Il mondo del giornalismo piange Giampaolo Pansa: si è spento ieri, domenica 12 gennaio 2020, il protagonista di oltre mezzo secolo di cronaca. Nato a Casale Monferrato il primo ottobre 1935, se n’è andato all’età di 84 anni. Cronista e saggista, Pansa era tornato a scrivere – lo scorso settembre – per il Corriere della Sera, la stessa redazione che lo aveva accolto per ben cinque anni, dal 1973 al 1977. «Credo di essere il cronista che ha lavorato per più giornali: – aveva detto – ma sono ancora qui, a rompere le scatole».
Chi era Giampaolo Pansa, esordi e carriera
L’esordio di Pansa nella carta stampata avvenne a 26 anni a La Stampa: il disastro del Vajont, a Longarone, il suo primo servizio importante. Da lì furono diverse le testate autorevoli che poterono vantare della sua firma: Il Giorno, La Stampa, Il Corriere della Sera, Repubblica – di cui fu per quasi vent’anni vicedirettore, – L’Espresso, Panorama. Proprio per quest’ultimo esordì con la rubrica intitolata il Bestiario, poi trasferita su L’Espresso. Non solo uno dei maggiori cronisti, Giampaolo Pansa è stato anche storico e scrittore. Il suo primo titolo di successo Il Sangue dei vinti, diede origine ad un “ciclo di vinti” dedicato alle “efferatezze” della Resistenza: una serie di libri destinati a scalare le classifiche e ad innescare un accesso dibattito. Ambientato tra il maggio del 1945 e la fine del ’46, racconta di partigiani che dopo aver liberato il Paese da nazisti e fascisti si rendono protagonisti di stupri e torture. «Dopo tante pagine scritte sulla Resistenza e sulle atrocità commesse dai Repubblichini – aveva detto a Repubblica – mi è sembrato giusto vedere l’altra faccia della medaglia. Ossia quel che accadde ai fascisti dopo il crollo della Repubblica sociale».
Vita privata
Lacerato da un lutto – la scomparsa del figlio Alessandro, ex amministratore delegato di Finmeccanica, morto solo due anni fa – Giampaolo Pansa lascia la compagna Adele Grisendi.