Le concessioni delle centrali idroelettriche italiane stanno attirando sempre più l’interesse di gruppi stranieri, creando forti preoccupazioni nel settore energetico nazionale. Con le prime gare in corso in Lombardia, il rischio che parte del patrimonio idroelettrico italiano passi sotto il controllo di aziende estere diventa sempre più concreto.
Le prime due concessioni in gara: Codera Ratti-Dongo e Resio
Il prossimo 18 ottobre sarà una data cruciale: scadrà il termine per la presentazione delle offerte relative a due importanti centrali idroelettriche lombarde, Codera Ratti-Dongo e Resio, attualmente gestite da Edison e A2a. Questi impianti hanno attirato l’attenzione di colossi internazionali come il gruppo ceco Eph, la svizzera Bkw e il fondo australiano Macquarie, già presente in Italia con investimenti in Autostrade e Open Fiber. La concorrenza internazionale per queste concessioni apre un nuovo capitolo nel settore energetico italiano, con l’Italia che rischia di vedere una parte significativa della propria produzione di energia idroelettrica gestita da società straniere. (Continua a leggere dopo la foto)
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La speranza di una trattativa diretta: la “quarta via”
La Lombardia produce circa il 25% dell’energia idroelettrica nazionale, e altre venti concessioni idroelettriche nella regione sono già scadute. La Regione ha intenzione di proseguire con nuovi bandi di gara, nonostante le incertezze normative e l’assenza di linee guida chiare. Le concessioni per le centrali più grandi, gestite da Enel, resteranno attive fino al 2029 come si legge su The Social Post, ma il rischio di un’ingente presenza straniera nel mercato idroelettrico italiano è sempre più tangibile. L’idroelettrico rappresenta il 20% della produzione totale di energia elettrica in Italia e il 40% di quella rinnovabile. Tuttavia, l’Italia è uno dei pochi Paesi europei a dover mettere a gara le proprie concessioni centrali idroelettriche, una situazione dovuta a una procedura di infrazione avviata dall’Unione Europea nel 2011, che richiedeva maggiore concorrenza nel settore. Con l’arrivo di Raffaele Fitto come commissario europeo e responsabile del Pnrr, si spera in una trattativa con l’UE per introdurre una “quarta via”. Questa permetterebbe trattative dirette tra la Regione e i concessionari uscenti, basate su un piano di investimenti che consenta di stabilire un prezzo di mercato. Tuttavia, questa proposta, avanzata nel 2021, era stata bloccata dal governo. (Continua a leggere dopo la foto)
Preoccupazioni degli operatori italiani
Le gare per le concessioni hanno suscitato forti proteste da parte degli operatori nazionali. Edison, A2a ed Elettricità Futura hanno presentato ricorsi contro la Regione Lombardia, lamentando una concorrenza sleale a favore degli operatori stranieri e una sottovalutazione del valore degli impianti esistenti. Marco Stangalino, direttore di Power Asset di Edison, ha sottolineato che le stime della Regione sul valore degli impianti sono venti volte inferiori rispetto al loro reale valore. Nonostante le controversie, la Regione Lombardia procede con le gare. L’assessore all’Energia, Massimo Sertori, ha dichiarato che la Regione si sta limitando ad applicare le normative in vigore. Sebbene l’assessore fosse favorevole a una trattativa diretta, ha ribadito che attualmente questa possibilità non è contemplata dalla legge. (Continua a leggere dopo la foto)
Il futuro delle concessioni idroelettriche
Il futuro delle concessioni centrali idroelettriche italiane rimane incerto. Con il crescente interesse internazionale e il rischio che le nostre risorse idroelettriche finiscano sotto il controllo di aziende straniere, il settore energetico italiano è a un bivio. Le speranze sono ora riposte in una possibile modifica delle regole attraverso il Pnrr, ma nel frattempo la competizione internazionale per il controllo di queste importanti risorse continua a intensificarsi.