Casaleggio Philip Morris. “Leggo un ennesimo attacco a Casaleggio Associati con teorie fantasiose e ho già dato mandato ai miei legali di procedere con una querela nei confronti di chi ha diffamato me e la società”. Lo dice all’Adnkronos Davide Casaleggio, commentando un articolo apparso oggi su Il Riformista, dove si parla di pagamenti per circa 2 milioni di euro da Philip Morris alla Casaleggio Associati. (segue dopo la foto)
“Affrontiamo pure il tema del conflitto di interesse, a partire dai 120 parlamentari che possiedono un’azienda e firmano leggi”, continua Casaleggio, che conclude: “Io non firmo decreti, né voto leggi, e non ho mai fatto ingerenze. Questi sono i fatti”. Così l’attuale numero uno della Casaleggio Associati, figlio di uno dei padri fondatori del Movimento 5 Stelle, Gianroberto Casaleggio.
Casaleggio Philip Morris: l’articolo de “Il Riformista” tra numeri e illazioni
Ma da dove arriva il retroscena che vorrebbe l’azienda di consulenza fondata dal padre “a libro paga” della grande multinazionale del tabacco? “Casaleggio Associati srl – che ha manifestamente operato fino a oggi come società di servizi per il Movimento Cinque Stelle – ha incassato da Philip Morris Italia la maxi somma di 1.950.166 euro e 74 centesimi, al netto dell’Iva. Quasi due milioni di euro tondi, che con l’Iva arrivano a 2.379.203 euro. Una cifra impressionante, riferita ad un periodo di fatturazione, da noi analizzato, compreso tra il settembre 2017 e lo scorso mese di ottobre 2020”. Così mette nero su bianco oggi Il Riformista, quotidiano diretto da Piero Sansonetti.
L’illazione del quotidiano è quindi che questi presunti fondi siano arrivati in qualche modo al M5S, considerato il ruolo dell’azienda guidata da Davide Casaleggio nella “macchina” del movimento, basti ricordare la gestione della piattaforma Rousseau. Secondo il quotidiano diretto da Sansonetti, l’industria del tabacco ha “beneficiato di un trattamento di favore relativo soprattutto al regime di tassazione agevolata che riguarda il tabacco bruciato. Quando il Movimento Cinque Stelle vince le elezioni del 4 marzo 2018 e dà vita al primo governo Conte”, scrive Aldo Torchiaro, “lo sconto sulle accise si riduce di un ulteriore 25%, diventando così del 75%”.
Tutto parte dalla vicenda Giarrusso
Tutto parte dalla vicenda Giarrusso, l’europarlamentare 5S, finito nell’occhio del ciclone per alcuni finanziamenti ricevuti, tra cui uno proprio da Philip Morris. «Ho ricevuto un contributo come tutti i parlamentari del Movimento. Io odio il fumo, non ho nulla a che fare con la lobby del tabacco. Ho pensato solo: se hanno finanziato tutti gli eletti alle politiche del 2018, potranno finanziare anche me». Così aveva detto l’ex “iena”, dando il via a questa e a probabilmente altre inchieste giornalistiche.
Per ora non si registrano repliche ufficiali da parte del Movimento, quella de “Il Riformista” è un’inchiesta che seppur documentata non prova granché. La reazione di Davide Casaleggio è stata ferma e tutt’altro che scomposta, ora vedremo se il M5S vorrà entrare nel merito della questione sollevata dal quotidiano di Sansonetti. >> I retroscena di politica italiana