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Speranza chiude gli impianti da sci fino al 5 marzo, è polemica: «Ci sentiamo presi in giro»

15/02/2021 08:42 - Aggiornamento 15/02/2021 10:40

Un nuovo colpo si abbatte sulle piste da sci, la proroga della chiusura degli impianti arriva proprio “a poche ore dalla annunciata e condivisa ripartenza”, e tra i gestori delle attività è polemica. È il ministro della Salute Roberto Speranza, riconfermato nel suo incarico nella squadra capeggiata da Draghi, a firmare il provvedimento che vieta ancora una volta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo. Scatenando, com’era prevedibile, l’ira delle regioni.

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Chiusura piste da sci

Chiusura piste da sci, Speranza rimanda al 5 marzo: la rabbia dei gestori

Motivo di rabbia non solo la decisione di prorogare la chiusura delle piste da sci, ma anche le modalità di comunicazione. L’annuncio di Speranza, di fatto, è arrivato proprio alla vigilia della riapertura. “Ci sentiamo presi in giro”: il coro dei gestori degli impianti è unanime. Ad essi si aggiungono i maestri di sci e tutti gli operatori della montagna, che parlano di “stagione ormai saltata nonostante quanto investito per l’apertura”. La richiesta di ristori è immediata.

E mentre il presidente lombardo Attilio Fontana sottolinea come la proroga sia “un colpo gravissimo al settore”, la Lega chiede “un cambio di squadra a livello tecnico, aldilà di Speranza” al dicastero della Salute. “Non si può – dicono i capigruppo leghisti, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari – continuare con il ‘metodo Conte’, annuncio la domenica e chiusura il lunedì, ad opera del trio Ricciardi-Arcuri-Speranza. Serve un cambio di passo e rispetto per la gente di montagna e per chi lavora, oltre a rimborsi veri e immediati”.

Chiusura piste da sci

Polemica per l’annuncio alla vigilia della riapertura

La promessa di indennizzo arriva direttamente da Speranza. Nell’assicurare che il settore sarà risarcito, il ministro si impegna “a compensare al più presto gli operatori con adeguati ristori”. “Non è detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa, – specificano i ministri Giorgetti e Garavaglia – probabilmente ne serviranno di più”. Ma la scelta delle tempistiche resta comunque sotto accusa.

Il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha espresso “stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni, per la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici a poche ore dalla annunciata e condivisa ripartenza”. Erik Lavevaz, presidente della Valle d’Aosta ha aggiunto: “Una chiusura comunicata alle 19 della vigilia dell’apertura, prevista da settimane, dopo mesi di lavoro su protocolli, assunzioni, preparazione delle società, è sinceramente inconcepibile”. “La decisione arriva troppo tardi”, anche per Luca Zaia. >> Covid, il bollettino di oggi: 11.068 nuovi casi e 221 morti, quasi 14mila guariti in un giorno

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