettare che la polverina venisse esaminata in laboratorio e ho perso il volo per Roma. Alla fine, risolto l’equivoco, mi sono imbarcato su uno per Milano, ma il sacchetto dei farmaci non mi è mai stato restituito!», ha spiegato il popolare attore. Proprio un aneddoto da film…